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Intervista a Sonia Peana, anima del Quartetto Alborada e del progetto “Nidi di note”

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Il fatto che Sonia Peana dal 2003 sia moglie di Paolo Fresu (entrambi sardi, si sono conosciuti a Faenza nel 2000 durante la registrazione della Messa Jazz di Alfredo Impullitti) non può essere ignorato ed ha certo un peso determinante nella sua vita privata; non deve però risultare fuorviante nell'affrontare un'intervista che cerca di approfondire le tappe fondamentali della sua formazione e della sua carriera di musicista e didatta.

Determinazione, sensibilità e dolcezza sono le doti essenziali che le hanno permesso di raggiungere soddisfazioni personali anche a costo di notevoli sacrifici. Nata ad Alghero nel 1968 ha cominciato a studiare il violino fin da bambina; dopo un percorso formativo composito è arrivata a diplomarsi presso il conservatorio di Pescara nel 1992. Parallelamente ha frequentato il DAMS presso l'Università di Bologna, città in cui oggi risiede.

La sua attività variegata di concertista è sfociata nella fondazione del Quartetto Alborada alla metà degli anni Novanta; con questa formazione ha affrontato vari repertori di musica contemporanea e svariate collaborazioni con altri musicisti appartenenti a diversi ambiti musicali. Da molti anni svolge con passione anche un'intensa attività didattica rivolta prevalentemente ai bambini, giungendo a dare vita lo scorso anno al complesso e meritorio progetto "Nidi di note" (www.nididinote.it), che coinvolge i bambini degli asili nido e delle scuole materne.

Di tutti questi argomenti, forse insoliti per i lettori di All About Jazz, parliamo nell'intervista concessaci da Sonia Peana.

All About Jazz: Comincio a bruciapelo con una domanda insidiosa, anche per sgomberare subito il campo da un tema che se rimane latente può diventare condizionante: per la tua attività musicale essere moglie di Paolo Fresu ti avvantaggia, ti ostacola o ti è indifferente?

Sonia Peana: Essere moglie di Paolo mi ha fatto crescere musicalmente, nel senso dell'atteggiamento verso la musica. Il suo approccio a quest'ultima, oltre a essere molto libero e creativo, è molto positivo; lui non conosce la paura di sbagliare, che invece nella mia formazione musicale classica è uno dei tanti blocchi che ostacolano la creatività e la serenità dell'esecuzione. Da Paolo ho imparato il piacere di stare sul palco e, a differenza di prima, quando ora suono col mio quartetto d'archi non vedo l'ora di salire in scena, gioia che prima non provavo a causa di tante inutili insicurezze.

L'altra faccia della medaglia è che lavoro un po' meno: alcuni credono che essendo sua moglie io non abbia più bisogno di lavorare, altri si creano dei problemi a chiamarmi per produzioni modeste o poco pagate a cui invece parteciperei volentieri se di qualità. La sua presenza è sicuramente ingombrante e agli occhi degli altri mi sento più moglie che musicista: è come se avessi perso una parte di me stessa, ma ne ho acquistata una di moglie e mamma e cerco di farlo al meglio, ma non sempre è semplice...

Il mio lavoro è cambiato molto perché ora siamo una famiglia con nostro figlio Andrea e per cercare di stare più vicina a Paolo e seguire al meglio la crescita di nostro figlio non ho più accettato i lavori in orchestra che richiedevano prove serali spesso in luoghi anche lontani da Bologna, dove risiediamo. Devo ammettere che le orchestre sinfoniche non le ho mai amate troppo ma le orchestre da camera e la musica barocca mi mancano tanto.

AAJ: Puoi sintetizzare le tappe fondamentali della tua formazione musicale? L'aver studiato il violino ti ha portato automaticamente verso l'ambito della musica classica?

S.P.: Ho iniziato a studiare il violino nell'istituto musicale di Alghero, la cittadina in cui sono nata. Devo dire che il violino non è stata una scelta espressamente mia: mia mamma dopo essersi accorta di una mia naturale propensione per la musica mi ha portata in quella scuola e la prima persona che ci ha accolto è stato proprio l'insegnante di violino che, dopo avermi fatto fare qualche prova cantata e ritmica, mi ha letteralmente accalappiata... in pratica non ho avuto possibilità di scelta. Il violino è uno strumento splendido e dopo alcuni anni di impegno ho capito che ciò che avevo appreso era prezioso e non potevo perderlo.

