Home » Articoli » Album Review » Ches Smith & These Arches: Finally Out of My Hands

Ches Smith & These Arches: Finally Out of My Hands

By

Sign in to view read count
Ches Smith & These Arches: Finally Out of My Hands
Esce su Skirl Records [e già questo basterebbe per comprarlo a occhi chiusi] l'atteso debutto di Ches Smith, batterista dal talento mostruoso che da qualche anno sta esattamente al centro della nuova Brooklyn. Dopo averlo scoperto con The Door, The Hat, The Chair, The Fact di Ben Goldberg e ascoltato nei Ceramic Dog di Marc Ribot, dal vivo con i Los Totopos di Tim Berne e con Mary Halvorson nel meraviglioso Dragon's Head, la curiosità di tastare il polso alle sue doti di leader e compositore era davvero tanta.

In Finally out of my Hands lo troviamo alle testa del quartetto These Arches, completato dalla fida chitarra della Halvorson, dal robusto sax tenore di Tony Malaby e dalle chincaglierie assortite di Andrea Parkins: fisarmonica, organo e il consueto stuolo di gingilli elettronici.

Fin dall'iniziale "Anxiety Disorder" si respira aria di New York. I temi tortuosi ma incalzanti, la spiccata connotazione ritmica dei brani, gli echi downtown, gli inconfondibili accenti urbani, la fatale attrazione per gli spigoli, la nervosa inquietudine di fondo. Il jazz da quelle parti si fa così. I primi nomi che vengono in mente sono quelli di Tim Berne e Ellery Eskelin [non solo per la presenza della Parkins], anche se il piglio è tipicamente brooklyniano.

Dicevamo dell'iniziale "Anxiety Disorder". La chitarra della Halvorson snocciola l'introduzione; Malaby, poi doppiato dalla fisarmonica, ci presenta il tema. Il brano deraglia verso il minuto e mezzo. La batteria ordina il rompete le righe e inizia il gioco al massacro, con alcuni passaggi di autentico furore e altri più cameristici. Il tema riappare solo nel finale, quando Smith richiama i compagni all'ordine e in un crescendo di rullate fa calare il sipario.

L'oscillazione tra rigidità delle strutture e fluidità dell'improvvisazione è il filo conduttore del disco. Le composizioni di Smith, una dopo l'altra, vengono sistematicamente sbranate. Con sagacia e sapienza il quartetto le smonta e rimonta sotto gli occhi dell'attonito ascoltatore. La labirintica "Finally Out of My Hands," ad esempio, viene disciolta nell'acido di una concitata free jam. "Sixteen Bars for Jail" perde i pezzi strada facendo. "Conclusion" pulsa splendidamente fino ai tre minuti e mezzo, sfaldandosi sul più bello sotto i colpi di un solo di batteria. La strepitosa "Civilization" ha un che di sinistramente ornettiano; almeno fino ai due minuti, perché poi si procede senza rete e senza schemi.

«I write the music, they demolish it». «Io scrivo la musica, loro la demoliscono». Parola di Ches Smith.

Track Listing

1. Anxiety Disorder; 2. Finally Out of My Hands; 3. Sixteen Bars for Jail; 4. One Long Minute; 5. Conclusion; 6. It Rained and the Tent Fell Down; 7. Disgust for a Pathetic Chorale; 8. Civilization.

Personnel

Ches Smith (batteria); Tony Malaby (sax tenore); Mary Halvorson (chitarra elettrica); Andrea Parkins (fisarmonica, organo, elettronica).

Album information

Title: Finally Out of My Hands | Year Released: 2011 | Record Label: NuBOP RADIO-iTunes(internet radio)

Comments

Tags

Concerts


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

What Was Happening
Bobby Wellins Quartet
Laugh Ash
Ches Smith
A New Beat
Ulysses Owens, Jr. and Generation Y

Popular

Eagle's Point
Chris Potter
Light Streams
John Donegan - The Irish Sextet

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.