Sin dalle primissime note dell'iniziale "Returns" la musica impetuosa del Trio VD arriva subito alla gola e ci coglie di sorpresa. L'impatto è violento, aggressivo, con il sax di Christophe de Bezenac impegnato in colpi d'ancia ossessivi, oltre misura. Siamo dalla parti della musica creativa di avanguardia, a cavallo fra rock durissimo e trasgressivo e un free jazz ormai emancipato dall'approccio naif ornettiano. Siamo dalle parti del John Zorn irrequieto degli anni ottanta, ma con l'orologio puntato sul prossimo decennio.
Questo trio arriva da Leeds e ha scelto l'approccio iconoclasta per le sue scorribande nelle terre del suono irriverente e coinvolgente. Non si fanno mancare isole di estasi incantata che sembrano quasi zone pastorali disinfestate dalla follia prevalente. In altri momenti sbocciano fiori esotici che richiamano il gamelan balinese e altre derive indonesiane. Insomma un bel guazzabuglio sul quale questa musica adrenalinica si staglia con nitida determinazione.
Sempre all'attacco per un debutto davvero convincente!
Track Listing
01. Returns; 02. Kesh; 03. Sixes and Sevens; 04. To Whom?; 05. Rash;
06. Fill It Up with Ghosts; 07. Cow Dun.
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