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Mauro Ottolini: I Separatisti Bassi
ByIl progetto non era facile da realizzare: servivano i collaboratori giusti - musicalmente preparati a un'impresa atipica del genere e con cui avere l'intesa umana necessaria - un repertorio "mirato" e studiato in modo da rendere la ricchezza timbrica della tipologia di strumenti, e infine delle occasioni di suonare - cosa oggi non facile per nessuno che cerchi di uscire dai binari del "premasticato".
Non contento di queste difficoltà, "Otto" ne ha aggiunte altre, inserendo nel programma nientemeno che un'opera di Arnold Schönberg: i Sechs kleine Kalvierstücke Op. 19. Apparentemente a sorpresa, in realtà con buonissime ragioni, come lo stesso Ottolini spiega nell'intervista che gli abbiamo fatto assieme ad Alfonso Santimone, anch'egli autore di un lavoro - Ecce Combo, realizzato con i suoi Laser Pigs - che prende a spunto la medesima opera del Maestro viennese.
Il mosaico s'è alla fine composto il 20 marzo del 2010, presso il Teatro Sociale Arrigoni di S. Vito al Tagliamento, grazie a Flavio Massarutto, direttore artistico del locale Jazz Festival. E - grazie a Stefano Amerio, che ha registrato live il concerto e poi prodotto per Artesuono il CD - adesso possiamo ascoltare la realizzazione del sogno.
Si tratta di un tentetto nel quale - a parte il pianoforte, il theremin e la batteria - tutti gli strumenti hanno registro grave. Spesso figurano strumenti poco usati, presenti al massimo in alcune opere orchestrali del Novecento - come il sassofono contrabbasso, il flauto basso, l'armonica bassa. Tenerli assieme e assegnar loro parti solitamente proprie di strumenti all'apparenza più duttili da un lato non era facile, dall'altro era senza dubbio stimolante - così come lo è l'ascolto. Il programma è una composita suite articolata su cinque brani e dedicata al compositore (ovviamente dei Paesi Bassi...) Louis Andrissen, come omaggio ad un suo lavoro del 1975 - Workers Union - a sua volta dedicato alle lotte sindacali (torna qui in Ottolini l'attenzione al tema politico, già presente nel recente The Sky Above Braddock). Ma la linearità della suite è volutamente intaccata dall'introduzione, tra le tracce, di altre composizioni, a cominciare dalla già citata opera di Schönberg, per proseguire con un omaggio a Luigi Nono e brani di Maier, Succi, D'Agaro (presenti in organico) e perfino Harry Mancini.
Tenendo fede all'ispirazione schönberghiana, molti dei brani sono brevissimi, caratterizzati dall'improvvisazione che, qui, è soprattutto timbrica. Ma vi è anche una grande varietà tematica, che favorisce la sperimentazione di un organico così atipico. E che funziona prevalentemente in modo orchestrale, facendo interagire le sonorità. E dando quasi sempre l'impressione di una forte compattezza articolata al proprio interno. Sbaglierebbe tuttavia che, visto l'organico, si aspettasse un lavoro dalle tinte "scure": nonostante gli strumenti dal timbro grave, infatti, i colori sono cangianti e le atmosfere sono in prevalenza energiche e incalzanti, con punte in "Bassi, fondi" e "Let's Have Another One," omaggio di D'Agaro alla musica sudafricana.
Lavoro complesso e gustoso, che va ben aldilà della curiosità suscitata dall'originalissimo organico; proprio come voleva dimostrare Ottolini, convinto che gli strumenti bassi abbiano non già minori possibilità espressive degli altri, bensì "almeno il doppio".
Il CD include anche una traccia video - "Break" - di Alberto Fasulo e Flavio Massarutto, sette minuti che provano a raccontare per immagini il processo creativo del gruppo.
Track Listing
1. Paesi Bassi - 6:09; 2. Low Orbits (G. Maier) - 8:15; 3. Bassi, fondi (Bazzani/Ottolini) - 7:22; 4. Sechs Kleine Kalvierstücke op. 19, n. 1 (A. Schönberg) - 1:24; 5. Sechs Kleine Kalvierstücke op. 19, n. 2 (A. Schönberg) - 2:54; 6. Sechs Kleine Kalvierstücke op. 19, n. 3 (A. Schönberg) - 1:07; 7. Sechs Kleine Kalvierstücke op. 19, n. 4 (A. Schönberg) - 0:34; 8. Sechs Kleine Kalvierstücke op. 19, n. 5 (A. Schönberg) - 0:42; 9. Sechs Kleine Kalvierstücke op. 19, n. 6 (A. Schönberg) - 0:57; 10. Brass Separatist in Hat - P 14 - 2:44; 11. Luigi IX’s Funeral - 1:34; 12. Pernice Fresca (A. Succi) - 6:41; 13. Basso mosso con Brie - 0:13; 14. I Separatisti Bassi - 0:54; 15. Let’s Have Another One (D. D’Agaro) - 6:17; 16. Pink Elephant on Parade (H. Mancini) - 5:28; 17. Paesi Bassi “Low Band Final Cluster” - 2:40. Ove non indicato le composizioni sono di Mauro Ottolini.
Personnel
Achille Succi
clarinetMauro “8” Ottolini (trombone, tromba bassa, sousaphone), Achille Succi (clarinetto basso), Massimo De Mattia (flauto basso e contralto), Franz Bazzani (pianoforte), Giovanni Maier (contrabbasso), Vincenzo Vasi (theremin, elettronica, voce e giocattoli), Gianni Massarutto (armonica bassa blues), David Brutti (sax basso, contrabbasso e baritono), Daniele D’Agaro (sax baritono), Mirko Sabattini (batteria e batteria preparata).
Album information
Title: I Separatisti Bassi | Year Released: 2011 | Record Label: Luminescence Records
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