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Duck Baker, un chitarrista tra passato e presente

Duck Baker, un chitarrista tra passato e presente
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Duck Baker è un chitarrista abbastanza difficile da inquadrare; mentre la tecnica che usa è rigorosamente fingerstyle, la musica che compone e interpreta spazia lungo tutta la storia del jazz, dai vecchi standard al modale, dal blues al bebop, dallo swing al free. I suoi interessi si estendono inoltre a tutta la American Music, che interpreta e analizza con il rigore di un musicologo. Il tutto utilizzando quasi esclusivamente una chitarra da flamenco, con le corde di nylon anziché di metallo, caratteristica che già lo rende decisamente anomalo rispetto alla gran parte dei suoi colleghi. Qualche tempo fa gli abbiamo dedicato un profilo e un'intervista, cui rimandiamo per gli approfondimenti del caso. Nel corso dei suoi 40 anni di carriera ha sempre portato avanti contemporaneamente numerosi progetti in solo, duo e trio, accumulando parecchio materiale per il quale non sempre è riuscito a trovare uno sbocco discografico. Da un po' di tempo, alla pubblicazione di nuovi lavori affianca la proposta di registrazioni del passato tratte dai suoi archivi personali, ed è interessante osservare l'evoluzione nel tempo della sua musica e del suo stile. Vediamo più da vicino alcune delle sue uscite discografiche più recenti.

Duck Baker Trio
Deja Vouty
Fulica Records
2016

L'interesse di Baker per tutte le varie espressioni della American Music, jazz incluso, trova una sintesi efficace nel lavoro del chitarrista col suo trio, attivo dal 2006 e con altri due album alle spalle. Questo terzo lavoro è il primo col contrabbassista John Edwards che ha sostituito Joe Williamson, mentre il clarinettista è sempre Alex Ward. Baker ha sempre sostenuto che lo strumento che si sposa meglio con il timbro delle corde di nylon della sua chitarra è il clarinetto, e il lavoro col trio sembra dimostrarlo agevolmente; sostenuti dal perno ritmico del contrabbasso, chitarra e clarinetto danno vita a un dialogo sempre brillante, basato su un solido interplay e caratterizzato da un grande senso dello swing. Le composizioni sono tutte firmate dal chitarrista, che fa frequente ricorso ai tempi dispari, soprattutto ternari; stimolato dal fatto che nessuno dei grandi beboppers ha composto brani in 3/4, Baker ha voluto cimentarsi in questa specie di sfida. Possiamo ammirarne il risultato ad esempio in "Deja Vouty," basato sul giro armonico di "Sweet Georgia Brown" con le misure accorciate. Ciò che colpisce di più in questi brani è la commistione tra vecchio e nuovo; sono evidenti i richiami al jazz più classico, swing e bebop in particolare, ma eseguito con un approccio moderno e con grande freschezza, soprattutto negli assoli. Un ottimo modo per avvicinarsi alla musica di questo sottovalutato chitarrista.

Duck Baker
Shade of Blue
Fulica Records
2016

Questo lavoro, pubblicato quasi contemporaneamente al precedente, è una antologia di brani blues che comprende materiale inedito proveniente dagli archivi del chitarrista, risalente agli anni tra il 2000 e il 2009, e realizzato in collaborazione con altri musicisti, spesso dal vivo. La prima session in ordine cronologico (ma sul CD i brani sono presentati in ordine sparso) è quella del 2000 in compagnia di Carla Kihlstadt al violino e Ben Goldberg al clarinetto, alle prese con "The Happenings," unico blues firmato da Herbie Nichols, e "Cross Keys," una composizione dello stesso Baker, che aveva inciso in precedenza entrambi i brani in solo. Il trio ha vissuto solo lo spazio di un weekend, nonostante le intenzioni del chitarrista, e da quello che si ascolta non possiamo che associarci al suo rammarico per non essere riuscito a dare un seguito a quella esperienza. Si passa poi a due duetti incisi alle Hawaii in compagnia dello specialista di chitarra hawaiiana Ken Emerson, che dona un sapore particolare a due blues molto tradizionali. Segue un'altra composizione di Herbie Nichols, "Lady Sings the Blues," in duo con il trombone di Roswell Rudd nel 2004, prima di saltare al 2008 per due brani registrati nel corso di un concerto a Amsterdam in compagnia di Michael Moore, che suona il sax alto nella sua composizione "Families So Mean" e il clarinetto nella coltraniana "Mr. Syms." I tre brani più recenti sono tutti col suo ultimo trio, con Alex Ward al clarinetto e Joe Wiliamson al contrabbasso in "Slippin' and Slidin'" del 2009, mentre John Edwards subentra a Williamson per i due titoli registrati nel 2015. Il CD esemplifica alcune delle collaborazioni intessute da Baker negli anni, così come vari modi per suonare blues evitando di riproporne i classici stereotipi, risultando una valida testimonianza dell'attività del chitarrista.

