Ran Blake - David Fabbris: Indian Winter

Il pianismo di Ran Blake è difficilmente etichettabile, rispettoso della tradizione, con riusciti omaggi, tra gli altri, a musicisti come Duke Ellington e Horace Silver, ma assolutamente originale nella sua concezione esecutiva, fatta di minimi impulsi, sequenze narrative accennate, dissolvenze incrociate e fermo-immagine.

Pianismo che in questo Indian Winter si combina magnificamente con la chitarra elettrica di David Fabris, già suo allievo al Contemporary Improvisation Departement del New England Conservatory di Boston e collaboratore fin dagli anni novanta in diverse avventure discografiche. Anche la chitarra di Fabris si muove in territori in qualche modo minimalisti, e ha dalla sua una precisione di tocco, una incisività ed una ricchezza timbrica davvero invidiabili.

Come ben evidenziato dalla solitaria interpretazione della zappiana “Marqueson’s Chicken“, nella quale Fabris oltre a mettere in mostra una rispettosa sensibilità passa con disinvoltura da sonorità acustiche orientaleggianti a raffinati fraseggi nella pura tradizione della jazz-guitar fino all’uso di effetti saturi di elettricità cari a certo rock progressivo.

Ed in un vero e proprio compendio di mezzo secolo di musica con autori che vanno da Francis Lai a Ornette Coleman, da Duke Ellington a Stevie Wonder, da Kurt Weill a Ray Charles, la capacità di arrivare all’essenza delle composizioni associata ad una sobria eleganza interpretativa risultano le carte vincenti di un’incisione davvero interessante.

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