Ernst Reijseger: Do You Still

Il disco ha un’impronta cameristica, ma procede tra rumori, invenzioni, continui cambi di atmosfere. Esemplare la traccia d’avvio, “Gretchen am Spinnrade (Voice from another World)”, nella quale i temi drammatici esposti dal piano e dal violoncello della Groeneveld sono costantemente messi in mora dai bordoni, dai rumori e persino da un curioso ed espressivo lamentio, prodotti da Reijseger.

Più composta, ma sempre complessa e di grande espressività la title track, con il toccante contrasto tra l’improvvisazione frenetica di Reijseger e quella più serena della Groenewald; di forte impatto ritmico “Marta”, di impianto più classicamente contemporaneo, ma come al solito caratterizzata dalle invenzioni rumoristiche di Reijseger (i tre brani citati sono stati utilizzati dal regista Werner Herzog per il suo lavoro Rescue Dawn).

Molto diversa, più tradizionale e suggestiva, “Passaggio”, alla quale fa da contraltare la successiva “May the Law of Gravity Show You the Way”, esasperatamente ritmica e contaminata - e però bellissima. Splendida ed emblematica la conclusione, con “Armings” che unisce suggestione lirica, intensità espressiva - ottimo il piano di van der Laar - e improvvisazione radicale.

In conclusione, un gran bel lavoro del vulcanico violoncellista, composto e coerente più di molti suoi pur eccellenti CD e capace di esprimere un progetto ben determinato e intrigante: la rilettura e l’aggiornamento, su chiavi talora estreme, del tradizionale rapporto da camera tra pianoforte e violoncello. Una progetto che qui produce risultati davvero molto interessanti.

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