Roscoe Mitchell Orchestra: Littlefield Concert Hall Mills College March 19-20, 2018

Roscoe Mitchell è sempre stato uomo di grandi appetiti creativi. Fin da inizio carriera, ormai ben oltre mezzo secolo fa, ha perseguito un'idea del jazz (e della musica in senso lato) molto aperta, innovativa, fortemente personale. Non ha mai disdegnato l'area cosiddetta "contemporanea" (che forse ha praticato meno di quanto avrebbe voluto, essendosi troppo spesso trovato in altre faccende affaccendato) e questo suo nuovo lavoro, realizzato alla veneranda età di anni settantotto (quasi: li avrebbe compiuti il successivo 3 agosto), ce ne offre una prova quanto mai pertinente ed esauriente.

Per l'occasione il grande musicista chicagoano ha messo insieme un'orchestra decisamente corposa e speziata, per mole (e conseguenti ambizioni) e spettro strumentale (e quindi timbrico), affidandole quattro sue pagine, ciascuna di una durata prossima ai dieci minuti, poco più poco meno. Le sonorità (a partire dal modo di sovrapporle e giustapporle) e i tracciati (l'incedere) sono quelli della musica, appunto, contemporaneo-colta, quella certa "verticalità," e simultaneo aplomb, con un'attenzione estrema alla costruzione globale, che passa ovviamente attraverso momenti in cui le varie voci (da quella umana alle ance, flauti e ottoni, archi e percussioni, con spruzzate di elettronica, peraltro mai invadenti) si miscelano o, più spesso, guadagnano a turno il centro del proscenio (sole o più spesso a piccoli gruppi). Il tutto nel segno di una concentrazione palpabile, a tratti persino di un'insinuante solennità.

Un gioiello.

Album della settimana.

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