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Giovanna Pessi - Susanna Wallumrød: If Grief Could Wait
ByLa Wallumrød, sorella del noto tastierista e compositore Christian, è cantante di stile e voce tipicamente nordiche - eterea la seconda, sospeso e rarefatto il primo - che si muove usualmente sui territori del pop colto nei quali ha da tempo un riconoscimento internazionale. La Pessi ha invece una formazione classico-barocca - quasi inevitabilmente, visto lo strumento - che ha coltivato presso la Schola Cantorum di Basilea e suonando sotto la direzione di personalità come Nikolaus Harnoncourt e Marc Minkowski. Due musiciste apparentemente lontane, ma che qui - nello stile sperimentale caro a Manfred Eicher - mettono a frutto le differenze, andando a rileggere un repertorio in prevalenza tratto nientemeno che da Henry Purcell, ma che vede anche brani di Leonard Cohen, Nick Drake e due belle composizioni della stessa Wallumrød.
La differenza è quindi molto presente anche nel materiale tematico; eppure, grazie a un lavoro di scarnificazione, di scavo e di reinterpretazione libera da precomprensioni, il risultato è non solo estremamente coerente, ma soprattutto straordinariamente affascinante. Merito della cura dedicata all'operazione - non a caso cofirmata dalle due artiste, in tutta evidenza autrici di un lavoro di reciproco avvicinamento - che ha permesso da un lato di creare una situazione espressiva ideale, dall'altro di esaltare le qualità dei musicisti.
In primo luogo della voce della Wallumrød, che sullo sfondo dei fraseggi caldi dell'arpa barocca ha modo di sospendere magicamente melodie così lontane nel tempo, ma così vicine nel sentire. In secondo luogo della stessa Pessi, coprotagonista in costante accompagnamento della cantante. Ma non di meno dei due altri membri del quartetto, specialisti di strumenti anch'essi originalmente inseriti nel contesto atipico: Jane Atchman, che alla viola da gamba offre profondità e colore più scuro alle atmosfere; Marco Ambrosini, che con la nyckelharpa - raro strumento di origine svedese, dal suono invece più aspro e acuto - offre ulteriori toni a una musica che proprio sull'intreccio delle differenti sfumature ha il suo tratto caratteristico.
Un ascolto attento e ripetuto permette di apprezzare il fatto che, al variare delle fonti, non tutto rimane uguale, la qual cosa mostra che le differenze si possono apprezzare anche alla fine di un lavoro di assimilazione. Merito dell'improvvisazione, che - sebbene in forme lontane dalle modalità propriamente jazzistiche - abbonda e connota caratteristiamente le strutture, di base legate alla forma canzone. Così che, alla fine, forse i momenti più alti di un lavoro complessivamente splendido (per apprezzare in vitro l'eccellenza dei suoni, si ascolti la strumentale "New Ground") sono proprio le due tracce originali, a firma della Wallumrød: in particolare, la lunga "The Forester" è davvero superba.
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Track Listing
The Plaint; Who By Fire; If Grief Has Any Pow'r to Kill; The Forester; A New Ground; You Know Who I Am; Hangout; O Solitude; Which WIll; A New Scotch Tune; Music for a While; A New Scotch Tune, Var.; An Evening Hymn.
Personnel
Giovanna Pessi: baroque harp; Susanna Wallumrød: voice; Jane Achtman: viola da gamba; Marco Ambrosini: nyckelharpa.
Album information
Title: If Grief Could Wait | Year Released: 2012 | Record Label: ECM Records
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