Maurizio Nizzetto: Mare su chiglia

È probabile che il suo idolo sia Charles Mingus, cui dedica un brano molto articolato, con interventi degli ospiti al vibrafono, tromba e trombone. Musicisti di esperienza come Marco Tamburini e comunque dall'alto livello tecnico-esecutivo danno ulteriore spessore alle partitute di Nizzetto.

Altrove si rivela un melodico di stampo italiano, come nei brani arricchiti dagli interventi della vocalist Angela Milanese che riesce a cantare bene in tre lingue: italiano, portoghese ("Refluxo") e inglese ("Old Route" e "Getting on a Stage").

Una bella sorpresa è il vibrafonista Luigi Vitale, che si ritaglia un notevole spazio, occupandolo con sagacia, su "Altopiano" o su "Con le creature". Lui ed il leader si rivelano empatici autori di un jazz vitale, spumeggiante, in cui la partitura ed il solista sembrano fatti l'uno per l'altro. Ma le visioni di Nizzetto non si restringono solo al jazz: c'è il duo di matrice classica fra il pianoforte di Luca Pitteri e l'oboe di Gianfranco Bortolato su "Destini part 1," su "Destini part 2" si ritorna al jazz, allo swing, con ospiti che sono piuttosto moderni nel modo di esprirmersi: qui c'è il sax tenore di Alberto Vianello a dare colore all'esecuzione.

Il disco di Maurizio Nizzetto merita attenzione. Dietro c'è molto lavoro sulla scrittura e sui solisti coinvolti in un caleidoscopio di atmosfere che attingono dalle radici afroamericane ed europee. Ne risulta un disco originale e di forte personalità, ben gestito da un regista che dietro al contrabbasso ha la giusta visione complessiva.

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