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L'eclettismo di Satoko Fujii

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Mentre è uscito Solo, primo dei ben dodici album che Satoko Fujii ha annunciato per il 2018, anno in cui compirà sessant'anni, ci occupiamo qui di tre dei numerosi ed eccellenti lavori da lei pubblicati nel 2017, che ne illustrano particolarmente la poliedricità: nel primo infatti Satoko non è al pianoforte, bensì alla fisarmonica; nel secondo dalla tastiera guida un suo quartetto; nel terzo, infine, non suona ma dirige su sue partiture un'orchestra di improvvisatori.

Gato Libre
Neko
Libra
Valutazione: * * * *

Iniziamo da Neko, album dei Gato Libre, gruppo che opera da tredici anni e diretto dal suo compagno di vita, il trombettista Natsuki Tamura, nel quale come detto Fujii suona esclusivamente la fisarmonica. Nell'attuale formazione, Gato Libre è completato da Yasuko Kaneko al trombone e qui presenta sei brani, tutti di Tamura, caratterizzati da un clima di dolente lirismo e da grande libertà di improvvisare individualmente e dialogicamente. Si passa da momenti maggiormente venati di colori etnici, come nell'iniziale "Tama," ad altri estremamente riflessivi e quasi liturgici, come la conclusiva "Tora," passando per brani nei quali -pur immersa nel clima brumoso -predomina invece una scoppiettante dialogicità, come in "Yuzu." Se Tamura e Kaneko si muovono con libertà e lavorando prevalentemente sul piano timbrico, Fujii sorprende per il modo molto atipico in cui, lei pianista, suona la fisarmonica: con ampio uso di note lunghe, anch'essa attenta in primo luogo al timbro, si approssima alle sonorità del bandoneon, in ciò adattandosi perfettamente all'atmosfera sacrale dei brani. Pur nella sua sospesa dolenzia, un disco molto ricco e bello.

Satoko Fujii Quartet
Live at Jazz Room Cortez
Cortez Sound
Valutazione: * * * *

Il secondo album, Live at Corterz, documenta parte di un concerto tenutosi nella città giapponese di Mito, al Jazz Room Cortez, di scena un quartetto composto da Fujii, Tamura, il brillante violinista free Keisuke Ohta e il batterista Takashi Itani. In programma diverse composizioni della pianista, delle quali solo due, lunghe e complesse, sono state selezionate per il disco: "Convection," già registrata dalla pianista in trio nel 2013, di oltre diciotto minuti, e "Looking Out the Window," che nel 1997 dava il titolo al primo disco a proprio nome di Fujii, di quasi trentadue minuti.

Qui le atmosfere sono dinamicamente e ritmicamente molto più intense, in primo luogo grazie al lavoro svolto dal pianoforte e dalla batteria, che da soli costruiscono un tessuto di impressionante varietà e forza comunicativa -si ascoltino gli ultimi cinque minuti del primo brano -ma poi anche grazie agli interventi di Tamura e Otha, più cerebrale e orientato al suono il trombettista, viscerale e guizzante il violinista. Se il primo brano ha un andamento piuttosto classico per una formazione free, il secondo si apre invece con un lavoro al piano preparato che suona quasi come uno strumento etnico orientale e con interventi vocali da parte di Tamura e Otha, per poi proseguire in un crescendo dinamico e di pienezza sonora, fino a dar spazio agli assoli -splendido quello di Otha -e concludersi liricamente dopo un crescendo collettivo. Complessivamente un lavoro che illustra la molteplicità di orientamenti della pianista e le sue enormi qualità alla tastiera.

Satoko Fujii's Orchestra New York
Fukushima
Libra
Valutazione: * * * * ½

L'ultimo CD in esame, Fukushima, è una suite in cinque parti senza soluzione di continuità, basata su partiture grafiche e interpretata dalla Satoko Fujii's Orchestra New York. L'ensemble, attivo ormai da vent'anni e che ha pubblicato ben dieci album, è una vera all stars, in quanto raccoglie attualmente tra i suoi tredici elementi alcuni dei più importanti improvvisatori della scena newyorchese, dai sassofonisti Oscar Noriega, Ellery Eskelin e Tony Malaby, ai trombettisti Herb Robertson e Natsuki Tamura, fino al chitarrista Nels Cline, al bassista Stomu Takeishi a al batterista Ches Smith, mentre Fujii qui si limita (si fa per dire) a dirigere.

Come ben indica il titolo, la suite nasce dopo l'incidente nucleare del 2011, conseguenza del terremoto e dello tsunami che investì il Giappone, evento vissuto drammaticamente dall'artista. E quell'evento caratterizza in modo assai marcato le atmosfere del lavoro, che si apre ed è attraversato ripetutamente da soffusi e caotici rumori, che instaurano un clima di ansia sospesa. Su di essa si ergono, improvvisando, le singole voci, sia individualmente, sia in duetti e trii, per prodursi espressivamente nella costruzione di un discorso narrativo in miracoloso equilibrio tra la imprevedibilità -tratto caratteristico della scrittura grafica, nella quale solitamente è latente l'elemento lirico -e la compiutezza -resa invece possibile dal tratto drammaturgico che attraversa l'opera in filigrana.

Un lavoro ambizioso e mirabile, con alcuni momenti di altissimo livello (su tutti, il finale collettivo della quarta parte e il suo contrasto con la breve e liricamente dolente parte finale) e globalmente esempio concreto del concetto moderno di big band. Chissà se potremo mai apprezzare questo progetto dal vivo a casa nostra.

Elenco dei brani e dei musicisti:

Neko:

Brani: Tama; Momo; Mii; Hime; Yuza; Tora.

Musicisti: Natsuki Tamura: tromba; Yasuko Kaneko: trombone; Satoko Fujii: fisarmonica.

At Jazz Room Cortez:

Brani: Convection; Looking Out the Window.

Musicisti: Keisuke Otha: violino, voce; Natsuki Tamura: tromba, voce; Satoko Fujii: pianoforte; Takashi Itani: batteria.

Fukushima:

Brani: 1; 2; 3; 4; 5.

Musicisti: Oscar Noriega: sax contralto; Ellery Eskelin: sax tenore; Tony Malaby: sax tenore; Andy Laster: sax baritono; Dave Ballou: tromba; Herb Robertson: tromba; Natsuki Tamura : tromba; Joey Sellers: trombone; Joe Fiedler: trombone; Curtis Hasselbring: trombone; Nels Cline: chitarra; Stomu Takeishi: basso elettrico; Ches Smith: batteria.

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