Sean Bergin - Rogério Bicudo: Mixing It

I brani di Antonio Carlos Jobin, Pixinguinha, Padeirinho, dello stesso Bicudo, perfino "Etude n.8" di Heitor Villa-Lobos, sovrastano i temi di Bergin e di Abdullah Ibrahim, coi quali si alternano; ma ovviamente sulle diversità culturali prevalgono la fusione d'intenti, le assonanze tecniche, la ricerca di toni comuni.

Sean Bergin in alcuni brani imbocca il flautino metallico della tradizione popolare sudafricana, in altri canta e il suo modo di modulare la voce sembra replicare le cadenze ottenute sul sax tenore: l'eloquio è rilassato, colloquiale, danzante, la sonorità morbida, brunita e insinuante, spesso velata o screziata, analogo risulta il modo di smorzare le frasi.

Come si evince dalle note di copertina, Bicudo prima di conoscere Bergin non aveva alcuna famigliarità con la musica della diaspora sudafricana. La sua chitarra, limpida, sensuale e carezzevole, si attiene a volte ad un ruolo di raffinato accompagnamento, soprattutto quando il partner suona il tenore o il flauto, mentre affronta sviluppi più propositivamente solistici quando egli canta.

Questo CD conciso (una durata totale di 38 minuti oggi costituisce una rarità) invita l'ascoltatore ad un viaggio attraverso due culture musicali tutto sommato estranee tra loro, entrambe sviluppatesi nell'emisfero meridionale del globo ma su sponde opposte dell'Atlantico. Le due affiatate guide lo conducono per mano e gli parlano con amichevole sincerità, facendolo partecipe della schiettezza e del candore che animano la loro stessa collaborazione.

Visita i siti di Sean Bergin e Rogério Bicudo.

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