Lotte Anker - Craig Taborn - Gerald Cleaver: Floating Islands

"Floating" ha il sapore di un prologo, statico e un po' misterioso, basato su un modulo ripetuto insistentemente da piano e batteria. Modulo che alla fine della stessa sezione diviene sempre più tonico e percussivo fino a trasformarsi, nel lungo "Ritual," in una progressione via via più tesa: il drumming di Cleaver è granitico e sferragliante sui piatti chiodati, ossessivo il piano di Taborn, mentre il soprano della Anker si infervora in una esternazione lirica. Il tutto fa rivivere, esasperandoli, l'energia e la finalizzazione di un'ascesi coltraniana.

Più o meno lo stesso percorso si verifica nelle due sezioni successive: in "Transitory Blossom" la foga di "Ritual" tende a decantarsi di nuovo in toni pacati e intimi, se non proprio introversi, per poi tornare a movimentarsi gradualmente, nel brano successivo, in un intreccio arabescato e magmatico, decisamente free, con la sassofonista questa volta al tenore. L'itinerario si spegne poi in accenti sempre più deboli da parte di piano e batteria.

"Even Today I Am Still Arriving," che sembra invece provenire da una parte a sé stante della performance, forse un bis, presenta un ripensamento minuto, un andamento più incerto e divagante, costituendo un epilogo un po' sospeso del CD.

Il sodalizio che lega la sassofonista danese ai due americani risale al 2003 ed ha alle spalle altre testimonianze discografiche interessanti come Tryptich (Leo Records) e Live at the Loft. Floating Islands conferma come la loro musica totalmente improvvisata sgorghi potente e necessaria, venendo portata avanti coraggiosamente fino alle estreme conseguenze, senza nulla concedere a un'accattivante piacevolezza superficiale o a formalismi di maniera.

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