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Okkyung Lee, un violoncello a bassa fedeltà!

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Gli ascoltatori più curiosi hanno iniziato a familiarizzare con il nome della violoncellista Okkyung Lee ormai da qualche anno.

Tra le più interessanti figure di quella scena musicale legata all'improvvisazione che ha nel suo DNA l'abbattimento di ogni confine, sia geografico che stilistico [è coreana, ma si muove tra New York e Berlino], Okkyung Lee ha in quest'ultimo decennio collaborato con colleghi come Christian Marclay e Maja Rajtke, John Zorn - per la cui Tzadik ha inciso due lavori molto interessanti come Nihm che Noisy Love Songs - e Evan Parker, Wadada Leo Smith e Thurston Moore.

È in uscita in questi giorni, per la Ideologic Organ di Stephen O'Malley [sub-label della Mego], il suo nuovo lavoro in totale solitudine, Ghil, prodotto dal norvegese Lasse Marhaug.

Si tratta di un lavoro sonicamente molto crudo, con il suono del violoncello che evoca scricchiolii spettrali e espressionismi noise, ma è anche un lavoro ricco di fascino, registrato in location differenti e vibrante di dettagli.

Davvero difficile tradurre in parole l'unicità dell'esperienza sonica di Ghil, ma il disco [che esce in vinile e in downloading] ci offre l'opportunità per fare una chiacchierata con Okkyung.

AAJ: Vorrei iniziare parlando della produzione di Ghil. So che Lasse Marhaug che l'ha curata, ha voluto registrare il disco con apparecchiature vintage e a bassa fedeltà. Ci racconti come questa idea si è intrecciata con la tua musica e come sei stata ispirata dai diversi posti in Norvegia in cui avete registrato le tracce?

Okkyung Lee: Prima di tutto tengo a dirti che sono stata molto fortunata a coltivare in questi anni splendide amicizie con tante persone con cui sono in stretto contatto sia dal punto di vista umano che musicale. Lasse è certamente una di queste persone. Così, quando mi ha raccontato la sua idea, avevo piena fiducia in lui e sapevo che avrebbe fatto qualcosa di speciale. Penso che attraverso il suo metodo di registrazione poco "ortodosso" si riesca non solo a ascoltare, ma anche proprio a "sentire" in modo totale lo strumento, in un modo che amplifica la risposta viscerale e emozionale alla musica. Può suonare un po' naif dirlo, ma quando sono al violoncello, non sento solamente il suono, ma lo "provo" dentro di me!

Per quanto riguarda gli spazi, non credo di pensarci troppo quando suono, dal momento che ho suonato come sempre; Lasse piuttosto, ha lavorato ascoltando il suono in cuffia senza nemmeno stare di fronte a me, ma credo che se avessi ascoltato cosa usciva dal microfono, avrei forse iniziato a suonare in modo meno estremo!

Certamente la centrale elettrica di Rjukan, che è uno dei luoghi in cui ho registrato, fa storia a parte, perché potevo percepire mentre suonavo un delay di circa 8 secondi. Il posto era davvero incredibile, mi piacerebbe tornarci. Ho anche suonato da poco in un'altra fabbrica abbandonata nei pressi di Essen, il Kokerei, anche qui con un riverbero pazzesco... è divertentissimo suonare in posti come questi.

AAJ: Cosa significa la parola Ghil? In alcuni dei titoli c'è una profonda connessione con la natura: che relazione c'è tra la natura e la tua musica?

O.L.: In coreano "Ghil" significa via o strada, anche al plurale. Fondamentalmente tutti i titoli sono connessi al mio essere coreana, credo: ho lasciato il paese nel 1993 e i miei ricordi della Corea sono più o meno legati agli anni Ottanta e primissimi Novanta, che mi hanno formata in modo forte.

"The Crow Flew After Yi Sang" è dedicato a questo poeta, Yi Sang, artista, poeta e scrittore dada/surrealista sotto l'occupazione giapponese degli anni Trenta. I suoi lavori erano difficili e di avanguardia, ma fantastici, è difficile anche solo immaginare che a quei tempi esistesse qualcuno del genere in Corea. È morto a soli 26 anni, ma ha lasciato una traccia profonda nella cultura coreana.

Sempre in coreano "Cheol Kkot" significa fiore di ferro e "Meolly Ganeun" vuol dire "fare un lungo percorso," ma l'ultimo titolo, "Over the Oak, Under the Elm," è tratto da Sherlock Holmes, per cui avevo una vera mania da ragazzina! "Two Perfectly Shaped Stones" è ispirato ai rituali d'accoppiamento dei pinguini, nonostante usino solo una pietra perfettamente formata, eheh, quindi sì, per rispondere alla tua domanda, direi che ho avuto più di qualche connessione con la natura...

AAJ: Il suono complessivo del disco ha una forte qualità materica e è più riconducibile a atmosfere doom metal che non a quelle di un classico solo di violoncello. Come nascono i pezzi, dal punto di vista dell'urgenza espressiva?

O.L.: Non so bene cosa tu possa intendere con "materico" e non conosco bene il doom metal, credo quindi di non sapere bene dire da dove viene tutto questo, ma i pezzi sono solo riflessioni del mio cervello musicale che lavora in quel momento. Solitamente mi interessano i piccoli dettagli di suono e lascio che siano questi a guidarmi e a creare la forma di ciò che suono. Mi piace provare a descrivere il processo stando in qualche parte al centro del cervello, è parecchio stimolante.

AAJ: Negli ultimi mesi hai suonato moltissimo con alcuni dei più importanti improvvisatori e compositori della scena europea. Come è cambiato il tuo modo di suonare e di pensare ai problemi dell'improvvisazione negli anni?

O.L.: Ho progressivamente smesso di pensare troppo a questo tipo di questioni. Alla fine per me si tratta solo di immergermi completamente nella musica del momento e cercare qualcosa da dire mentre ascolto instancabilmente. So di avere la tendenza a suonare in modo abbastanza tradizionale e a sviluppare la musica nonostante il vocabolario sonoro che uso, forse questo è un qualcosa che dovrei indagare meglio...

AAJ: Tornando allo strumento e ai tuoi progetti... ci sono violoncellisti che ti hanno influenzato? E cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi tempi da Okkyung Lee?

O.L.: Non credo di avere un qualche collega che mi ha ispirato in modo particolare, anche se Pablo Casals rimane irraggiungibile. Per quanto riguarda il prossimo futuro, sto cercando di mettere su un gruppo che suona una specie di "rock progressivo" a partire dai miei materiali, qualsiasi cosa significhi questo...

Continuerò a suonare quest'anno con musicisti come John Butcher, John Edwards, Evan Parker, Vijay Iyer e così via, oltre a scrivere la musica per degli spettacoli di danza a New York.

La cosa più rilevante è comunque che sarò la curatrice del Music Unlimited Festival di Wels, in Austria e questo mi occuperà parecchio, ma sono certa che quando tutto sarà organizzato, ci divertiremo parecchio.

Foto di Claudio Casanova.

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