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Miles Davis: Kind of Blue (50th Anniversary Collector’s edition)

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Miles Davis: Kind of Blue (50th Anniversary Collector’s edition)
Kind of Blue, il capolavoro del jazz, compie cinquant'anni. E la Columbia lo festeggia con una riedizione ricca di suggestioni e di fascino.

Un box di grande formato, elegante e autorevole, racchiude la replica in vinile blu particolarmente spesso dell’album originale, due CD e un DVD. Ad accompagnare le fonti musicali troviamo un volume di grande formato, ricchissimo di foto e di commenti, un poster di grande dimensioni che racchiude a mo’ di trittico rinascimentale tre scatti in bianco e nero eseguiti dal fotografo Don Hunstein durante la seconda seduta di registrazione, la riproduzione di un folder promozionale e alcune foto in bianco e nero dei protagonisti di questo bellissimo album. Sono allegate anche le riproduzioni fotostatiche delle note di copertina, nella versione scritta a mano da Bill Evans. Tutto è lasciato come era in origine: anche l’errore che coinvolgeva i titoli dei due brani del lato B. In queste note manoscritte i titoli sono invertiti, mentre poi nelle note pubblicate l’errore venne corretto. Anche se inizialmente furono pubblicate copie in vinile con l’etichetta che manteneva l’errore. Una sorta di ‘Gronchi Rosa’ del collezionismo legato al jazz. Degna di nota è la citazione iniziale fatta da Bill Evans di una forma di arte visuale giapponese che non consente ripensamenti, come riferimento per lo scenario nel quale questo album è stato immaginato e realizzato. Una sorta di precognizione del minimalismo che certamente è degna di essere segnalata.

La musica di Kind of Blue è ormai universalmente conosciuta e serve spesso come banco di prova per chi vuole cimentarsi con il jazz. Se un amico vi chiede un consiglio su qual è il disco migliore per iniziare a capire cos’è il jazz, la risposta solitamente è: “Kind of Blue di Miles Davis”. La perfetta integrazione fra Miles Davis e i suoi partner in queste registrazioni potrebbe servire per scrivere un saggio su come si organizza il lavoro e la componente emotiva di un piccolo gruppo di musicisti alle prese con nuovi temi e nuove strutture.

Il disco venne registrato in due sedute di registrazione che si tennero nei mitici studi della Columbia che si trovavano sulla 30ma Strada a New York. La prima si tenne nel pomeriggio e sera del 2 Marzo 1959, la seconda nel pomeriggio del 22 Aprile dello stesso anno. Miles Davis aveva quasi 33 anni, una età che in qualche modo rappresenta l’inizio della vera maturità. Con lui si ritrovarono negli studi della Columbia John Coltrane, qui impiegato esclusivamente al sax tenore, Julian Cannonball Adderley, al sax alto, il pianista Bill Evans, sostituito nel blues “Freddie Freeloader” da Wynton Kelly, il bassista Paul Chambers e il batterista Jimmy Cobb che aveva da meno di un anno preso il posto di Philly Joe Jones.

Miles presentò ai suoi compagni di avventura, direttamente in studio di registrazione, alcuni brani appena bozzettati che forse per la prima volta mettevano perfettamente a fuoco l’approccio cosiddetto ‘modale’ all’armonia delle composizioni stesse. I solisti venivano chiamati a esplorare ‘mood’ basati sulle scale invece che sugli arpeggi derivati dalla concatenazione degli accordi. Una scelta minimale, ma capace di produrre una intensità magistrale. Una svolta epocale che derivava dagli studi di George Russell e altri, una intuizione che partiva dall'analisi di come venivano utilizzati i modi tipici della musica greca dell’antichità. Una scelta coraggiosa che riduceva la densità accordale delle composizioni e lasciava maggiore libertà ai solisti.

