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Arthur Kell Quartet: Jester
ByTrasferitosi a New York nei primi anni ottanta, dopo il diploma al conservatorio di Oberlin, Kell iniziò a collaborare con il meglio dell'avanguardia di allora (Bobby Previte, Wayne Horvitz, Marc Ribot, Mark Feldman, Thomas Chapin) ma interruppe nel decennio seguente per dedicarsi all'attività di militante ecologista, viaggiatore e insegnante in vari paesi del mondo tra cui (nel 1998) l'Italia.
Dalla fine degli anni Novanta ha ripreso l'attività artistica, a capo di varie formazioni comprendenti Brad Shepik, Steve Cardenas, Matt Wilson, Gerald Cleaver, Chris Cheek e altri. Da qualche anno Kell guida un quartetto che ha subìto pochi cambiamenti e con cui ha inciso nel 2008 il disco live Victoria - Live in Germany.
Tornando al disco attuale dedicato al Jester, francamente non cogliamo le correlazioni con la musica. Nelle note di copertina Kell sottolinea le implicazioni profonde della figura, assimilandola al trickster, il briccone divino studiato da Carl Gustav Jung che ne esplicitò le connotazioni archetipiche. Quella del briccone è una immagine primordiale, sovrumana e subumana allo stesso tempo; è un personaggio incosciente e insensato, scurrile e ridicolo, capace di rappresentare simbolicamente l'anima di un popolo non ancora giunto alla sua individuazione. Noi italiani ne sappiamo qualcosa.
In ambito artistico la figura del Jester dovrebbe stimolare un ricca, quanto sconcertante, produzione musicale ma la sua ambivalenza non si riflette nella musica del disco che si snoda nella piena adesione a modelli consolidati. Niente di sorprendente, nessuna sovversione delle regole ma un buon jazz contemporaneo, ritmicamente pulsante e ricco di apprezzabili interventi personali.
Non vorremmo, con le nostre considerazioni sul titolo, lasciare però al lettore un'impressione negativa anche perchè l'originalità non è così marcata nel jazz attuale.
Il percorso musicale di Jester si caratterizza per la ricca tensione collettiva, l'incisiva dinamica ritmica e gli ottimi interventi personali. In questo il ruolo di Loren Stillman è centrale e il sassofonista conferma la piena maturità del suo stile, forte di un eloquio fantasioso e un sound avvincente. Qui intrattiene un'intensa relazione con Brad Shepik, chitarrista tra i più dotati del decennio, raffinato ed essenziale, mentre Kell e Ferber provvedono a sostenerli con una scansione ritmica frastagliata e ricca di groove.
Tra i brani più coinvolgenti segnaliamo il serrato "Quarter Sawn," il dinamico "Jester" e il cantabile "Song for the Journey" con il basso del leader in posizione di primo piano.
Track Listing
01. Quarter Sawn - 10:05; 02. Ijinna - 9:27; 03. Jester - 06:00; 04. Song For The Journey - 10:21; 05. Anima Negra - 10:00; 06. Tiki Time Bomb - 08:41; 07. Arts Et Métiers - 9:17. Composizioni di Arthur Kell.
Personnel
Arthur Kell
bassArthur Kell (contrabbasso); Loren Stillman (sax contralto); Brad Shepik (chitarra); Mark Ferber (batteria).
Album information
Title: Jester | Year Released: 2012