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Matthew Ruddick: Funny Valentine
By
Funny Valentine
Matthew Ruddick
Arcana Jazz
978-88-6231-346-9
2014
Sapientemente tradotta da Vincenzo Martorella, questa nuova biografia di Chet Baker muove dall'intento di riconsiderare in chiave meno pruriginosa la figura umana ed artistica del trombettista, scomparso tragicamente ad Amsterdam nel 1988. Avvalendosi di un rilevante corpus di prima (interviste) e seconda (libri ed articoli) mano, Matthew Ruddick si allontana dall'immagine di eroe maledetto, ingiustamente tracciata da James Gavin nel suo "La lunga notte di un mito."
Emerge dalle 670 pagine un ritratto sincero di un uomo problematico e tormentato, ancorchè carico di inimitabile poesia. Debitamente contestualizzate, le principali tappe artistiche del trombettista occupano una parte importante nel libro. Ciò che invece manca è un sistematico approccio critico ad un genio lirico e lunare, che nella sua autobiografia "Come se avesse le ali" ci ha lasciato il ritratto editoriale a tutt'oggi più vivido della sua arte. Chissà perché migliaia di pagine sono state spese sulle sue enigmatiche vicende biografiche e poche sulle sue limpide note, di ineffabile bellezza.
Per quanto volenteroso, l'autore non si dimostra, come i suoi predecessori, all'altezza di circumnavigare una personalità musicale così vasta e complessa, che aspetta ancor oggi una ponderata riflessione musicologica. Benchè sia di gran lunga preferibile al libro di Gavin, l'opera in esame non colma l'inspiegabile lacuna editoriale che grava sull'immensa cifra artistica di Baker, sia come trombettista che cantante. Per concludere, è poi discutibile la scelta dell'editore italiano di cassare le 81 pagine di discografia annotata, presente nell'edizione statunitense.
Matthew Ruddick
Arcana Jazz
978-88-6231-346-9
2014
Sapientemente tradotta da Vincenzo Martorella, questa nuova biografia di Chet Baker muove dall'intento di riconsiderare in chiave meno pruriginosa la figura umana ed artistica del trombettista, scomparso tragicamente ad Amsterdam nel 1988. Avvalendosi di un rilevante corpus di prima (interviste) e seconda (libri ed articoli) mano, Matthew Ruddick si allontana dall'immagine di eroe maledetto, ingiustamente tracciata da James Gavin nel suo "La lunga notte di un mito."
Emerge dalle 670 pagine un ritratto sincero di un uomo problematico e tormentato, ancorchè carico di inimitabile poesia. Debitamente contestualizzate, le principali tappe artistiche del trombettista occupano una parte importante nel libro. Ciò che invece manca è un sistematico approccio critico ad un genio lirico e lunare, che nella sua autobiografia "Come se avesse le ali" ci ha lasciato il ritratto editoriale a tutt'oggi più vivido della sua arte. Chissà perché migliaia di pagine sono state spese sulle sue enigmatiche vicende biografiche e poche sulle sue limpide note, di ineffabile bellezza.
Per quanto volenteroso, l'autore non si dimostra, come i suoi predecessori, all'altezza di circumnavigare una personalità musicale così vasta e complessa, che aspetta ancor oggi una ponderata riflessione musicologica. Benchè sia di gran lunga preferibile al libro di Gavin, l'opera in esame non colma l'inspiegabile lacuna editoriale che grava sull'immensa cifra artistica di Baker, sia come trombettista che cantante. Per concludere, è poi discutibile la scelta dell'editore italiano di cassare le 81 pagine di discografia annotata, presente nell'edizione statunitense.