Tommaso Genovesi Quartet: Never Knows

La prima cosa che colpisce del disco di Tommaso Genovesi è la 'spaziosità' della registrazione, l'aria che sembra palpabile fra i musicisti sfuggendo alla trappola dell'asettica perfezione digitale. I musicisti, così ben documentati, ci mettono tanto di loro, rendendo piacevole un jazz di marca moderna, in cui le sfumature elettriche del leader hanno il pregio della discrezione anche in brani dal marchio piú funky ("Crash"), piccolo richiamo al precedente disco del quartetto: Night Funk del 2004.

Il leader si rivela un bravo compositore ed un abile tastierista, più attento al risultato di insieme che a mettere in luce se stesso, in questo assecondato da musicisti abbastanza sensibili. L'esperta ritmica ed il sassofonista Nevio Zaninotto con i suoi fraseggi che racchiudono l'essenza dei maestri americani del modale sono i perfetti interpreti di un disco che tra le varie tracks nasconde gemme insospettate come "Spring Rag" in cui stili del passato e musicisti si ritrovano come ad un crocevia a raccontarsi un pò di tutto raccogliendo l'attenzione di chi si trova ad incontrarli. Un modo di mettere insieme antico e moderno senza scontri.

Chiude una famosa composizione di Lennon/McCartney che diventa una cosa eterea, abbastanza lontana dall'originale e proprio per questo così affascinante.

Comments