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NuvoleIncanto: La 500 gialla

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NuvoleIncanto: La 500 gialla
Bastano gli ottanta secondi scarsi del prologo a "Gioia e rivoluzione" in cui il tenore di Francesco Bearzatti dialoga da par suo col piano di Piero Mortara a elevare un onesto album di cover a musica d'arte, nonché a giustificarne una recensione su queste colonne, pur virtuali? Verosimilmente no, ma ritenendoci sufficientemente aperti anche a ciò che col jazz ha poco a che fare la spendiamo ugualmente.

Il disco riunisce canzoni per lo più degli anni Sessanta, "mitici" per antonomasia, fra le più gettonate e resistenti all'usura del tempo, con un'isola dedicata ai Settanta (brani da 11 a 13, per quanto anche "Il tempo di morire" dati 1970, rientrando però de facto nel primo filone).

Ci sono dei blocchi, dei percorsi trasversali, che per esempio privilegiano la "complessistica" (Rokes, Nomadi, Equipe 84, Formula 3, Area) e in qualche caso il suo legame con la nascente canzone d'autore (il Guccini di "Dio è morto," ma anche Battisti, che pure al fenomeno cantautoriale era non più che tangente); ci sono i cantautori, appunto, dall'Endrigo di "Era d'estate" (la cui presente versione fa largamente rimpiangere quella di Battiato in Fleurs 2) al Tenco di chiusura, a quelli più bagarreurs (non che Endrigo e Tenco non lo fossero), De André in testa, presente con due brani attaccati, come attaccati sono i tre di Battisti, e poi ancora i due di Finardi (presente in voce nel secondo).

Insomma, le chiavi di lettura di un album che tocca anzitutto la prudérie di chi quegli anni li ha vissuti (magari - come il vostro recensore - essendo ancora sufficientemente ragazzino da aver molto amato diversi di questi hit), sono molteplici. C'è tuttavia da dire della qualità dell'operazione, onestamente non trascendentale. C'è un'aria di celebrazione abbastanza acritica (si poteva incidere un po' di più nel restyling, diamine!), una vocalità abbastanza qualunque (a tratti ricorda un ipotetico Ruggeri dopo opportuna visita laringoiatrica), con le melodie più aperte che sono le vittime preferite della rete del cliché (l'attacco post-bearzattiano di "Gioia e rivoluzione," pezzo-totem degli Area, è di una banalità rabbrividente) e un senso complessivo dell'operazione che sinceramente sfugge. Decorosi i due De André e il Tenco di commiato, lodevolmente essenziale, bene gli strumentini di Rinaudo e la roboante chitarra di Venegoni nel "Tempo di morire," molto bene - lo si diceva - l'aforisma di Bearzatti (che graffia poi qua e là anche lungo il pezzo). Il resto manc(i)a.

Da ascoltare in auto (i mangia-CD non li fanno ancora, mannaggia) senza particolari cauchemars ad attanagliarci.

Track Listing

01. E' la pioggia che va; 02. Era d'estate; 03. Io che non vivo (senza te); 04. Questo vecchio pazzo mondo; 05. Dio è morto; 06. La canzone di Marinella; 07. La guerra di Piero; 08. 29 settembre; 09. Non è Francesca; 10. Il tempo di morire; 11. Musica ribelle; 12. La radio; 13. Gioia e rivoluzione; 14. Vedrai vedrai.

Personnel

Fabrizio Cotto (voce , chitarra); Gigi Venegoni (chitarre); Piero Mortara (fisarmonica, tastiere); Angelo Ieva (basso); Fabrizio Gnan, (batteria); Paolo Bonfanti (slide guitar) in 02; Beppe Gambetta (voce, chitarra) in 04; Fabio Rinaudo (cornamusa irlandese, flauto a fischietto) in 05 e 09; Roberto Tiranti (voce) in 07; Eugenio Finardi (voce) in 12; Francesco Bearzatti (sax tenore) in 13.

Album information

Title: La 500 gialla | Year Released: 2012 | Record Label: Self Produced

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