Non furono necessarie troppe take e la perfezione raggiunta da questo gruppo di musicisti è in buona parte derivata anche dalla freschezza che caratterizza la prima esecuzione di un nuovo brano musicale. Ogni ripetizione toglie infatti qualcosa e Miles ne era ben consapevole. Allo stesso tempo solo partner musicali di altissima qualità possono essere in grado di realizzare un capolavoro come Kind of Blue senza avere prima provato a lungo brani che anche concettualmente rappresentavano una sfida importante, non solo da un punto di vista tecnico. Ma con John Coltrane, con Bill Evans e con gli altri musicisti, Miles Davis sapeva di essere al riparo da ogni rischio.

La partenza misteriosa di “So What” dà spazio ad un riff del basso che è ormai scolpito nella memoria di ogni appassionato di jazz moderno. Il gioco dei fiati nel semplicissimo tema a botta e risposta è un classico della musica del XX secolo. Non ci sono dubbi. Gli assoli sono perfetti, talmente ascoltati e assimilati che ormai potrebbero a loro volta diventare interessante materiale tematico per generare altra musica memorabile.

Il blues “Freddie Freeloader” è la quintessenza della coolness di Miles. L’eccitazione viene raggiunta senza sprecare una goccia di sudore. Al piano siede Wynton Kelly, certamente più aderente alla matrice originale del blues e capace di danzare sul ritmo con una scioltezza che non ha paragoni. La ritmica è flessibile e sorniona, capace di scrivere un trattato semplicissimo sull’arte dell’accompagnamento. John Coltrane snocciola un assolo intenso nel quale iniziano a fare capolino le accumulazioni che caratterizzeranno la sua memorabile avventura musicale degli anni sessanta.

Per “Blue in Green” Miles Davis si limitò a suggerire al pianista Bill Evans di lavorare sulla concatenazione di un paio di accordi alterati. Il pianista si portò il compito a casa e arrivò in studio con questa composizione enigmatica che ancora oggi offre materiale di riflessione per chi vuole cercare di analizzare il jazz modale e il mistero della perfezione. L’esecuzione è rarefatta e misteriosa, il tema è soffuso e pieno di fascino. Le luci si spengono e la musica fluisce liberamente nell’aria tiepida della notte, alla ricerca della fonte della magia che ci sta accarezzando l’anima. I fiati entrano in punta di piedi, per non rompere l’incantesimo.

Nella vecchia edizione in vinile a questo punto si cambiava lato (e lo stesso si può fare con questa versione in vinile blu, anche se i più pigri preferiranno certamente il CD).

“All Blues” è diventato uno dei temi più suggestivi del jazz dagli anni sessanta in poi, trovando anche l’aggiunta di parole da parte di Oscar Brown (ricordiamo la bellissima versione di Julie Driscoll con Brian Auger, nell’album “Streetnoise”).

Ma qui, nella versione originale di questo brano immortale, le parole non servono. La partenza è affidata ad una figura rolleggiante del pianoforte, accompagnato da una frase circolare del basso e dalla batteria, discreta e capace di legare perfettamente il tutto. Il tempo è inconsueto, un 6/8 che i jazzisti intendono come una sorta di tempo di valzer raddoppiato. I fiati entrano e si spartiscono il bel tema senza sbagliare un accento. Gli assoli partono eleganti e intensi allo stesso tempo. Un'altra esecuzione scolpita nella pietra. Una prima take inarrivabile.

“Flamenco Sketches” chiude l’album con una lunga cavalcata dove l’idea modale si esplicita nella maniera più tangibile. Sono cinque scale di derivazione spagnoleggiante che si susseguono liberamente, lasciando al solista di turno la libertà di decidere il momento del passaggio da una scala all’altra. Lo stato di grazia dei musicisti toglie qualsiasi sensazione di macchinosità. La musica splende e riluce nel sole caldo dell’Andalusia, lasciando la giungla urbana di New York fuori dalla porta.

