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Le fiabe del jazz

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Le fiabe del jazz: "Il Soffio di Satchmo" / "I Giochi di Miles"

di Roberto Piumini - Claudio Comini

Edizioni Curci

Pagine 31 (libro + Cd) - Euro 15

Le fiabe del jazz, ovvero un modo per introdurre a questa strana musica i bambini di sei anni o poco più (fascia d'età indicata in copertina). Non so se ci siano stati altri tentativi prima di questo; sta di fatto che ci troviamo di fronte ad un'operazione editoriale tanto encomiabile e mirata quanto delicata e rischiosa. Cerchiamo di capire di cosa si tratta riferendoci a "Il soffio di Satchmo" e "I giochi di Miles," libri dedicati rispettivamente a Louis Armstrong e Miles Davis, ai quali la collana ne affianca altri tre che trattano Monk, Coltrane e Duke Ellington.

I testi delle fiabe, dovuti a Claudio Comini e Roberto Piumini, nomi ben noti in questo campo editoriale, materializzano vicende abbastanza sofisticate e immaginifiche. Quella su Armstrong, scritta in rima, contiene spunti di crudo realismo, con riferimenti alla guerra con il Messico e ai Ku Klux Klan, che hanno dato fuoco alla casa del contadino Goldy, per poi concludersi con un espediente favolistico di lieto ottimismo: l'intervento inaspettato e taumaturgico della stentorea tromba di Satchmo. Il racconto dedicato a Miles lo vede invece bambino che assume di volta in volta colori diversi, inventore di giochi e capo riconosciuto di una banda di scugnizzi che cominciano a fare della strada l'università della vita.

Le ambientazioni non si rifanno a spunti inerenti le biografie dei protagonisti. Anzi i personaggi vengono calati in ambienti estranei alla loro esperienza reale: Satchmo agisce in una sperduta zona rurale di uno Stato del Sud, mentre il bambino Miles gioca in una periferia urbana ai bordi di un fiume. Situazioni che non credo essi abbiano mai vissuto.

Anziché alla veridicità della sceneggiatura si punta piuttosto a far emergere le peculiarità delle personalità e dello stile dei due artisti: Miles il leader, la guida carismatica, nonostante il suo carattere burbero e introverso; Satchmo l'estroverso, il trascinatore, in grado di condurre sempre ad una soluzione semplice e brillante (dei problemi contingenti nella storia narrata, come degli sviluppi musicali nei suoi brani).

Le illustrazioni di Fabio Magnasciutti costituiscono uno degli aspetti più convincenti dell'edizione: colori intensi, fortemente chiaroscurati, e una pennellata grassa, pastosa e fluida tratteggiano scene essenziali, turgide, un po' sbilenche e personaggi in movimento, gommosi, quasi goffi. Questa scenografia, tutt'altro che naïf o leziosa, assume un'inflessione povera e marginale, ma vitale, che oggi potremmo definire terzomondista.

Le fiabe sono seguite da appendici di carattere didattico ben calibrate e condivisibili, stilate da Claudio Comini e Corrado Guarino: brevi biografie dei musicisti trattati, gustosi aneddoti che li riguardano e una selezione di voci su aspetti caratteristici del jazz (l'improvvisazione, l'interplay, la voce umana e la voce strumentale...).

Ad ogni libro è allegato un CD che riporta la lettura della fiaba. La voce recitante è quella fervida ma attempata dello stesso Piumini; forse si poteva trovare una soluzione più pertinente e accattivante. Segue anche la parte didascalica, un po' pedante, sulle caratteristiche del jazz, con testi ed esempi diversi da quelli riportati sulla carta. Si intende insomma permettere una duplice fruizione della fiaba, quella visiva e quella auditiva, fra loro complementari, che si possono sovrapporre e integrare.

Ottima la scelta dei brani musicali di Armstrong, incisi fra il 1926 e il 1958: lapidari, esemplificativi si alternano e s'intrecciano alla narrazione. Al contrario, per accompagnare la fiaba su Davis evidentemente non si è ottenuta l'autorizzazione per il recupero di sue incisioni originali e si è optato per interpretazioni di suoi brani da parte del quartetto di Corrado Guarino: il leader al pianoforte, Guido Bombardieri alle ance, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso, Stefano Bertoli alla batteria e la tromba dell'ospite Alberto Mandarini nella parte che fu di Miles. Tutta questa componente musicale, per quanto apprezzabile, risulta ripetitiva e non può dare un esempio autentico e incisivo di quello che fu il mondo strumentale e musicale del grande maestro.

Nella sua complessità l'operazione editoriale si rivela quindi lodevole e ben concepita, a parte gli squilibri a cui si è accennato. Ma quello che è fondamentale capire è a chi intende rivolgersi, chi è il suo utente ideale. Le fiabe degli autori Comini-Piumini e illustrate da Magnasciutti, per il loro tono e l'immaginario che sollevano, sono adatte per bambini in età scolare (più di seconda o terza che di prima elementare), anche se forse possono essere giudicate insolite e un po' astruse. Al contrario, tutta la parte didattica finale può essere affrontata, e a fatica, dai ragazzi delle scuole medie... o meglio ancora dai loro insegnanti di educazione musicale, che spesso sono totalmente a digiuno di jazz e che possono trovare qui spunti utili da filtrare e trasmettere poi agli allievi.


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