Home » Articoli » Book Review » Maurizio Marino: Gianni Sassi – Fuori di Testa
Maurizio Marino: Gianni Sassi – Fuori di Testa
ByIl suo ruolo nell'esplosione della musica d'avanguardia e progressiva italiana, che però poi, al momento opportuno, sapeva anche confluire nel pop e nel rock d'autore, è stato fondamentale
di Maurizio Marino
Castelvecchi Editore
Gianni Sassi, nato a Varese nel 1938 e scomparso a Milano nel 1993, è stato uno dei 'comunicatori multimediali' più importanti e fondativi del nostro paese, in un'epoca tormentata e rigogliosa, carica di pulsioni politiche (alle quali Sassi è sempre stato sensibile) e di rivoluzioni intime che non sono mai riuscite a trasferirsi nelle strade. Giustamente viene definito, nel risguardo di copertina, come il focus culturale della Milano degli anni settanta e ottanta.
Questo bel libro scritto da Maurizio Marino lo racconta molto bene, esaminando i fatti essenziali, le vicende note, i successi e le capocciate contro il muro. Perché Gianni Sassi era un personaggio piuttosto testardo, aperto al nuovo ma a volte scontroso verso l'ovvietà. Come se non avesse tempo da perdere con le quisquilie quotidiane. E osservando lo sfascio della attuale società dello spettacolo, è davvero difficile dargli torto.
Il suo ruolo nell'esplosione della musica d'avanguardia e progressiva italiana, che però poi, al momento opportuno, sapeva anche confluire nel pop e nel rock d'autore (vedi Battiato e Area, vedi Skiantos e Eugenio Finardi, vedi Alberto Camerini e Claudio Rocchi) è stato fondamentale, anche attraverso la creazione di riviste ("Alfabeta" e "La Gola" su tutte) e di etichette discografiche ("Cramps" su tutte), entità che nella fervida mente di Gianni Sassi, erano spesso contigue. Il personaggio Demetrio Stratos gli deve moltissimo, anche se la malattia che se lo è portato via all'improvviso nel 1979 non ci ha consentito di assistere allo sbocciare completo di quel fiore. Proprio il concerto in suo onore, trasmesso dalla Rai in diretta (per alcune parti), segna l'abilità insospettata di Sassi di saper mediare anche con la quella burocrazia che odiava fermamente.
Chiudiamo queste riflessioni con una nota personale: ho avuto la fortuna di conoscere Gianni Sassi la sera del concerto di Cage al Lirico (dicembre 1977) e sono salito in macchina con lui e con John Cage per andare a cena, nel dopo concerto, alla discoteca Frankenstein (questo era anche il suo nomignolo) ed è stato gentilissimo, se pure di poche parole. Il tutto è raccontato con maggiori dettagli nella prefazione della mia intervista a John Cage.
Questo libro, anche grazie alle tante foto che propongono copertine storiche da lui ideate e realizzate e alle belle testimonianze di tanti amici che gli furono vicini (da Franco Fabbri a Roberto Masotti, dal socio Sergio Albergoni ad Adriana Braga, da Eugenio Finardi a Patrizio Fariselli e così via...) mi ha fatto tornare un po' di nostalgia per quei tempi memorabili e il rimpianto di non aver conosciuto meglio Gianni Sassi, un uomo capace di fare scaturire l'arte e la musica dai luoghi più impensati.