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Tony Malaby Paloma Recio: Incantations
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Grazia, ricerca, controllo. Queste le sicure basi sulle quali si muove il nuovo lavoro della personale "club band" del sassofonista Tony Malaby, sorta di vero must dei tempi del jazz moderno. All'opera è un quartetto di grandi talenti. Oltre al leader (al tenore e al soprano), rendono bellezza all'arte musicale Ben Monder alla chitarra, Eivind Opsvik al contrabbasso e Nasheet Waits, sempre più "batterista pensante" del jazz contemporaneo.
Ma il gruppo Paloma Recio, oltre ad essere una perfetta club band in stile newyorkese, è anche l'esemplificazione più totale dell'intimo di Malaby, che mai come in questa formazione riesce ad andare nel profondo della sua capacità creativa. Lirico e ispirato, il cinquantaduenne sassofonista di Tucson, è riuscito a costruire un perfetto combo, in equilibrio con le convenzioni jazzistiche odierne e dove riesce a mettere a fuoco la straordinaria tavolozza di colori di cui è da sempre ricca la sua musica. Talmente vasta da spesso non dare a vedere quale sia il profondo spessore espressivo che chi lo conosce a fondo, gli reputa da sempre, avvicinandolo di sovente agli espansivi mondi para-armonici di Albert Ayler.
Stile e fraseggio, unite a una tecnica prodigiosa fanno la cifra anche di questo notevole lavoro. Letteralmente caleidoscopico, l'interplay che Malaby riesce a creare in questo quartetto, è sul serio da valutare con profondo rispetto. Impressionista e modulare, l'incedere di ognuno dei quattro lunghi episodi di questo Incantations riesce a fornire una chiara idea delle empatie di cui può essere ricca la materia jazzistica tout-court.
Congeniali e meravigliosamente asserviti alla causa, sono poi i contributi idiomatici di tutti i primattori di questo quartetto a partire da quelli di Ben Monder, brillante appoggio "ambientale" e la sicura ed espressiva ritmica di Opsvik e Waits. "Smoky lounge-jazz" è riuscito a definire il risultato l'articolista Derek Stone: fra le tante aggettivazioni collezionate da questo gruppo, sicuramente una delle più accurate anche se il "fumoso" è ovviamente da collegare alle dense atmosfere dei jazz club quando la notte è più scura e più vicina è l'alba. Che poi le Incantatations del titolo siano anche state concesse alla Clean Feed portoghese rende la torta perfetta. Bop emozionale, poliritmico, distintivo, razionale. Ma anche melanconico e diversamente ritmico.
Insomma, un disco con queste caratteristiche non può passare inosservato. E nemmeno il signor Malaby, che viaggia ormai spedito nel cielo dei giusti. E ricorderemo certamente anche l'orgasmico finale dell'ultimo brano del lavoro (Procedure, vicino ai 18 minuti): cose che fanno bene alla mente e all'anima.
Grazie Malaby.
Ma il gruppo Paloma Recio, oltre ad essere una perfetta club band in stile newyorkese, è anche l'esemplificazione più totale dell'intimo di Malaby, che mai come in questa formazione riesce ad andare nel profondo della sua capacità creativa. Lirico e ispirato, il cinquantaduenne sassofonista di Tucson, è riuscito a costruire un perfetto combo, in equilibrio con le convenzioni jazzistiche odierne e dove riesce a mettere a fuoco la straordinaria tavolozza di colori di cui è da sempre ricca la sua musica. Talmente vasta da spesso non dare a vedere quale sia il profondo spessore espressivo che chi lo conosce a fondo, gli reputa da sempre, avvicinandolo di sovente agli espansivi mondi para-armonici di Albert Ayler.
Stile e fraseggio, unite a una tecnica prodigiosa fanno la cifra anche di questo notevole lavoro. Letteralmente caleidoscopico, l'interplay che Malaby riesce a creare in questo quartetto, è sul serio da valutare con profondo rispetto. Impressionista e modulare, l'incedere di ognuno dei quattro lunghi episodi di questo Incantations riesce a fornire una chiara idea delle empatie di cui può essere ricca la materia jazzistica tout-court.
Congeniali e meravigliosamente asserviti alla causa, sono poi i contributi idiomatici di tutti i primattori di questo quartetto a partire da quelli di Ben Monder, brillante appoggio "ambientale" e la sicura ed espressiva ritmica di Opsvik e Waits. "Smoky lounge-jazz" è riuscito a definire il risultato l'articolista Derek Stone: fra le tante aggettivazioni collezionate da questo gruppo, sicuramente una delle più accurate anche se il "fumoso" è ovviamente da collegare alle dense atmosfere dei jazz club quando la notte è più scura e più vicina è l'alba. Che poi le Incantatations del titolo siano anche state concesse alla Clean Feed portoghese rende la torta perfetta. Bop emozionale, poliritmico, distintivo, razionale. Ma anche melanconico e diversamente ritmico.
Insomma, un disco con queste caratteristiche non può passare inosservato. E nemmeno il signor Malaby, che viaggia ormai spedito nel cielo dei giusti. E ricorderemo certamente anche l'orgasmico finale dell'ultimo brano del lavoro (Procedure, vicino ai 18 minuti): cose che fanno bene alla mente e all'anima.
Grazie Malaby.
Track Listing
Glass; Artifact; Hive; Procedure.
Personnel
Tony Malaby
saxophone, tenorTony Malaby: sassofono (soprano, tenore); Ben Monder: chitarra; Eivind Opsvik: contrabbasso; Nasheet Waits: batteria.
Album information
Title: Incantations | Year Released: 2016 | Record Label: Clean Feed Records
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About Tony Malaby
Instrument: Saxophone, tenor
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