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Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra: Play Soft Machine

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Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra: Play Soft Machine
Rivisitare materiale altrui è sempre un'operazione ad alto rischio. Soprattutto quando si decide di riarrangiare composizioni che si considerano intoccabili o che raramente sono state oggetto di riscritture successive alle originali. Parliamo del repertorio dei Soft Machine e, in particolare, di quello risalente al periodo 1969-1971, stagione irripetibile e generosa di idee e situazioni messe in campo da musicisti in stato di grazia. Un periodo che fruttò tre album "perfetti" che brillano ancora oggi di luce propria come Volume Two, il "doppio" Third e Fourth.

Ebbene, c'è chi non ha avuto paura di confrontarsi con questi "mostri sacri," provando e riprovando fino a creare qualcosa di nuovo e non mero manierismo. Si tratta del batterista e compositore Ferdinando Farao e della sua Artchipel Orchestra già nota per frequentare i rigogliosi e sconosciuti giardini musicali del British Jazz, dando alle stampe nel 2012 il CD Never Odd or Even che assemblava arrangiamenti per big band di temi prodotti da alcuni protagonisti di quella scena: da Alan Gowen (Gilgamesh, National Health) a Dave Stewart (Hatfield and the North, National Health), da Fred Frith (Art Bears, Henry Cow) a Mike Westbrook.

Ora Faraò è tornato sul luogo del delitto concentrandosi quasi esclusivamente su composizioni del bassista dei Soft Machine, quelli dei tempi d'oro di cui si parlava poc'anzi, Hugh Hopper (unica eccezione la suite "Moon in June" di Robert Wyatt). Anche in questo caso, come per Never Odd or Even, la genesi della rielaborazione è stata lunga e difficile. In alcuni casi, racconta lo stesso Faraò, si è dovuto trascrivere la musica come, ad esempio, per "Moon in June." Un'impresa condotta in tempi rapidissimi dal compositore Giovanni Venosta che ha trascritto la suite nella versione composta da Wyatt in occasione di una seduta radiofonica alla BBC.

Gli arrangiamenti dei brani, tra cui le più note "Facelift" e "Kings and Queens," sono stati curati da Faraò, ad eccezione di "Noisette" e di "Dedicated to You, but You Weren't Listening," arrangiati dal pianista e compositore Beppe Barbera. Un lavoro collettivo e, se vogliamo, transgenerazionale in grado di mettere d'accordo jazzofili di ogni età. Sì perché, è bene ricordare, il "prodotto finale" va incontro ai gusti di chi mastica più jazz che rock.

Gli arrangiamenti corali e vibranti, i trascinanti pieni di un'orchestra di quasi 30 elementi e gli interventi dei solisti contribuiscono a svelare nuovi colori, impasti e accenti a composizioni che si pensava cristallizzate nella loro forma originale. Spicca in particolare il trattamento di "Moon in June" con l'ottimo e coraggioso Filippo Pascuzzi alla voce. Bravi anche tutti gli altri, anche se meritano una citazione particolare Massimo Falascone al sax contralto, Eloisa Manera al violino, Giampiero Spina alla chitarra elettrica e Massimo Giuntoli all'organo e piano elettrico. Unica pecca, forse dovuta ad alcune scelte al livello di mixer o di studio di registrazione, il suono risulta un po' compresso. Ciò non rende giustizia alla pienezza cromatica e alla ricchezza timbrica che l'orchestra è in grado di produrre quando suona dal vivo. D'altronde parliamo di una formazione che in questi ultimi anni ha raggiunto un alto livello di iterazione e che sfrutta ogni occasione per suonare live. Anche invitando ospiti eccellenti. Lo si è visto, ad esempio, questa estate al Fasano Jazz Festival dove l'orchestra ha presentato in anteprima il suo repertorio soft machiniano accompagnata sul palco da Keith Tippett e Julie Tippetts. E a Milano, lo scorso ottobre, l'Artchipel ha incontrato il compositore (e pianista) e co-fondatore del Creative Music Studio di New York Karl Berger.

Un tale impegno, anche organizzativo, è destinato a durare come conferma lo stesso Ferdinando Farò ad All About Jazz Italia: "Stiamo lavorando al prossimo disco che sarà interamente dedicato ad alcune composizioni di Lindsay Cooper (compositrice e musicista britannica, membro degli Henry Cow, scomparsa nel 2013, N.d.R.). Grazie alla disponibilità, in primis di Chris Cutler, e poi degli Henry Cow, abbiamo ottenuto alcune partiture di composizioni di Lindsay che abbiamo richiesto con lo scopo di suonarle e registrarle come Artchipel Orchestra. Dopo aver fatto una selezione di brani insieme al giornalista Alessandro Achilli, li registreremo con Chris Cutler come ospite e stiamo organizzando alcune date per il prossimo ottobre, sempre con Chris, in cui presenteremo il nuovo repertorio." Tra gli appuntamenti già programmati i più vicini sono il Torino Jazz Festival il prossimo maggio (data ancora da definire, N.d.R.) e Il festival Ritmo delle Città a Milano con Keith Tippett e Julie Tippetts il prossimo 25 giugno all'Orto Botanico di Milano." Tornando ai Soft Machine, Radio 3 trasmetterà prossimamente il concerto dell'Artchipel Orchestra a Fasano: occasione più unica che rara per tornare indietro nel tempo. In tutti i sensi.

Track Listing

Facelift: Prelude; Facelift; Kings and Queens; Noisette; Dedicated to You But You Weren't Listening; Mousetrap; Moon in June.

Personnel

Marco Fior, Marco Mariani, Giovanni Sansone: trombe; Francesca Petrolo: trombone; Alex Sabina, Felice Clemente: sax soprano; Paolo Profeti, Massimo Falascone: sax contralto; Rosarita Crisafi, Germano Zenga: sax tenore; Rudi Manzoli: sax baritono; Simone Mauri: clarinetto basso; Carlo Nicita: flauto; Eloisa Manera: violino; Paolo Botti: viola; Beppe Barbera: piano elettrico; Massimo Giuntoli: piano elettrico e organo; Mariangela Tandoi: fisarmonica; Giampiero Spina: chitarra elettrica; Flavio Minardo: chitarra elettrica e sitar; Gianluca Alberti: basso elettrico; Stefano Lecchi: batteria; Lorenzo Gasperoni: percussioni; Naima Faraò, Giusy Lupis, Serena Ferrara, Filippo Pascuzzi: voci; Ferdinando Faraò: direzione.

Album information

Title: Play Soft Machine | Year Released: 2015 | Record Label: Musica Jazz

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