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John Scofield alla Casa del Jazz di Roma
John Scofield
Casa del Jazz
Summertime 2017
Roma
18.07.2017
Per il suo più recente tour europeo, che lo ha portato anche in Italia per tre date (la prima a Roma, dove lo abbiamo ascoltato), il chitarrista John Scofield ha rispolverato un progetto di qualche anno fa, presentandosi con la Überjam Band, un quartetto che aveva pubblicato tre album tra il 2002 e il 2013. Ad accompagnarlo, Avi Bortnick alla chitarra ritmica e live electronics (inclusi loops e campionamenti vari), Andy Hess al basso elettrico e Dennis Chambers alla batteria, unico cambiamento rispetto ai dischi (dove era presente Adam Deitch), ma già al fianco di Scofield in passato. Il gruppo nasce per proporre un jazz-funk che strizza l'occhio al pubblico delle jam band, e il repertorio del concerto pesca a piene mani dai tre album già realizzati. Unica eccezione, la riproposizione di un vecchio brano, "Blue Matter," che dava il titolo al primo album che il chitarrista aveva inciso insieme a Chambers nel 1986.
Il pubblico è accorso numeroso al concerto, a riprova che la scelta di Scofield (e di chi lo ha messo in cartellone nel ricco programma estivo alla Casa del Jazz) si è dimostrata vincente. Il chitarrista è naturalmente il protagonista principale con la sua chitarra, e per tutto il concerto mostra di volersi divertire e coinvolgere il pubblico. Nel tempo, il suo stile solistico si è fatto più fluido e meno spigoloso rispetto al passato, adeguandosi a un tipo di musica che ha meno legami col jazz puro, ma rimane sempre trascinante e creativa negli assoli.
Molti dei brani, come "Boogie Stupid," "Endless Summer" e "Al Green Song" sono presi dal più recente album inciso dal quartetto, Überjam Deux, lasciando maggior spazio alle improvvisazioni dei singoli. La musica del chitarrista è sanguigna, diretta, meno sofisticata che in altre occasioni, ma decisamente efficace nel suo proporsi come puro divertimento strumentale, da gustare così come è, senza troppi fronzoli. E il divertimento non manca, sia per Scofield che per il pubblico, che alla fine delle quasi due ore di concerto se ne va soddisfatto.
Foto (di repertorio): Andrea Rotili
Casa del Jazz
Summertime 2017
Roma
18.07.2017
Per il suo più recente tour europeo, che lo ha portato anche in Italia per tre date (la prima a Roma, dove lo abbiamo ascoltato), il chitarrista John Scofield ha rispolverato un progetto di qualche anno fa, presentandosi con la Überjam Band, un quartetto che aveva pubblicato tre album tra il 2002 e il 2013. Ad accompagnarlo, Avi Bortnick alla chitarra ritmica e live electronics (inclusi loops e campionamenti vari), Andy Hess al basso elettrico e Dennis Chambers alla batteria, unico cambiamento rispetto ai dischi (dove era presente Adam Deitch), ma già al fianco di Scofield in passato. Il gruppo nasce per proporre un jazz-funk che strizza l'occhio al pubblico delle jam band, e il repertorio del concerto pesca a piene mani dai tre album già realizzati. Unica eccezione, la riproposizione di un vecchio brano, "Blue Matter," che dava il titolo al primo album che il chitarrista aveva inciso insieme a Chambers nel 1986.
Il pubblico è accorso numeroso al concerto, a riprova che la scelta di Scofield (e di chi lo ha messo in cartellone nel ricco programma estivo alla Casa del Jazz) si è dimostrata vincente. Il chitarrista è naturalmente il protagonista principale con la sua chitarra, e per tutto il concerto mostra di volersi divertire e coinvolgere il pubblico. Nel tempo, il suo stile solistico si è fatto più fluido e meno spigoloso rispetto al passato, adeguandosi a un tipo di musica che ha meno legami col jazz puro, ma rimane sempre trascinante e creativa negli assoli.
Molti dei brani, come "Boogie Stupid," "Endless Summer" e "Al Green Song" sono presi dal più recente album inciso dal quartetto, Überjam Deux, lasciando maggior spazio alle improvvisazioni dei singoli. La musica del chitarrista è sanguigna, diretta, meno sofisticata che in altre occasioni, ma decisamente efficace nel suo proporsi come puro divertimento strumentale, da gustare così come è, senza troppi fronzoli. E il divertimento non manca, sia per Scofield che per il pubblico, che alla fine delle quasi due ore di concerto se ne va soddisfatto.
Foto (di repertorio): Andrea Rotili
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