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John McLaughlin: Floating Point

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John McLaughlin: Floating Point
Questo nuovo album del chitarrista inglese John McLaughlin è sicuramente una delle cose migliori che l'eroe della chitarra fusion ha realizzato negli ultimi vent'anni. Il suono è nervoso e appassionato, il contesto è stimolante, i nuovi partner (per buona parte indiani) si dimostrano assolutamente all'altezza anche in un contesto fusion e la musica scorre via impetuosa e carica di significato. McLaughlin li chiama i 'giovani leoni' della musica indiana e la loro prova è davvero confortante: i confini tradizionali delle etnie musicali sono ormai abbondantemente superati per dare corpo ad una musica ibrida e meticcia che guarda coraggiosamente verso il futuro.

Le otto composizioni sono tutte firmate dal chitarrista e presentano interessanti stratificazioni armoniche e timbriche. Le linee melodiche sono rarefatte e sofisticate, sospese fra oriente ed occidente, perfettamente in grado di rappresentare l'ossessione che da anni domina l'estetica di McLaughlin: la sua necessità interiore di portare sempre più avanti la fusione di questi due universi che sembravano lontanissimi e che pure sono destinati inevitabilmente a collidere ad ogni livello, si spera senza effetti devastanti.

In qualche modo si potrebbe dire che questo album mette assieme in modo esemplare l'esperienza acustica di Shakti e quella elettrica della Mahavishnu Orchestra. Est e Ovest, spiritualismo e materialismo, tradizione e modernità. In fondo era la stessa ossessione che aveva caratterizzato gli ultimi quindici anni della vita e della musica di John Coltrane, uno dei maestri veri di tutta la musica moderna e in particolare una delle fonti di ispirazione più forti per John McLaughlin. Una ricerca esemplare che ha portato entrambi alla fonte della spiritualità.

L'altra fonte di ispirazione del chitarrista è stato certamente Miles Davis, il musicista che lo volle alla sua corte nel 1969 e lo portò alla ribalta mondiale nello spazio di poche settimane. La sua lezione è avvertibile soprattutto nella dimensione profondamente elettrica di questo Floating Point e nelle scelte timbriche assolutamente proiettate in avanti, sempre pronte a stare sul filo del rasoio, cariche di tensione e capaci di emettere inquietanti bagliori multicolorati.

In molti momenti l'andamento delle composizioni si basa sull'uso di riff piuttosti efficaci da un punto di vista ritmico e capaci di scatenare le idee più creative dei solisti. Il saxofonista americano George Brooks sa stare nel proscenio senza mai strafare, con un suono sinuoso e spiraleggiante che mette bene a profitto le caratteristiche timbriche del suo sax soprano. Lo stesso fa l'ottimo bassista Hadrien Feraud, un giovane musicista parigino che McLaughlin sta pilotando nella ristretta cerchia dei fuoriclasse.

John McLaughlin rimane ovviamente il solista principale e in questa occasione suona con quell'abbandono pieno di forza che caratterizza la parte migliore della sua produzione. Segno di una passione vera e di una capacità quasi sovrannaturale di immergersi profondamente nelle viscere della musica.

Track Listing

Abbaji (for Ustad Alla Rakha); Raju; Maharina; Off the One; The Voice; Inside out; 1 4 U; Five Peace Band.

Personnel

John McLaughlin: guitar, guitar synthesizer; Hadrien Feraud: electric bass; Louiz Banks: keyboards; Ranjit Barot: drums; Niladri Kumar: electric sitar; Sivamani: percussion; Shankar Mahavedan: vocals; U Rajesh: electric mandolin; Debashish Bhattacharya: Hindustani slide guitar; Naveen Kumar: bamboo flute; Shashank: bamboo flute; George Brooks: soprano saxophone.

Album information

Title: Floating Point | Year Released: 2008 | Record Label: Abstract Logix


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