Duck Baker
Outside
Emanem
2016

Uno degli aspetti più sorprendenti di Duck Baker è la sua assidua frequentazione degli ambienti legati all'avanguardia e alla libera improvvisazione, che lo ha portato spesso in contatto con musicisti come John Zorn e Derek Bailey. Soprattutto durante i suoi primi anni di attività il suo stile di improvvisazione alla chitarra risentiva molto di questo tipo di approccio, fornendo un contrasto spesso stridente con i brani tradizionali di fingerpicking che costituivano la maggior parte delle sue prime pubblicazioni discografiche. Questa antologia di materiale inedito registrato in tre sessioni tra il 1977 e il 1983 (e presentato su CD nell'ordine cronologico inverso, cominciando dal più recente per finire col più datato) raccoglie alcuni esempi di questo aspetto della sua musica. I brani più vecchi comprendono un paio di duetti insieme al chitarrista e improvvisatore Eugene Chadbourne, gli unici titoli dell'album dove il chitarrista non è da solo. I brani si suddividono tra improvvisazioni e composizioni più strutturate tutte firmate da Baker ad eccezione di "You Are My Sunshine," una canzone tradizionale dei tardi anni '30, e "Peace" di Ornette Coleman. Le sessioni del 1982 e 1983 presentano quattro brani in comune registrati in entrambe le occasioni. Il primo di questi, "Klee," mostra l'influenza di Chadbourne nel modo di produrre suoni sullo strumento in maniera non convenzionale, percuotendo la cassa e strisciando le corde. In generale, i brani improvvisati mettono in evidenza quanto Baker prenda ispirazione dagli strumenti a fiato per la creazione delle sue linee melodiche in ottica free. L'ascolto risulta abbastanza impegnativo, rendendo il CD consigliabile agli appassionati di free jazz o a chi già abbia una conoscenza estesa del chitarrista.

AA.VV.
Pareto Sketches
Barcode Records
2017
Valutazione: * * * *

L'ultimo dei CD presi in esame è il prodotto di un progetto che ha avuto inizio nel 2014, quando al chitarrista fu commissionata da un anonimo mecenate italiano (indicato con le sole iniziali L.S.) la composizione di una serie di brani per chitarra fingerstyle. Nei due anni successivi Baker si è ritrovato con un centinaio di nuovi titoli per una e due chitarre, molti più di quanti ne potesse gestire da solo. Gli è venuto incontro l'amico Luigi Maramotti, offrendosi di sostenere un progetto discografico con la partecipazione di alcuni chitarristi italiani chiamati a interpretare le sue composizioni, in modo analogo a quanto aveva fatto alcuni anni fa curando la produzione di una antologia di musica folk italiana interpretata da chitarristi americani, Donna Lombarda. E' nato così questo Pareto Sketches, pubblicato come doppio CD, il primo dedicato ai duetti e il secondo alle composizioni per chitarra sola (ma la durata complessiva dei brani non supera la capacità di un CD singolo). I musicisti coinvolti sono Michele Calgaro, Val Bonetti e Davide Mastrangelo, tutti fingerstylist a cavallo tra folk, blues e jazz; a loro si aggiungono il mandolinista Massimo Gatti, specialista di bluegrass (responsabile anche delle registrazioni), in cinque degli otto duetti e lo stesso Luigi Maramotti in uno dei duetti con Gatti, mentre Baker è impegnato in tre duetti e cinque pezzi in solo. Stilisticamente, le composizioni rispecchiano l'interesse che Baker ha sempre dimostrato per tutta la musica americana, prediligendo il ragtime blues e lo swing, e ben dieci sono in 3/4. Alcuni dei brani erano già stati recentemente incisi in trio, come "Deja Vouty," "Marking Time" e "The Blues Is the Blues Is the Blues Is," quest'ultimo qui interpretato da Baker su una chitarra con le corde di acciaio, per lui inusuale. Gli arrangiamenti curati dagli stessi interpreti arricchiscono le non semplici composizioni di Baker con un tocco personale (ottime le sfumature jazz di Calgaro), garantendo così una maggiore varietà al progetto generale. Un lavoro che sicuramente non deluderà gli amanti della chitarra acustica, ma pienamente raccomandabile anche a tutti gli altri.

Elenco dei brani e musicisti:

Deja Vouty

Short Nights; Twelve Gates; Un Pezzo Pazzo; Talkin' to You; The Blues Is The Blues Is The Blues Is; Deja Vouty; The Odd Fellows March; You'll Have That; Marking Time; There's No Time Like the Past; A Buddy Uptown

Duck Baker: chitarra; Alex Ward: clarinetto; John Edwards: contrabbasso

Shades of Blue

Families Be So Mean; The Happenings; Slippin' and Slidin'; Rusty Jones; Lady Sings the Blues; U Mest Mutrein; Cross Keys; Mr. Syms; Crawl, Don't Walk; Buddy Bolden's Blues

Duck Baker: chitarra; Michael Moore: sax alto, clarinetto; Carla Kihlstadt: violino; Ben Goldberg: clarinetto; Alex Ward: clarinetto; Joe Williamson: contrabbasso; Ken Emerson: chitarra hawaiiana, chitarra acustica; Roswell Rudd: trombone; John Edwards: contrabbasso

Outside

Breakdown Lane; Klee; Like Flies; No Family Planning; Peace; Torino Improvvisazione; London Improvisation; Southern Cross; Holding Pattern; You Are My Sunshine; Klee; Like Flies; No Family Planning; Peace; Shovelling Snow; White With Foam; Mary Mahoney; Things Sure Must Be Hoppin' Tonight On Castro Street

Duck Baker: chitarra acustica; Eugene Chadbourne: chitarra

Pareto Sketches

CD 1: Asking Too Much; Deja Vouty; Costanza; Making Ends Meet; One for T-Bone; The Corner; Pareto Waltz; 238,857 Miles

CD 2: Count On It; The Heat; Walking Down Bill Street; Micky and Lou; Mez e Mez; (I Can't Go On) I'll Go On; Losers Keepers; The Blues Is The Blues Is The Blues Is; Growing Pains; Six Of One; Marking Time; The North Side of Broad; Helen

Duck Baker, Val Bonetti, Michele Calgaro, Davide Mastrangelo, Luigi Maramotti: chitarre acustiche; Massimo Gatti: mandolino

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Ruby

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