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Majel Connery, un talento da seguire

Majel Connery, un talento da seguire
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Allora, andiamo calmi per ordine e con calma perché questa signora merita davvero attenzione e quindi anche più spazio del solito.

Di sicuro pochissimi ne hanno già sentito parlare. Si chiama Majel Connery e la sua vita è divisa da tempo fra la bay-area in California e New York. Delle due realtà respira da sempre a pieni polmoni tutte le peculiarità. Musicologa, ex cantante d'opera, immensamente creativa e attiva in diversi territori di quello che si potrebbe definire "suono contemporaneo" (ma non solo) è uno dei nomi davvero più interessanti di queste stagioni.

Chi la conosce l'accosta a Laurie Anderson, Kate Bush, Björk, alle voci storiche del folk britannico, Shara Nova (My brightest diamond) ma anche a Teresa Salguiero (Madredeus), Virginia Astely (ninfa inglese della forma musicale più delicata mai inserita in un disco nella storia del pop moderno) e chi più ne ha ne metta.

Le scelte sono chiaramente indicative: c'è chi viene affascinato e colpito dalla voce purissima e ottimamente impostata, c'è invece chi viene ammaliato dalle idee musicali, dallo stile compositivo e dal profondo senso propositivo del suo irrequieto agire musicale.

Il 2019 è l'anno in cui si tracciano finalmente le strade e, uno di seguito all'altro, appaiono sul mercato due lavori decisamente interessanti: un EP intitolato misteriosamente Anything Chartreuse e un album intitolato Orphea, entrambi pubblicati in streaming su Bandcamp.

Premettiamo che si tratta di due lavori completamente diversi e non è questo il solito caso dell'EP pubblicato per favorire poi il lancio commerciale del successivo CD... anche perché di commerciale, nel caso di Majel non c'è (per fortuna) davvero niente.

Quello che comunque contiene la musica della Connery è una bellissima new form di arte pop, ovviamente ricalcante le sue influenze classiche ma, come dice una splendida sintesi biografica che appare sul suo sito "in uno stile che può far ricordare i suoni contenuti nelle audiocassette recuperate nel seminterrato della casa natale intorno al 1983 e che spiega pienamente uno stile compositivo che lega magicamente Schubert e Elvis Costello."

Con alle spalle una vita accademica di assistente musicale a Berkeley lasciata qualche anno fa, il succo di tanto sapere è andato a mescolarsi con rara nobile intelligenza nelle forme musicali dei 4 brani che compongono l'EP Anything Chartreuse. Totalmente colpiti da un titolo tanto particolare siamo riusciti a chiederle il perché di un titolo del genere. Ci ha risposto subito spiegando che "la storia dietro il nome dell'album è collegata ad un passaggio del mio libro per bambini preferito ["When the Sky Is Like Lace" di Elinor Lander Horwitz -N.d.R.]. Il libro parla di notti speciali quando la luna proietta una certa luce e le nuvole sono come merletti, e in quelle notti i bambini sgattaiolano fuori di casa a tarda notte e fanno il genere di cose che i loro genitori normalmente non permettono. Ho scoperto che, invecchiando, ho perso parte dell'audacia spericolata della mia gioventù, e voglio ritrovarla, perché penso che l'audacia spericolata ci renda artisti migliori. Una delle cose che accade nel libro è che i bambini "danno doni di qualsiasi cosa sia chartreuse" [Ove Chartreuse è qualcosa di indubbiamente "verde" e—per gli astemi—è forse utile ricordare come La Chartreuse è un liquore dal sapore molto inteso prodotto in origine dai monaci certosini nelle cantine della certosa Grande Chartreuse, situata nelle Prealpi nel dipartimento dell'Isère nella Francia meridionale. Oggi il liquore è prodotto in una fabbrica nei pressi di Voiron, sotto la supervisione dei monaci della certosa in una versione gialla (forte) e verde (più delicata) che ha conquistato molti intenditori, N.d.R.]. Tutto questo per dire: fai regali a tutto ciò che è colorato in modo chiaro. Così ho chiamato l'album "qualcosa di chartreuse" come il mio regalo per l'universo, in un momento in cui sto cercando di trovare di nuovo quell'energia infantile impulsiva."

Si potrebbe dare dunque un'idea del tutto come di un "pop-poco-elettronico" da sognare ad occhi aperti e da usare senza inibizioni. Semplicemente inutile graffiare le pennellate musicali che creano l'opera per scoprire cose nascoste o tentare strade di analisi particolari. La musica di Majel, nella sua ipotetica e affabile semplicità, per fortuna non lo richiede. Totalmente affascinante e personale merita ascolti ripetuti e profondi, lasciandosi andare—per una volta tanto—cullati da tanta indubbia maestria.

Orphea ha invece però bisogno di qualche input maggiore poiché il lavoro è una sorta di rivisitazione dell'Orfeo ove la favola operistica messa in musica dal genio di Claudio Monteverdi ai primi dei Seicento (divenuta importante per un uso decisamente audace della polifonia e per la concessione ai cantanti dell'epoca di una sorta di permesso all'improvvisazione) viene analizzata e trasposta al femminile dalle lenti ironiche della Connery in una sorta di avventura rock-barocco che rimanda alle avventure primi anni Settanta di molti gruppi del pop era britannica di quel tempo.

Considerata l'ampia creatività e la sensibilità artistica della signora, ipotizziamo nuove avventure anche importanti dietro l'angolo. "Naiv sofisticato" è un'altra espressione che ci è piaciuta nei commenti dedicati ma, credetelo, inutile riempirsi la bocca del solito sensazionalismo. Qui si pascola in prati sereni pieni di "musica-musica" e di "belle intelligenze."

Grazie Majel. Non perderti.

Elenco dei brani e dei musicisti:

Anything Chartreuse:

Brani: August (feat. Oracle Hysterical) 05:30; This Much and More 03:36; Rebeam Me 02:43; This Kind of Love 02:23.

Musicisti: Abelita Mateus: Majel Connery: voce; Doug Balliett: viola da gamba; Brad Balliett: fagotto; Elliot Cole: Harmonium; Dylan Greene: batteria e percussioni.

Orphea:

Brani: Of Music 02:54; Hymen's Chorus 02:10; Song of Happiness 02:32; Song of the Messenger 05:58; Hymn of the Chorus 01:15; Song of Sadness 01:59; Persephone's Prayer 02:58; Song for the Lyre 03:33; Eurydice's Lament 03:20.

Musicisti: Majel Connery: voce, tastiere; Doug Balliett: contrabbasso e basso elettrico, mandolino, chitarra e viola da gamba; Dylan Greene: batteria e percussioni; Paul Morton: Banjo, chitarra, tiorba, liuto; Catherine Gregory: flauti; Ashley Jackson: arpa.

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