Come si diceva in questo cofanetto l’album originale è fedelmente replicato nell’edizione ‘pregiata’ in vinile blu. Nel CD numero uno i cinque brani originali occupano la prima parte del dischetto argentato per poi dare spazio a preziosi frammenti catturati dal nastro in sala di registrazione. E’ presente una versione alternativa completa di “Flamenco Sketches” e alcune false partenze e aggiustamenti degli altri brani. Nel volume allegato troviamo anche la trascrizione dei dialoghi che possiamo ascoltare in queste traccie aggiunte, con i musicisti che scherzano con Miles e con i tecnici, con indicazioni, a volte criptiche nella loro secchezza, del trombettista ai suoi compagni.

Nel secondo CD troviamo invece materiale inciso meno di un anno prima dallo stesso sestetto, con una briosa versione di “Love for Sale”. La chiusura di questo secondo CD è affidata ad una lunga versione dal vivo di “So What” registrata in Olanda nell’aprile del 1960 nel corso dell’ultimo tour di John Coltrane con Miles Davis. Wynton Kelly siede al pianoforte e Cannonball è assente.

Il DVD che completa questo splendido cofanetto è un documento davvero prezioso e raccoglie moltissime testimonianze di musicisti e addetti ai lavori che offrono mille dettagli su Kind of Blue e sul jazz in generale. Di particolare rilievo è la testimonianza di Jimmy Cobb, l’unico sopravvissuto del sestetto. Il DVD contiene anche la versione integrale del celebre documentario in bianco e nero “The Sound of Miles Davis” registrato agli inizi di aprile del 1959 a cura del giornalista televisivo Robert Herridge. E’ presente anche l’orchestra di Gil Evans, pronta a d accompagnare il quintetto di Miles Davis in tre brani tratti da Miles Ahead. Curiosamente nella esposizione tematica di “So What” (unico brano proveniente da Kind of Blue) il trombonista Frank Rehak prende il posto dell’assente Cannonball Adderley. In questo brano l’orchestra è presente solo per l’introduzione e lascia poi posto al gruppo di Miles.

Tutto il percorso che ha portato alla registrazione di questo capolavoro è magistralmente ricostruito nel volume che accompagna il cofanetto, con saggi di Francis Davis, Ashley Kahn (che alcuni anni fa aveva scritto l’ottimo The Making of Kind of Blue) e Gerald Early. I dettagli discografici sono stati curati da Bob Belden e da Ken Vail. Particolarmente interessante è la riproduzione di ottima qualità dei provini dei tre rullini che il fotografo Don Hunstein scattò in occasione della seconda seduta di registrazione, quella che produsse “Flamenco Sketches” e “All Blues”. Tre rullini che documentano una seduta che rimarrà per sempre nella storia.

Track Listing

CD1: So What; Freddie Freeloader; Blue In Green; All Blues; Flamenco Sketches; Flamenco Sketches (Alternate Take); Freddie Freeloader (Studio Sequence 1); Freddie Freeloader (False Start); Freddie Freeloader (Studio Sequence 2); So What (Studio Sequence 1); So What (Studio Sequence 2); Blue In Green (Studio Sequence); Flamenco Sketches (Studio Sequence 1); Flamenco Sketches (Studio Sequence 2); All Blues (Studio Sequence). CD2: On Green Dolphin Street; Fran-Dance;Stella By Starlight; Love For Sale; Fran-Dance (Alternate Take); So What (Live April 9th, 1960).

Personnel

Miles Davis
trumpet

Miles Davis: trumpet; Julian "Cannonball" Adderley: alto saxophone; John Coltrane: tenor saxophone; Wynton Kelly: piano; Bill Evans: piano; Paul Chambers: bass; Jimmy Cobb: drums.

Album information

Title: Kind of Blue Fiftieth Anniversary Legacy Edition | Year Released: 2009 | Record Label: Legacy Recordings

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