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Soft Machine: Drop

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Soft Machine: Drop
Questo bellissimo CD documenta il tour europeo dei Soft Machine dell'autunno 1971. Da pochi mesi il batterista Robert Wyatt aveva lasciato la band, pressato e spinto fuori dai dubbi dei due compagni storici Hopper e Ratledge. Al suo posto, su suggerimento di Elton Dean, era arrivato il giovane batterista australiano Phil Howard, una vera e propria forza della natura, un impetuoso motorino sempre pronto a spingere in avanti, senza mai guardarsi indietro.

I brani dei Soft Machine acquistano durante questo tour una dimensione ancora più epica, anche se il cambiamento va solo in parte nella direzione di quel free jazz che stava particolarmente a cuore al saxofonista. I temi rimangono elegantemente sospesi sullo spumeggiare della tempesta percussiva innescata da Howard. In particolare, le tastiere di Mike Ratledge dimostrano di sapere cavalcare molto bene questa onda turbinosa e il bravo tastierista snocciola assoli perfettamente in linea con le dinamiche e con la potenza dello scenario che lo circonda.

Anche Elton Dean dimostra di essere in particolare stato di grazia e i suoi assoli viaggiano sinuosi ed eleganti alla ricerca del nirvana, capaci di innescare anelli di fumo attorno alle cime innevate che lo circondano. L'unico che rimane un po' sornione alle spalle del gruppo è il bassista Hugh Hopper, capace di stare al passo con i suoi compagni di strada, ma apparentemente poco interessato a farsi sballottare di qua e di là. Le sue linee di basso rimangono centrali e comunque essenziali per la costruzione della trama complessiva e anche in questo caso il suo ruolo rimane di grande importanza. Capace come sempre di emergere alla fine.

Il magico equilibrio che si venne a creare in quel breve tour europeo non durò a lungo. Dapprima i veterani Ratledge e Hopper decisero di sostituire Howard con il più rotondo John Marshall, un batterista perfettamente in grado di assecondare la loro voglia di non scegliere fra rock e jazz, poi dovettero accettare le conseguenti dimissioni di Elton Dean, voglioso di spiccare il volo con le proprie ali. Il conseguente arrivo di Karl Jenkins sarà inevitabilmente il segnale della fine, anche se le vicende dei Soft Machine sapranno perpetuarsi ancora per molti anni.

Il repertorio di questo Drop è selezionato con grandissima cura e all'apparenza questo è una sorta di "concerto ideale" messo assieme prendendo i brani migliori di una limitata serie di concerti. Il produttore maliziosamente non ci offre informazioni dettagliate sulla provenienza dei singoli brani, ma la cosa è del tutto ininfluente per il perfetto godimento di questa ora abbondante di Soft Machine d'annata. L'audio è di qualità più che buona, decisamente all'altezza delle registrazioni live dell'epoca. Da gustare e centellinare davanti ad un bel camino acceso. Facendo attenzione alle scintille.

Track Listing

01. Neo Caliban Grides; 02. All White; 03. Slightly All the Time; 04. Drop; 05. M.C.; 06. Out-Bloody-Rageous; 07. As If; 08. Dark Swing; 09. Intropigling; 10. Pigling Bland.

Personnel

Elton Dean
saxophone

Mike Ratledge (organo e piano elettrico); Elton Dean (saxello, sax alto, piano elettrico); Hugh Hopper (basso elettrico); Phil Howard (batteria).

Album information

Title: Drop | Year Released: 2009 | Record Label: Moonjune Records


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