Col senno di poi credo che, se quel giorno ad accogliermi ci fosse stato un maestro di violoncello, forse avrei realizzato pienamente i miei sogni! Adoro i suoni gravi e quando ho trovato il mio attuale violino che è uno splendido strumento del 1800 con un suono morbido, pastoso e scuro come se fosse una viola me ne sono perdutamente innamorata. Anche musicalmente amo le seconde parti e gli intrecci musicali che senza di loro non funzionerebbero, insomma non ho proprio piglio da primo violino...

Questa scelta mi ha fatto intraprendere un percorso classico che trovo comunque fondamentale per qualsiasi tipo di violinista, ma ho sempre ascoltato tanti generi diversi e a Bologna, grazie al DAMS e a un corso annuale di musica contemporanea e jazz frequentato nel 1995 presso Il Teatro del Guerriero, ho finalmente incontrato due grandi maestri che mi hanno aperto notevolmente verso "altro": il primo è Enzo Porta, uno dei migliori violinisti di musica contemporanea, e il secondo Bruno Tommaso, grande maestro di jazz e maestro di vita.

AAJ: Oggi che tipo di jazz prediligi?

S.P.: Adoro il jazz per la sua libertà e varietà; non amo il free jazz e il bebop, mentre mi piace tantissimo il periodo elettrico di Miles Davis e amo particolarmente i musicisti nordici che trovo estremamente interessanti e originali.

AAJ: Sei uno dei membri del Quartetto Alborada. Cosa ci puoi dire della sua nascita, evoluzione, repertorio, attività concertistica e discografica?

S.P.: Il Quartetto Alborada è nato, con una diversa formazione, in seno al progetto di formazione orchestrale "Band is Woman" dopo il corso annuale di formazione di musica contemporanea e jazz a cui ho accennato prima. Giungemmo alla costituzione di un'associazione e di una grande orchestra tutta al femminile che eseguiva repertori originali; ma muovere più di trenta musiciste diventava sempre più difficile e così nell'ambito del gruppo si sono create varie formazioni. Il quartetto nasce così e dal 1996, dopo lo scioglimento dell'associazione, ha avuto vita propria, affrontando repertori di musica contemporanea e jazz, collaborando con vari musicisti, partecipando a molti festival, nazionali e internazionali.

Come molti matrimoni che dopo anni non funzionano, il quartetto, che io ho sempre voluto e amato con tutta me stessa e a cui ho dato il nome, ha subìto un cambiamento quasi radicale e nel 2003 si è costituita la formazione attuale: Anton Berovski e me ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello. È con questa formazione che ho partecipato alle produzioni per me più interessanti, cominciando dalla collaborazione ai progetti di Paolo: "Scores!," "Il Rito e la memoria," "Think," "Barocco in pispisi," un progetto su Chet Baker, la registrazione della colonna sonora del film "Te lo leggo negli occhi" (di cui è uscito l'omonimo CD prodotto da Rai Trade) di Valia Santella prodotto da Nanni Moretti. Il Quartetto interviene in due CD di Paolo, Ethnografie e Think, oltre a un CD uscito con l'Espresso con gli arrangiamenti di Giulio Libano e con il quintetto di Paolo. Importante anche la collaborazione con Sheila Jordan, nata su idea di Roberto Cipelli e sfociata in alcuni concerti.

Infine ricordo l'unico disco del quartetto (il secondo è ora in fase di gestazione): Éthos, oltre ai nostri pezzi e a brani di musica contemporanea, contiene le collaborazioni a noi più care (Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Maria Pia De Vito, Daniele di Bonaventura, Angelo Adamo e Dj Cris). Il Cd è stato recentemente riedito dall'etichetta Tǔk Music dopo il ritiro della prima edizione della Dodicilune per via del divieto di Pärt, il cui brano "Fratres" è stato sostituito dall'"Ave Maria" sarda in cui intervengono la voce di Elena Ledda e la tromba di Paolo.

