Frutto di un set nel quale l'improvvisazione iniziava ben prima della performance (i musicisti non avevano mai suonato assieme, il concerto è stato pensato solo la sera precedente e a mezz'ora dall'inizio non era ancora certo che si tenesse), questo lavoro è stato registrato la mattina del 15 settembre 2018 nella chiesta di San Martino di Smartno, in Slovenia, nel corso dell'ottava edizione del Brda Contemporary Music Festival (clicca qui per leggere la recensione del festival e del concerto). Ne sono protagonisti, assieme al leader della formazione nonché direttore artistico della rassegna Zlatko Kaućić, alcuni dei musicisti da lui invitati alla manifestazione: il sassofonista e clarinettista Michael Moore, che era l'ospite speciale, il meno noto ma talentuosissimo sassofonista catalano Albert Cirera e i nostri Marco Colonna e Silvia Bolognesi.
La musica, interamente improvvisata e suddivisa in dieci brani corrispondenti a esigue pause del concerto, si caratterizza per l'intimismo della ricerca, esaltata dalla sonorità offerta dall'ambiente e dalla cangiante frammentazione dell'organico, i cui cinque componenti si alternano in un dialogo che li vede solo raramente interagire tutti assieme. Le diverse voci emergono così in modo estemporaneo dallo sfondo dei "ground sounds" di Kaućićun variegato set di percussioni e oggetti, includente anche uno zithar elettrificatoche le dirigono e ne supportano l'amalgama. Materico e propulsivo il suono del contrabbasso della Bolognesi, lirico e profondo quello del clarinetto basso di Colonna, più astratta e spigolosa la voce dei sax di Cirera, infine sempre sorprendenti gli interventi di Moore, spesso sotto forma di pennellate sonore dai colori inattesi ma ogni volta mirabilmente opportuni.
Ne scaturisce un lavoro che gioca sui contrasti timbrici, sugli incastri dei fraseggi, sulle invenzioni nelle risposte, e chepur nella sua segmentata imprevedibilitàsuona disteso e nitido tanto nei suoni, quanto negli sviluppi, aspetti che ne rendono l'ascolto immediato e godibilissimo.
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