Brian Krock: Liddle

Fattosi conoscere dal pubblico internazionale per il magistrale debutto di Big Heart Machine, il sassofonista Brian Krock accantona per il momento l'orchestra e presenta in questi giorni il disco del nuovo sestetto comprendente il noto pianista Matt Mitchell (già con Tim Berne, Dave Douglas, Steve Coleman e propri gruppi) e il talentoso giovane chitarrista finlandese Olli Hirvonen (ascoltato con Donny McCaslin, Fabian Almazan e Adam O'Farrill).

L'estetica di riferimento è quella dell'avanguardia post free e non è casuale l'inclusione di uno storico brano di Anthony Braxton, ”Composition No. 23b”. Altri referenti citati dallo stesso Krock sono Steve Coleman, Tim Berne, il compositore di musica contemporanea Elliott Carter e lo scrittore James Joyce.

Il lavoro di scrittura è meticoloso ma non sacrifica interventi personali e confronti liberamente improvvisati. In alcuni momenti (”Memphis”, ”Please Stop”) lo svolgimento musicale è del tutto tradizionale, caratterizzato da cantabili melodie e assoli in sequenza. Come già nel disco orchestrale citato, Krock appare un improvvisatore fantasioso sia al sax contralto (il brano d'apertura ”Flip” mostra anche l'influenza di Henry Threadgill) che al clarinetto (esemplare in ”Saturnine”) Non sono da meno il logico e pregnante Matt Mitchell e il chitarrista Olli Hirvonen, sia nel ruolo solista che nelle brulicanti sottolineature timbriche. Altro brano significativo dell'album è il veemente ”Knuckle Hair” applicazione personale (condita di sonorità hard rock) delle teorie musicali di Carter.

Concludiamo con un apprezzamento per la splendida cover dell'artista grafico David Foarde.

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