Home » Articoli » Album Review » Louis Sclavis: L'imparfait des langues

1

Louis Sclavis: L'imparfait des langues

By

Sign in to view read count
Louis Sclavis: L'imparfait des langues
Caratteristica opera di Louis Sclavis, questo L'imparfait des langue mette però anche in evidenza lo spirito di ricerca e di ridiscussione con cui il grande musicista francese si muove da sempre nel suo percorso artistico.

Dopo alcuni anni durante i quali Sclavis ha sviluppato la propria poetica all'interno di un gruppo pressoché stabile sia nell'organico strumentale che nei protagonisti, da qualche tempo i suoi lavori vedono all'opera partner di volta in volta diversi e con strumenti cangianti, che permettono alle tematiche musicali, che Sclavis mantiene in buona sostanza costanti, di svilupparsi secondo dettagli diversi.

Così, se il suo ultimo lavoro su ECM, Napoli’s Walls, lo vedeva al fianco del chitarrista Hasse Poulsen e soprattutto del notevole trombettista e vocalist Médéric Collignon, qui Sclavis mantiene tra i suoi partner abituali il solo Francois Marveille alla batteria e fa spazio ad alcuni giovani musicisti, la cifra dei quali condiziona il sofisticato e cameristico stile del leader.

L'effetto maggiormente straniante lo fanno il trentenne tastierista Paul Brousseau e il chitarrista elettrico Maxime Delpierre, che in alcune tracce (“Lideé du dialecte”, “Archéologie”) amplificano e inacidiscono la ben nota concitazione delle prolungate improvvisazioni di Sclavis (qui perlopiù impegnato al clarone). Ma un ruolo fondamentale nel disco lo svolge anche l'eccellente altosassofonista Marc Baron, appena ventiseienne, il cui stile - che sembra risentire di quella che ormai pare una sorta di "scuola transalpina" del sax, che ha tra i suoi rappresentanti giovani ma affermate realtà come Sebastien Texier o Julien Lourau) si adatta come un guanto a quello di Sclavis. Coraggioso improvvisatore, pronto alla distorsione a fini espressivi, Baron dialoga infatti con le ance del leader in modo paritetico in numerosi brani (“Le verbe”, “Palabre”).

La presenza di alcune tracce più "sperimentali" (“Annonce”, ove Sclavis si produce in borborigmi nel tubo dello strumento, o la conclusiva title track, dove protagonisti sono rumori e suoni campionati, prodotti su una base sonora disegnata di fondo dalle due ance), di altre più delicate (le due “Premier imparfait”) ed infine di alcuni momenti davvero di eccezionale qualità dei passaggi strumentali (su tutti, l'assolo di soprano in “Story of a Phrase”) contribuiscono alla varietà di un lavoro la cui qualità complessiva non smentisce la fama dell'autore.

Track Listing

Premier imparfait (a); L'idée du dialecte; Premier imparfait (b); Le verbe; Dialogue with a dream; Annonce; Archéologie; Deuxieme imparfait; Convocation; Palabre; Le longs du temps; L'écrit sacrifié; Story of a phrase; L'imparfait des langues.

Personnel

Louis Sclavis
woodwinds

Louis Sclavis: clarinet, bass clarinet, soprano saxophone; Marc Baron: alto saxophone; Paul Brosseau: keyboards, sampling, electronics, guitar; Maxime Delpierre: guitars; François Merville: drums.

Album information

Title: L'Imparfait Des Langues | Year Released: 2007 | Record Label: ECM Records


< Previous
Last Exit Angel

Next >
Duets 1

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Shadow
Lizz Wright
Horizon Scanners
Jim Baker - Steve Hunt - Jakob Heinemann
Caught In My Own Trap
Kirke Karja / Étienne Renard / Ludwig Wandinger

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.