Lalli & Pietro Salizzoni: Èlia in concerto

Ognuno dei musicisti scesi in campo reca il suo sicuro contributo alla riuscita dell'album, che attinge brani dai precedenti Tempo di vento (1998) e All'improvviso nella mia stanza (2003), entrambi intestati alla sola Lalli, ed Èlia (2006), a doppia firma, integrati da "Yo vengo a ofrecer mi corazon," legata alla memoria della grande Mercedes Sosa, "Afraid" di Nelly Furtado, "Ave Maria" dalla Buona novella di De André e "Vedrai vedrai" di Tenco. Il primo dei quattro "prestiti," naturalmente con testo in spagnolo, forma in particolare un dittico di grande efficacia con "Aria di Buenos Aires".

Tutto il materiale presente è d'altra parte di prima scelta, in percentuale certo non trascurabile - al di là della forza della materia prima in sé - grazie alle notevoli doti interpretative, fortemente identitarie, di Lalli, artista sottostimata come poche, al potere evocativo - e seduttivo, sottilmente sensuale - a tratti doloroso, che la sua voce spande attorno a sé. Ci sono poi larghe aperture cantabili (fin dall'iniziale "Chenini"), un ragguardevole apporto degli archi (in particolare in "Testa storta," "Aria di Buenos Aires," "Ave Maria," e forse più di tutte "La mia faccia"), belle pennellate della tromba di Li Calzi, sia aperta che sordinata.

Chi non conoscesse Lalli, quindi, e volesse avvicinarne l'universo espressivo attraverso un'opera particolarmente indicativa del suo talento non ha che da accomodarsi e procurarsi questo lavoro.

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