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Richard Pinhas: Metatron
ByChi, fra i lettori e solo per merito di età, è riuscito a passare attraverso la storia della musica moderna degli ultimi 40 anni, si ricorderà sicuramente dell'oscuro (anche in senso positivo) periodo dei "Kosmische Kuriere" tedeschi e dell'universo elettronico conseguente che inondò le lande europee in quel che restava degli Anni Settanta e che non fosse stato puro pop, rock, new wave o le prime contaminazioni "disco".
L'aficionado cliente di Tangerine Dream, Klaus Schulze e derivati era uno; fondamentalmente "uno", certo, sicuro, diretto, quello. E comperava "Alpha Centauri" come fosse "Zeit" e, fossero usciti con la cadenza di uno al mese da allora sino ad oggi, non si sarebbe mai stancato di ascoltare.
Oggi collezionerebbe il 476° capitolo di uno "Zeit" anche solo minimante ed impercettibilmente differente dal precedente. "Lui" era quello dell'elettronica. Allora, come oggi. E quel giorno dell'estate del '74, in cui uscì dal negozio di dischi con sottobraccio il primo disco degli Heldon di Richard Pinhas se lo ricorda ancora oggi.
E oggi, ne sono certo, gli si è aperto un sorriso lungo da qui a lì, quando è uscito dal negozio con in tasca Metatron. Perché Metatron è lui e la sua filosofia insieme. Perché saprebbe perfettamente spiegarti che è giusto così. Che Pinhas è uno dei pionieri, uno dei saggi; un leader incontrastato e solare dell'unica possibile evoluzione del suono moderno. Che studiava filosofia alla Sorbona e che riportava fedelmente ed oniricamente ciò che leggeva nei racconti di fantascienza che divorava dentro alla sua musica. E che non c'entrano nulla il "rock post-industriale" e una certa qual "electronic meaning of life" o altre balzane etichette simili.
Pinhas è un cavaliere che, forse perché francese, è riuscito a volare oltre. E che dentro alle sue chitarre e ai moog c'era e c'è sempre stato il senso rivoluzionario di Robert Fripp e il glamour selvaggio degli Urban Sax.
King Crimson e Brian Eno che rubano a piene mani dai campi dell'elettronica "sacra"; ma non quella di Stockhausen perché non ce ne sarebbe il tempo.
E' avanti.
Ascolta i Magma che sono avanti e che poi gli diventano amici tanto da bussare alla sua porta; attraversa cacofonie tribali e rumoristica heavy-metal. Più avanti rasenta anche di cadere nei calderoni della new-age ma per fortuna ne scappa veloce. Ma arriva. Sempre. Come oggi, con questi 130 minuti più 9 di video nascosti nel primo dei due CD di questo Metatron. Un prodotto che nasconde ancora nelle pieghe il respiro benedetto di sua Maestà Robert Fripp; che di "spacy and floating music" se ne fa un baffo; che di ipnotici pattern vive ma non se ne cura.
Elettronica, amici, elettronica. Per tale motivo, questo disco, è segnato. E a "lui" non interessa nulla se non ascolterete nemmeno questo disco. E' elettronica amici. Elettronica come se ne trova poca in giro.
E Metatron è nelle sue tasche, come il primo Heldon del '74.
Track Listing
CD1: Tikkun (part 1): The Unification of the Name; Aleph Number 1; Moumoune and Mietz in the Sky with Diamonds; Shadda
Personnel
Richard Pinhas: guitar, electronics and metatronic process; Antoine Paganotti: drums (all tracks except cd2/1, cd2/5, cd2/6); Patrick Gauthier: Minimoog (cd1/2, cd2/3); Alain Renaud: lead guitar (cd2/5); Chuck Oken, Jr.: synthesizer (cd2/2); Philipe Simon: violin (cd1/3); Didier Batard:
Album information
Title: Metatron | Year Released: 2006 | Record Label: Cuneiform Records