Marcello Giannini: Frammenti

Il chitarrista napoletano Marcello Giannini ha già avuto modo d'imporsi in significative e variegate collaborazioni: con Enrico Rava (On the Dance Floor), i 99 Posse (Cattivi Guaglioni e Curre Curre Guagliò 2.0), Daniele Sepe (Canzoniere illustrato), Cristiano Arcelli (Brooks), il gruppo Slivovitz e altri.
Questo disco, realizzato per l'etichetta di Marco Valente, è il suo debutto da leader. Con esso propone un'opera ricca, coerente e inventiva unendo le doti strumentali a quelle di compositore e ricercatore sonoro.

Vari brani sono chiaramente frutto di un lavoro in post-produzione, dove le parti di chitarra, sia elettrica che acustica, sono sovrapposte e assemblate con altri strumenti e con sonorità sintetizzate.

Se qualcuno sospetta astrusi e cerebrali percorsi sperimentali farà bene a rilassarsi. Un pregio del disco è la sua immediata fruibilità: la sperimentazione sonora non soffoca mai il groove dell'articolazione ritmica (affidata al propulsivo e frammentato drumming di Marco Castaldo), la raffinatezza delle trame armoniche o la dimensione melodica.

I riferimenti stilistici o espressivi sono molti: si va dalle classiche sperimentazioni elettro-acustiche alla computer music, dalla dance al jazz post davisiano, da Henry Threadgill a Nils Petter Molvaer, da Gabor Szabo a Brandon Ross. Questi aspetti restano confinati quasi sempre al ruolo di rapide suggestioni e la sintesi di Marcello Giannini assume un valore superiore, intrigante e capace di suscitare emozioni.

Entrando nel merito dei brani spiccano le melodie semplici e ariose, che privilegiano distendersi su lunghe iterazioni ritmiche. Eccetto qualche momento ("Santa'Eulalia," "Sonnambuli") dove Giannini opera con la sola ritmica, l'aggiunta di mirate collaborazioni offre sorprendenti scenari. Ricordiamo "Frammenti" (dove le sonorità alla Molvaer del trombettista Charles Ferris sono stemperate dal vibrafono di Marco Pezzenati), il teso e inquietante "Ansia" (in duo con Jack D'Amico al Rhodes), il cantabile "Sonico" (con gli avvincenti aromi folk di Riccardo Villari al violino).

Un lavoro pienamente riuscito, quindi, che non lascerete a lungo sullo scaffale. Del tutto raccomandabile.

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