Daniel Erdmann & Samuel Rohrer Quartet: How to Catch a Cloud

Con simili partners i due leader del quartetto vanno a nozze, il batterista Samuel Rohrer divertendosi a slittare da un rigoroso sostegno ritmico a scomposizioni metriche apparentemente scombinate, il sassofonista Daniel Erdmann mostrando al sax tenore una sonorità calda, robusta, classica che abbina ad un fraseggio contemporaneo con lampi di rabbiosa e allucinata intensità.

Il brano che forse meglio rappresenta l'estetica dell'incisione è "5463". Inizio da jazz cameristico, qualche ricordo del Giuffrè sound, il violoncello di Courtois che suona come la prima voce di un quartetto d'archi, una melodia dai contorni settecenteschi. Poi, lentamente, il brano acquista elettricità dalla chitarra, sospinto verso l'energia del rock da riff ossessivi fino ad arrivare al finale disordinato e caotico in dissolvenza.

Da segnalare come nelle dettagliate informazioni di copertina, accanto ai titoli dei brani e del CD vengano riportati i nomi dei musicisti senza l'indicazione degli strumenti. Un assenza che sottolinea il carattere collettivo della registrazione e un'idea di jazz svincolata da assoli e sequenze preordinate. È il concetto di massa sonora che assume valore, di una entità indipendente dai solisti ma costruita sulla loro capacità di scambiarsi ruoli, di intorpidire le acque, di provocare reazioni a catena controllate da arrangiamenti spontanei ed elastici.

Che sia questo il modo per catturare le nuvole?

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