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Dino Betti van der Noot: God Save the Earth

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Dino Betti van der Noot: God Save the Earth
Tornato nel 2005 a firmare i suoi ambiziosi progetti orchestrali (e a mietere riconoscimenti nei referendum della critica) Dino Betti van der Noot presenta un'altra opera suggestiva, forse la più emozionante.

Una suite che celebra la bellezza del pianeta con un lavoro orchestrale complesso e raffinato, dove le architetture si sviluppano coerentemente in dense e avvincenti sequenze, che privilegiano melodie cantabili e colori pastello.

Gli aspetti chiave dello stile di Betti van der Noot ci sono tutti: sequenze ispirate alla magnificenza timbrico-armonica del Gil Evans acustico che si snodano in forme aperte, lasciando emergere tensioni ritmiche sorprendenti e splendidi interventi improvvisati. Le gradazioni cromatiche sono raffinate e tendono verso colori autunnali, di stampo romantico.

Come scrive Franco Fayenz nelle note di copertina: "la melodia prevale, e c'è nostalgia, c'è malinconia, c'è poesia, e c'è percezione lirica e senso etico". Orchestrazioni e assoli si fondono con coerenza, senza che i primi limitino l'estro dei solisti, tutti ragguardevoli e prevalentemente legati all'ambito jazzistico milanese.

God Save the Earth constra di quattro lunghe parti strumentali incastonate da due composizioni un po' più brevi e caratterizzate dall'innesto della voce femminile: l'ottima cantante ghanese Ginger Brew, che s'impone col suo timbro scuro e drammatico.

Il quadro successivo "In the Beginning Was Beauty" inizia in forma lenta e solenne con sofisticate parti orchestrali, per poi acquisire tensione espressiva sul lungo e avvincente intervento di Sandro Cerino al flauto e concludersi in modo ancora cantabile e raffinato.

"Maybe" è caratterizzato in apertura e chiusura dal vivo contrasto tra percussioni e ottoni mentre lascia spazio, nell'avvincente climax della parte centrale, agli interventi di Alberti, Ricci e Visibelli.

Le percussioni di Tononi, il piano di Tacchini e il flauto di Cerino sono protagonisti di "Like a Circle in the Water" altro tema che si snoda in modo solenne, con forti suggestioni cromatiche.

"Alone in the Crowd" è il brano più convulso del disco, impreziosito dalle serrate relazioni solisti/collettivo tra cui spicca l'avvincente assolo di Caruso al trombone.

Infine il finale "City Mornings," una splendida ballad che la calda voce di Ginger Brew disegna con efficacia fino alla pregevole conclusione di Tacchini al pianoforte.

In conclusione un disco di alta qualità, tra i più riusciti del bandleader milanese, da ascoltare e ricordare.

Track Listing

1. God Save the Earth - 7:08; 02. In the Beginning Was Beauty - 11:02; 03. Maybe - 11:22; 04. Like a Circle in the Water - 10:25; 05. Alone in the Crowd - 13:15; 06. City Mornings - 9:09. Composizioni di Dino Betti van der Noot.

Personnel

Alberto Mandarini, Beppe Virone, Marco Sozzi, Andrea Terzuolo (trombe); Beppe Caruso, Graziano Soave, Dario Cozzi, Sergio Lombardi (tromboni e tuba); Sandro Cerino, Giulio Visibelli, Maria Teresa Battistessa, Daniela Ievolo, Gilberto Tarocco (clarinetti, sassoni, flauti); Elio Marchesini (vibrafono, marimba); Marco Ricci (violoncello); Alberto Tacchini (pianoforte); Matteo Corda (tastiere, elettronica, koto); Vincenzo Zitello (arpa, percussioni); Gianluca Alberti (basso elettrico); Francesco D'Auria e Tiziano Tononi (batteria e percussioni). Ginger Brew (voce) nei brani I e VI; Sofia Woodpecker (voce) nel brano IV.

Album information

Title: God Save the Earth | Year Released: 2010 | Record Label: Self Produced


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