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The Vandermark 5: Free Jazz Classics Vols. 3 & 4

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The Vandermark 5: Free Jazz Classics Vols. 3 & 4
Terzo e quarto volume della serie Free Jazz Classics, originariamente abbinati come "bonus disc" alle prime copie degli ultimi due dischi in studio dei Vandermark 5 con ancora il trombonista Jeb Bishop in formazione, qui riuniti in un doppio come fu per i loro fratelli maggiori, questi "percorsi" di rilettura del repertorio di Sonny Rollins e Rahsaan Roland Kirk sono in qualche modo un punto di snodo nella ormai consistente storia del quintetto chicagoano.

Non solo perché, come accennato, vedono ancora la presenza - tra l'altro essenziale, come vedremo - di Bishop, mentre nell'attuale formazione c'è Fred Lonberg-Holm al violoncello, ma anche perché negli ultimissimi tempi lo stesso Ken Vandermark ha manifestato l'intenzione di fare dei passi ulteriori nel superamento di questo confronto con la tradizione.

È bene intendersi subito: il rapporto che il sassofonista e clarinettista ha incessantemente portato avanti con le esperienze più varie del jazz degli ultimi quarant'anni è da intendersi come una delle modalità di messa in gioco della propria personalità creativa più sincere messe in atto nel jazz degli ultimi anni, in grado di riaccendere quesiti e necessità troppo rapidamente superate [o volutamente rimosse], lontana da quella doverosa palestra che ogni buon musicista conosce e che è lo specchiarsi con le personalità più importanti della musica afro-americana.

Riappropriarsi dei brani, delle atmosfere, delle strategie, dell'energia di quelle esperienze continua a rappresentare il modo più intenso per mantenere il contatto con quella sorta di fuoco olimpico che è la linea di tradizione jazz, da passare di mano in mano e plasmare lungo il proprio percorso in fiamme sempre nuove. Diversamente dalla riproposizione di canoni e regole scelte arbitrariamente come "universali", questo percorso - spesso duro, spesso in grado di infliggere all'ego strumentale delle paurose mazzate e la sottovalutazione dello stesso Vandermark come strumentista né è una conferma lampante - consente di sintetizzare progressivamente dentro la propria musica le diverse modalità espressive incontrate, consente di costruirsi una lingua ricca, dotata di molteplici strati di significato, densa e emotivamente coinvolgente.

Questo è certamente stato il "viaggio" di Vandermark e soci, anche se adesso è preponderante la volontà del leader [cui certo non si può rimproverare la scarsità di progetti personali e collaborazioni] di lavorare su coordinate più autonome, a partire dal nuovo assetto dei Vandermark 5. Questo è stato il "viaggio" attraverso i "classici" del free [delizioso ossimoro], partito nei primi due volumi con una ricognizione a 360° del jazz creativo degli anni '60 e '70 - da Shepp a Braxton - e approdato poi a questi due progetti monografici, sperimentati anch'essi dal vivo [personalmente ricordo uno splendido concerto padovano interamente dedicato a Kirk] e in cui il fuoco si stringe su due figure particolarmente significative, anche se apparentemente meno "canoniche" dei santoni dell'avanguardia presenti nei primi due dischi.

Sonny Rollins è il principale idolo giovanile di Vandermark: nell'affrontarne il repertorio il quintetto si tuffa negli anni Impulse!, quelli di Alfie e soprattutto di East Broadway Rundown, ne ravvivano le forti istanze libertarie con "The Bridge" e la seconda parte di quella Freedom Suite che negli ultimi anni ha avuto anche la incendiaria rilettura da parte di David S. Ware. È qui che Vandermark e soci illuminano i lati meno ovvi e più diretti della musica di Rollins, riconducendola a quella visione collettiva che troppo è mancata al colosso del sassofono.

Ricchissimo di spunti è anche il repertorio di Rahsaan Roland Kirk, istrionico e strutturalmente stimolante, viscerale e dettagliato: c'è una versione sensuale di "The Inflated Tear", ci sono le ghirlande concatenate in suite di temi da We Free Kings e da Rip, Rig And Panic, c'è un respiro collettivo che lascia comunque ampio spazio ai solisti, specialmente a uno Jeb Bishop la cui statura di trombonista trova qui una conferma tutt'altro che necessaria, ma tanto più gradita in quanto giunge a suggellare il suo periodo all'interno del quintetto.

Track Listing

Cd 1 - Six For Rollins 01. The Bridge - 5:42; 02. Strode Rode - 6:59; 03. Freedom Suite Pt. 2 - 6:40; 04. John S. - 11:28; 05. East Brodway Rundown - 9:25; 06. Alfie Suite - 10:08 Cd 2 - Free Kings - The Music of Roland Kirk 01. The Black And Crazy Blues (Blue Rol) - 8:18; 02. The Free Kings Suite - 10:37; 03. The Inflated Tear - 6:55; 04. Rip, Rig And Panic Suite - 13:42; 05. Silverization/Volunteered Slavery - 11:12

Personnel

Ken Vandermark
saxophone

Ken Vandermark (clarinetti, sax tenore e baritono); Dave Rempis (sax contralto e tenore); Jeb Bishop (trombone); Kent Kessler (contrabbasso); Tim Daisy (batteria)

Album information

Title: Free Jazz Classics Vols. 3 & 4 | Year Released: 2006 | Record Label: Atavistic Worldwide


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