AAJ: Hai avuto anche altre esperienze professionali?

S.P.: Come violinista ho suonato in orchestre da camera e sinfoniche (Orchestra da camera di Bologna, Orchestra di Ferrara), partecipando a concerti in Italia e all'estero. Inoltre ho preso parte a numerose produzioni discografiche e colonne sonore di film; come turnista per la casa discografica Fonoprint ho registrato CD di vari artisti di musica pop: Lucio Dalla, Samuele Bersani, Andrea Bocelli, Elisa... Infine ho suonato in produzioni teatrali in qualità di violinista, violista e arrangiatrice.

AAJ: Un altro versante di cui parallelamente ti occupi da tempo è quello della didattica musicale. Un progetto che negli ultimi tempi ti sta molto a cuore è "Nidi di note," di cui sei l'ideatrice. Ci puoi raccontare come e quando è nato e quale è il suo obiettivo fondamentale?

S.P.: La didattica musicale mi appassiona e mi impegna da ormai vent'anni; i bambini richiedono molta energia, ma me ne hanno restituita altrettanta, mi hanno letteralmente insegnato questo mestiere, sono stati loro a correggere i percorsi che non funzionavano e inventarne degli altri, è con loro che ho imparato a improvvisare giochi musicali sempre nuovi. È diventato un lavoro estremamente stimolante e gratificante, torno a casa stanca e arricchita; le loro parole sono vere e senza filtri, in questo modo sanno insegnarti i valori più importanti, è con loro che riesco a vedere il mondo e il quotidiano in maniera diversa...

Il progetto "Nidi di Note" è nato da una serie di chiacchierate creative fatte con Silvia Cappelletti, che lavora ai servizi educativi del Quartiere Savena del Comune di Bologna ed è da anni una carissima amica, grande appassionata di musica, curiosa e sempre pronta a cimentarsi in nuovi progetti. Mentre discutevo con lei delle attività che mio figlio avrebbe fatto nel nido di quel quartiere mi sono resa conto che per l'ennesima volta la musica non aveva spazio e che i bambini dagli uno ai tre anni non avrebbero seguito nessun percorso che la riguardasse. Siamo consapevoli del fatto che in Italia l'educazione musicale è all'ultimo posto, lo Stato e i Comuni non hanno fondi a sufficienza... i soliti discorsi triti e ritriti, ma io come musicista e insegnante mi sono sentita responsabile e ho capito che rimboccandomi le maniche avrei potuto fare qualcosa. L'obiettivo di "Nidi di Note" è quello di sensibilizzare il pubblico e le istituzioni all'importanza dell'educazione musicale sin dalla più tenera età e regalare ai bambini un'esperienza unica che difficilmente potranno dimenticare e rimuovere.

AAJ: Come siete riusciti ad ottenere il finanziamento per avviare questo progetto?

S.P.: Con l'aiuto del Circolo Arci Container, Sandro Bastia (responsabile del servizio educativo del Quartiere Savena) e tutte coloro che lavorano nel Servizio educativo del Quartiere siamo riusciti a organizzare un concerto nel Maggio del 2010 il cui ricavato ha coperto i costi di due corsi di formazione per educatrici e quattro progetti musicali destinati ad altrettanti nidi. In quell'occasione, il regalo più grande ce l'hanno fatto gli artisti (Paolo Fresu, il Quartetto Alborada, l'attrice Milena Vukotic), oltre a Bruno Tognolini, al tecnico del suono Fabrizio dall'Oca e all'addetto all'ufficio stampa Luca Devito, che si sono prestati tutti gratuitamente alla riuscita del concerto.

AAJ: Quali modi, approcci, metodi si possono applicare per introdurre alla musica bambini così piccoli?

S.P.: I metodi utilizzati sia come argomento nelle master class che nei percorsi scelti sono svariati: l'apprendimento musicale secondo E.E.Gordon, il movimento guidato dall'ascolto, giochi musicali che educhino i bambini all'ascolto attento, l'utilizzo di materiali musicali di vari generi (classica, jazz, canti popolari...), perché i bambini possano ricevere una gamma più ricca di suoni e ritmi e perché il loro orecchio non si formi solamente su un'organizzazione dei suoni occidentalizzata.

