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Dice Factory: Dice Factory

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Dice Factory: Dice Factory
Uno degli aspetti più interessanti del moderno jazz britannico è sicuramente quella sorta di "angolarità" che non ha eguali al mondo e che è forse geneticamente una sorta di marchio di fabbrica. Uno che la porta impressa nell'anima è ad esempio Django Bates al quale questo nuovo quartetto di stanza a Londra deve sicuramente molto.

Dice Factory (il nome è una derivazione personale tratta dal gruppo dal titolo del romanzo cult "L'uomo dei dadi" di Luke Reinhardt nel quale le decisioni, rese dai dadi che rotolano, determinano gli eventi strutturali del tempo) è il nome del gruppo e del lavoro discografico in oggetto: un nome forse persino ovvio - sostiene il sassofonista portavoce della band - per un gruppo che ha scelto una strada musicale apparentemente caotica, ove armonia e ritmo sono "una seria quantità di struttura" e ove "caos, caso, numeri ed etica del lavoro" sono punti fondanti dell'architettura sonora scelta.

La band, che raccoglie alcuni fra i migliori giovani nomi della scena jazzistica inglese del momento, è stata fondata nel 2009 dal pianista George Fogel e dal sassofonista Tom Challenger, uniti in origine dalle trascrizioni di materiale utilizzato dalla band di rock alternativo Deerhof e dal pianista Vijay Iyer. Quando il duo diventò un quartetto grazie all'aiuto del bassista Tom Farmer e del batterista Jon Scott, iniziò contemporaneamente l'ovvio lavoro d'integrazione del repertorio con composizioni originali della cui qualità si resero immediatamente conto i primi ascoltatori del gruppo, titolare di straordinarie performance dal vivo. Dice Factory è, oggi, un combo di rara energia e vigore che approda a un ottimo lavoro d'esordio.

Tutti usciti dalla nobile Guildhall Music School londinese, i quattro membri sono anche prolifici compositori, attenti analizzatori dei vari contesti del jazz moderno e pronti a raccogliere le sfide dell'avventura creativa. Forte il senso del collettivo e del peculiare senso di unione sposato a dovere con questa sorta di "random music" volontariamente proposta seguendo i canoni della casualità e, dunque, dell'improvvisazione interattiva.

E, ciò che potrebbe sembrare un'ovvia scelta un pelo troppo intellettuale, conquista invece appieno grazie ad un risultante e affascinante approccio melodico. Le dense misure ritmiche sono di una ricchezza spropositata, gli "staccati" pianistici di Fogel e i salti di registro di Challanger veri livelli qualitativi. "Hard music" l'ha descritta qualcuno e sonorità che non potrebbero dunque sfigurare nel catalogo ECM, ma che forse invece riescono addirittura a superare le filosofie di quella nobile etichetta, cercando mari se si vuole ancora più lontani.

Dice Factory vola davvero alto e - ciò che è importante - in modo sul serio non convenzionale, toccando in alcune composizioni fuori clichés, temi "strutturali" ad esempio cari al geniale Henry Threadgill.

Dice Factory ci piace davvero tanto perché nobilita l'arte musicale quanto quel Loop Collective che è, sul serio, una delle fucine di produzione musicale più interessanti di questi anni. Guarda caso, Challenger, esce proprio da lì.

Track Listing

1. Heyu Nantucket 07:56; 2. Gooch 05:47; 3. Saribund 04:32; 4. You’re Lucky 05:42; 5. Eternal Sleep 06:00; 6. Zout 03:58; 7. Eternal Moment 05:35; 8. Pipes 05:37; 9. T.N.G. 9:01; 10. Saribund (Coda) 00:41.

Personnel

Tom Challenger: sax tenore; George Fogel: pianoforte; Tom Farmer: contrabbasso; Jon Scott: batteria.

Album information

Title: Dice Factory | Year Released: 2013 | Record Label: Babel Label


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