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Forgas Band Phenomena: L'Axe du Fou - Axis of Madness

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Forgas Band Phenomena: L'Axe du Fou - Axis of Madness
Credo fermamente che l'universo sonoro che ha sempre ruotato attorno alla celebrata "Canterbury Scene," da Caravan, Soft Machine e National Health in qua, sia - da quando ho l'età della ragione - una delle manifestazioni sonore più belle ed intriganti dell'intera storia della musica. Chi, alla fine dei Sessanta/inizi Settanta, ne è stato stregato, non è più riuscito a liberarsene restandone invischiato come mosca nel miele.

Folgorato sulla via di Damasco dal secondo lavoro discografico dei Soft Machine, l'oggi quasi sessantenne Patrick Forgas, drummer dal bel passato in terra di Francia, testimonia con sorprendente regolarità l'amore di oltre trent'anni verso i territori sonori di quell'incredibile stagione che coniugò alla perfezione dizionari di pop-rock e jazz in un melange mai più ripetuto agli stessi livelli.

L'Axe du Fou è il quarto lavoro di Forgas a capo di un settetto ormai stabile che - anche per un indubbia capacità tecnica instrisceca (è quasi un must per poter suonare le incredibili metriche del classico sound canterburyano) - ha preso il nome di "Phenomena". Oltre al metronomico leader, ci spiccano ai fiati Sébastien Trognon e Dimitri Alexaline, il chitarrista Benjamin Violet, il tastierista Igor Brover, il bassista Kengo Mochizuki e la sorprendente violinista polacca Karolina Miodecka. Provate a ripercorre nomi e cognomi appena segnati: pare un'internazionale. Ed è fondamentalmente ciò che troviamo alle basi delle nuove rivisitazioni canterburyane con cloni di Gilgamesh, Turning Point, Egg o Gong addirittura in terre giapponesi. Un secondo importante fattore per far comprendere quanto i grandi nomi del Canterbury Sound siano diventati veri fari di riferimento e, allo stesso tempo, di quanto radicato sia il verbo di questo particolarissimo universo sonoro, sicuramente brillante di luce propria.

Non è il caso, anche perché una presentazione discografica come questa, deve innanzitutto valere per coloro ai quali nomi come quelli di Mike Ratledge, Robert Wyatt, Pip Pyle, Dave Stewart, Barbara Gaskin, Phil Miller, Fred Frith oppure Hatfield and the North e Matching Mole non dicono più di tanto. L'opera di Forgas è ineccepibilmente un'altra goccia che non sposta un oceano sacro che non andrebbe mai dimenticato.

Chi etichetterebbe questo lavoro come jazz-rock o con altri "bollini" simili, commetterebbe un errore piuttosto grossolano. Gil Evans, Frank Zappa o Carla Bley lo confermerebbero immediatamente. Dunque, a parte i ricordi e le reminiscenze ovviamente rintracciabili, ci si diverta invece a comprendere lo straordinario universo sonoro e le arzigogolate architetture costituenti di un mondo davvero unico nel panorama musicale dell'ultimo mezzo secolo. Credetelo, c'è da restare stupiti ed incuriositi abbastanza per indagare ancora.

Da ultimo, una nota di merito alla Cuneiform, come sempre assolutamente attenta a tutto ciò che è innanzitutto e davvero musica.

Track Listing

La Clef (The Key); L'Axe du Fou (Axis of Madness); Double-Sens (Double Entendre); La 13eme Lune (The 13th Moon).

Personnel

Forgas Band Phenomena
band / ensemble / orchestra

Patrick Forgas: drums; Sebastien Trognon: tenor and soprano saxophones; Dimitri Alexaline: trumpet, flugelhorn; Benjamin Violet: guitar; Karolina Mlodecka: violin; Igor Brover: keyboards; Kengo Mochizuki: bass.

Album information

Title: L'Axe du Fou (Axis of Madness) | Year Released: 2009 | Record Label: Cuneiform Records


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