Alessandra Franco - Giovanni Maier: Journeys

Il lavoro, infatti, esplora - sempre attraverso brani originali e con ampio uso dell'improvvisazione - la musica balcanica e quella della tradizione locale, il jazz e l'ambito classico, il blues e le sperimentazioni ("Beijing Radio" richiama alla memoria Demetrio Stratos e Sainkho Namtchylak), percorrendo però sempre un terreno solido e affidabile: quello della relazione tra i due artisti, che interagiscono sui suoni in modo coerente e tale da un lato da conferire alle diversità di ispirazioni una propria omogenità, dall'altro da esaltare la sofisticata tecnica vicendevolmente messa a disposizione.

La Franco ha una voce calda, ma soprattutto duttile, come si può evincere ascoltando un brano avvicinando e comparando brani come "The Other Blues" - nel quale la sua voce è scura e ruvida, molto "nera" e drammatica - con altri come il citato "Beijing Radio - nel quale viceversa la voce viene lasciata espandersi e vibrare, risultando assai più nitida e complessa - o come "Silk Road," dal sapore esotico orientale.

Maier, dal canto suo, impiega lo strumento nei modi più disparati - pizzicando, percuotendo, usando l'arco, cavandone rumori - e che, con la sua costante attività di ricerca, padroneggia a perfezione, offrendo alla partner molteplici contesti sui quali esprimersi.

Un disco, quindi, particolare e originale, che unisce la raffinata esibizione tecnica al viaggio in filigrana nelle tradizioni musicali più disparate, e che per questo potrà soddisfare una rosa ampia di possibili ascoltatori.

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