Mikkel Ploug: Faroe
Il rapporto artistico tra il tenorsassofonista statunitense Mark Turner e il chitarrista danese Mikkel Ploug è piuttosto lungo e consolidato, avendo i due suonato per circa dieci anni nel quartetto messo in piedi da Ploug dopo il suo arrivo in America nel 2005. E proprio l'intesa prodottasi tra i due è stata lo stimolo che ha spinto quest'ultimo a concentrare tutta l'attenzione sul suono dei soli sax e chitarra, per realizzare un disco in duo, su brani originali la scrittura dei quali è iniziata nel corso di un viaggio alle isole Faroe (Fær Øer).
Curiosamente il disco è uscito quasi contemporaneamente al più celebrato duo di Turner assieme a Ethan Iverson, Temporary Kings, al quale peraltro non ha molto da invidiare, pur essendo piuttosto diverso: qui infatti le atmosfere sono più meditative e delicate (Ploug imbraccia quasi sempre la chitarra acustica) ed è sempre presente una marcata venatura lirica, anche se questa perlopiù si sfrangia in una sofisticata ricerca timbrica e armonica sui temi di partenza.
Una ricerca che è opera soprattutto di Turner, al quale Ploug, autore di tutte le musiche, offre soprattutto un raffinatissimo supporto, costruendo lo sfondo costantemente cangiante sul quale il sassofonista è libero di muoversi, sfruttando appieno le sue ben note, eccellenti qualità.
Troviamo così brani nei quali domina un lirismo narrativo ("Warmth," "Wagner," "Celeste"), altri dalle atmosfere latamente sudamericane ("Como"), altri ancora più complessi e ondeggianti ("Ambiguity") o perfino fondamentalmente ritmici e tecnici ("Steps," dall'evidente riferimento a Coltrane). Tutto quanto incorniciato da due composizioni -"Faroe" e "Sea Minor" -dal fascino nordico e caratterizzato dalle divaganti linee del tenore, abilissimo nelle rapide escursioni timbriche dai toni bassi agli alti, sulle tessiture della chitarra.
Disco immediato ma complesso, che si apprezza lentamente, via via che se ne scoprono i dettagli e si percepisce la ricchezza dei suoni.
Curiosamente il disco è uscito quasi contemporaneamente al più celebrato duo di Turner assieme a Ethan Iverson, Temporary Kings, al quale peraltro non ha molto da invidiare, pur essendo piuttosto diverso: qui infatti le atmosfere sono più meditative e delicate (Ploug imbraccia quasi sempre la chitarra acustica) ed è sempre presente una marcata venatura lirica, anche se questa perlopiù si sfrangia in una sofisticata ricerca timbrica e armonica sui temi di partenza.
Una ricerca che è opera soprattutto di Turner, al quale Ploug, autore di tutte le musiche, offre soprattutto un raffinatissimo supporto, costruendo lo sfondo costantemente cangiante sul quale il sassofonista è libero di muoversi, sfruttando appieno le sue ben note, eccellenti qualità.
Troviamo così brani nei quali domina un lirismo narrativo ("Warmth," "Wagner," "Celeste"), altri dalle atmosfere latamente sudamericane ("Como"), altri ancora più complessi e ondeggianti ("Ambiguity") o perfino fondamentalmente ritmici e tecnici ("Steps," dall'evidente riferimento a Coltrane). Tutto quanto incorniciato da due composizioni -"Faroe" e "Sea Minor" -dal fascino nordico e caratterizzato dalle divaganti linee del tenore, abilissimo nelle rapide escursioni timbriche dai toni bassi agli alti, sulle tessiture della chitarra.
Disco immediato ma complesso, che si apprezza lentamente, via via che se ne scoprono i dettagli e si percepisce la ricchezza dei suoni.
Track Listing
Faroe; Neukölln; The Red Album; Highland; Warmth; Sailing; Ambiguity; Como; Wagner; Steps; Celeste; Safari; Sea Minor.
Personnel
Mikkel Ploug: acoustic guitar, electric guitar; Mark Turner: tenor saxophone.
Album information
Title: Faroe | Year Released: 2018 | Record Label: Sunnyside Records