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Vinicio Capossela: Marinai, profeti e balene

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Vinicio Capossela: Marinai, profeti e balene
Sgombriamo subito il campo da un possibile equivoco: questo non è un comune disco di canzoni, situazione, del resto, a cui Capossela ci ha abituati (pensiamo solo a Ovunque proteggi). Senza ricorrere alla fin troppo abusata definizione di concept album (ciò che il lavoro peraltro è incontestabilmente, a maggior ragione trattandosi di un doppio), diciamo che l'immagine iniziale si avvicina parecchio a quella di una sorta di anomala (laica, ma fino a un certo punto) messa cantata, o a una composita opera per solo, coro e orchestra.

In un lavoro che mischia in una singolare (quanto coerente) iconografia mi(s)tico-mitologico-onirica Moby Dick, Ulisse e le sacre scritture, con rielaborazioni testuali dichiarate (in "Pryntil" non manca nemmeno l'amato Céline) o semplici "climi," l'immagine di cui sopra ci si materializza dinanzi nei due brani d'apertura, per il tramite quanto mai tangibile del Coro degli Apocrifi, con la solennità liturgico-plumbeo-ancestrale del "Grande Leviatano" che cede il passo alla ben più lieve intro a "L'oceano oilalà" (che ricorda "Volta la carta" di De André), col tono che tuttavia recupera poco alla volta quella temperatura.

Decisamente più sbarazzina la citata "Pryntil," in cui le sirene/Sorelle Marinetti rimandano a deliziosi mood vocali d'antan (Trio Lescano e dintorni), con qualche effluvio contiano nel macinare di fiati e corde (ci sono del resto Marangolo, Villotti e Tavolazzi). Dopo questa sorta d'intercapedine, ecco aprirsi una sezione più incentrata sul solista (il Vinicio, ovviamente), con brani più lirico-sommessi, fra ballad-berceuse, rimuginazione cantilenante-oltretombale e recitativo, quali "Polpo d'amor," "La bianchezza della balena," "Job" e la conclusiva (relativamente al primo CD) "La lancia del Pelide," destinata a finire tra le più gettonate dai caposseliani DOC, il tutto intercalato da episodi più densi e corporei, di un tono che definiremmo "da cambusa" (quindi squisitamente piratesco), tipo "Lord Jim" (in cui tornano gli Apocrifi) o "Billy Budd" (con cambio di coro, tutto maschile, i Drunk Sailors), o più epico, come nei "Fuochi fatui".

Tale dicotomia (senza dimenticare la sacralità iniziale) sopravvive a grandi linee anche nel secondo CD, con atmosfere che si fanno più di frequente nuvolose, quasi torve (come il famoso corvo del brano omonimo), col versante balladistico che ha momenti particolarmente ispirati nella cameristica e preziosa "Le Pleiadi," in quella sorta di filastrocca che è "La madonna delle conchiglie" (peraltro con notevole espansione orchestrale, di tratto quasi bandistico), in "Dimmi Tiresia," dove si colgono estreme propaggini post-waitsiane (anche per il timbro scuro, opaco, come impastato; e c'è poi Greg Cohen), e nella conclusiva (nonché già nota ai frequentatori dei concerti del Nostro) "Le sirene," sofficemente evocativa, con la triade piano/voce/archi in esemplare simbiosi.

Insomma: fra alto e basso (più il primo del secondo), atavico e attuale, disarmato e cialtronesco (non troppo, in verità), magro e opulento, spirituale e terreno, un disco di grande spessore. Forse - com'è stato scritto a proposito di Beppe Fenoglio - "comprensibile ai più, intellegibile ai pochi," ma senz'altro consigliabile a tutti. Per immergervisi dentro possibilmente senza troppe categorie (o sovrastrutture mentali) precostituite.

Track Listing

CD 1: 01. Il grande Leviatano; 02. L’oceano oilalà; 03. Pryntil; 04. Polpo d’amor; 05. Lord Jim; 06. La bianchezza della balena; 07. Billy Budd; 08. I fuochi fatui; 09. Job; 10. La lancia del Pelide. CD 2: 01. Goliath; 02. Vincolo; 03. Le Pleiadi; 04. Aedo; 05. La madonna delle conchiglie; 06. Calipso; 07. Dimmi Tiresia; 08. Nostos; 09. Le sirene.

Personnel

Mauro Ottolini
sousaphone

Vinicio Capossela (voce, pianoforte, ondioline, organo, mellotron, chitarra, clavicembalo, kalimba); Stefano Nanni (pianoforte, celesta, tastiere, fischietto, kalimba bassa, glockenspiel, arrangiamenti); Mauro Ottolini (trombone, tromba bassa, flicorno tenore, sousaphone, conchiglie); Mario Arcari (oboi, flauti dolci, flautofono, shenai); Alessio Pisani (fagotto, controfagotto); Luisa Prandina (arpa); Danilo Rossi (viole); Psarantonis (lira cretese, voce); Roger Aixut, Laia Torrents (delfin-bañera); Jimmy Villotti (chitarra); Alessandro Stefana (chitarra, banjo, saz, strumenti vari, voce); Nadia Ratsimandresy (onde martenot); Giuseppe Ettorre, Ares Tavolazzi, Greg Cohen (contrabbasso); Haralambos Xylouris (boulgari); Yiorgis Xylouris (liuto, oud); Niki Xilouri (bendir, strumenti vari); Mirco Mariani (leviatano, campionatore, ondioline, celesta, catene, effetti); Guillaume Souweine (violino, catene); Myriam Essayan (catene, bodhran, tamburello); Stéphane Lavis (catene, tin whistle); Francesco Arcuri (sega, autoarpa, bicchieri, campanelli, piano giocattolo, kalimba, strumenti vari); Taketo Gohara (ondioline, fischio, kalimba, gong, santur, tamburino, shaker, maracas); Vincenzo Vasi (theremin, fischio, voce, glockenspiel, percussioni, effetti e strumenti vari, voce); Giuseppe Cacciola (marimba, vasi, percussioni e strumenti vari); Zeno De Rossi (batteria, timpano, catene); Cabo San Roque (orquestra mecànica); Coro degli Apocrifi (voci); Quartetto Edodea (archi); Caroline Tallone (ghironda) in 1.02; Drunk Sailors Choir (voci) in 1.02 e 1.07; Antonio Marangolo (sassofoni, percussioni, arrangiamento) e Le Sorelle Marinetti (voci) in 1.03; Enrico Gabrieli (clarinetto basso, sax tenore) in 1.04; Coro Mitici Angioletti (voci bianche) in 1.06; Marc Ribot (chitarra, banjo, mandolino) in 1.07; Daniel Melingo (voce recitante) in 1.08; Marco Gianotto (organo di Barberia) in 2.01; Valeria Pila e le donne sarde di Actores Alidos (voci) e Mauro Refosco (percussioni varie, arrangiamento) in 2.06; Antonio Visioli (violoncello) in 2.08.

Album information

Title: Marinai, profeti e balene | Year Released: 2011 | Record Label: Self Produced


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