AAJ: Su quali partner istituzionali o collaboratori hai potuto contare nella realizzazione di questo progetto?

S.P.: Il progetto non ha ancora trovato sponsor e non riceve alcun sostegno economico dalle Istituzioni; è tenuto in piedi a fatica solo con i fondi ottenuti dagli spettacoli da noi organizzati (uno è già stato realizzato nel maggio 2010, l'altro a Giugno del 2011, il terzo lo sarà a breve) e grazie ai soggetti che invece lo supportano con forza e volontà, che sono: il Quartiere Savena, il Circolo Arci Container, le educatrici, musiciste e artiste che ho chiamato come insegnanti dei percorsi e tutti i favolosi musicisti che si offrono per garantirci una buona affluenza di pubblico. Sono molto contenta perché siamo riusciti a ottenere anche il patrocinio del SagGem (Gruppo per l'Educazione Musicale del "Saggiatore Musicale," l'Associazione che fa capo al Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna).

AAJ: Dall'esperienza già acquisita durante le attività di "Nidi di Note" dello scorso anno, hai tratto degli insegnamenti che ti permettono di correggere il tiro nell'attuazione del prossimo ciclo, o che ti stimolano ad altre iniziative?

S.P.: In realtà l'esperienza è stata talmente positiva che l'unica cosa che vorrei è estendere i laboratori a molte più scuole, come ad esempio quelle dell'infanzia, completare i percorsi già intrapresi con i più piccoli e quindi coinvolgere altri esperti, ma è una meta molto ambiziosa e per questo avremo bisogno di molti fondi. Le idee sono davvero tante e belle e il successo dello scorso anno scolastico ci obbliga a non mollare.

Grazie alla disponibilità di Bruno Tognolini, fantastico scrittore di letteratura per l'infanzia e ideatore della mitica "Melevisione," ho deciso di pubblicare un libro per bambini che segua le tappe dell'apprendimento musicale da me intraprese negli anni; sarà un libro poetico, ma nello stesso tempo educativo e con una grafica di qualità, a questo seguirà un'applicazione per piattaforme come l'Ipad e gli smart Phone, in cui i bambini potranno interagire più attivamente e potranno apprendere le prime basi dell'educazione musicale. Buona parte del ricavato delle vendite andrà a sostenere il progetto.

AAJ: In quali scuole e quando si svolgerà l'attività didattica del prossimo ciclo?

S.P.: Come speriamo, ma tutto dipenderà dal ricavato del prossimo concerto, le attività saranno rivolte ai nidi e alle scuole dell'infanzia del Quartiere Savena; organizzeremo ancora delle master class, speriamo almeno due, e tutto si svolgerà a partire da Gennaio 2012.

AAJ: Per promuovere l'iniziativa e raccogliere fondi state appunto organizzando un concerto che si svolgerà a Bologna il prossimo 14 novembre: dove si terrà, chi suonerà e con che repertorio?

S.P.: Il concerto della sera del 14 Novembre si svolgerà al Circolo Arci Benassi di Bologna e questa volta accoglierà molti musicisti, di ambito jazz e classico. Suonerà il Devil Quartet (Paolo Fresu, Bebo Ferra, Paolino dalla Porta e Stefano Bagnoli). Io, Anton Berovski e Piero Salvatori del Quartetto Alborada suoneremo da soli e col Devil. Inoltre si esibirà Roberto Cipelli al pianoforte, mentre i pianisti classici Chiara Sintoni e Paolo Somigli eseguiranno tre brani a quattro mani dal Peer Gynt di Edvard Grieg. Ci sarà anche la partecipazione dello scrittore Bruno Tognolini, che leggerà alcuni dei suoi testi, e di Ada Grifoni, danzatrice di flamenco.

(Si ringrazia Gabriella Sartini per la collaborazione)

Foto di Nico Marziali (la seconda) e G.Cardoni (la terza).


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