Delta Saxophone Quartet e Gwilym Simcock al Teatro Manzoni di Milano

Delta Saxophone Quartet feat. Gwilym Simcock
Aperitivo in Concerto
Teatro Manzoni
Milano -30.11.2014
Ma cosa c'entrano i King Crimson con il jazz? Siamo sinceri, poco o nulla. Se non fosse forse per la fortissima inclinazione all'improvvisazione che il gruppo guidato da Robert Fripp ha sempre avuto sin dalle sue origini nel lontano 1969 ,le affinità sono veramente poche. Ma un conto è l'improvvisazione jazz, un conto sono, ad esempio, le improvvisazioni collettive dei King Crimson intenzionalmente tendenti alla dissonanza ben documentate nel box retrospettivo The Road to Red.
Certo è vero fior di jazzisti hanno suonato come ospiti in diversi lavori del gruppo: pensiamo al pianista Keith Tippett, stella del British Jazz e collaboratore fisso nei primi album della formazione, o al cornettista Mark Charig, anche lui presente in diversi lavori. Tuttavia, le complesse strutture formali inventate da Fripp e soci non hanno mai abbracciato l'idioma jazz, i suoi ritmi o i suoi pattern.
Detto questo, nulla vieta che la musica dei King Crimson possa diventare una base per sviluppare un certo discorso anche in chiave jazz. Lo hanno dimostrato, sassofoni alla mano, i quattro membri del Delta Saxophone Quartet lo scorso 30 novembre a Milano al Teatro Manzoni con la prima assoluta del progetto "Crimson!." Per l'occasione i quattro si sono presentati sul palco insieme al pianista Gwilym Simcock, nuovo talento della scena jazz britannica, allievo di John Taylor ed ex membro degli Earthworks di Bill Bruford, ex batterista dei King Crimson.
Sei i brani dei King Crimson riarrangiati da Simcock: "Coda: Marine 475" da Vroom Vroom, "The Night Watch" da Starless and Bible Black, "Dinosaur" da Thrack, "Two Hands" da Beat e "The Great Deceiver" dall'omonimo famoso "cofanetto." Ottima la selezione delle composizioni in scaletta, tutte selezionate da Simcock dopo una certosina supervisione dell'opera omnia dei King Crimson, e ottima anche l'esecuzione dal vivo.
Gli impasti dei fiati e i tappeti armonici creati dai quattro sassofonisti hanno valorizzato il repertorio crimsoniano e dato corpo a inedite prospettive e a nuove e impensabili vie di fuga; nessuna sbavatura e un'intonazione perfetta hanno fatto il resto. Senza contare l'opera di Simcock che si è alternato funanbolicamente alla direzione e al piano, sostenendo anche ritmicamente la performance del quartetto. Il tutto senza mai invadere o prevalere sui solisti e facendo sfoggio di uno stile a "metà strada" tra Glenn Gould e Oscar Peterson.
Non è la prima volta che il Delta Saxophone Quartet si cimenta in riletture di materiale non prettamente jazz e vicino ai mondi del rock e del progressive. È successo nel 2007 quando rielaborarono alcune famose composizioni del repertorio classico dei Soft Machine. Fu un successo di critica e venne pubblicato dalla Moonjune Records un CD Dedicated to You...But You Weren't Listening (inciso con la partecipazione del compianto Hugh Hopper). Un lavoro di rara intensità ed energia che mise in mostra le capacità tecniche e artistiche dei quattro musicisti britannici. Anche per il concerto dedicato alle musiche dei King Crimson si è registrata la stessa tensione insieme a un senso di disciplina che ha fatto venire in mente le esecuzioni degli ensemble cameristici. Non è un caso che nessuno dei quattro Delta sia un jazzista fatto e finito. Tutti vantano un'estrazione classica e nel loro curriculum le esperienze spaziano dalla Steve Martland Band alla London Sinfonietta fino a Terry Riley e alla musica pop.
E proprio qui sta il segreto della buona riuscita dell'esperimento "Crimson!," nel fatto che gli interpreti provengono da mondi "aperti" e molto eterogenei fra loro. In fondo, l'unico autentico jazzista sul palco era proprio Simcock. Forse fin troppo per Mr. Fripp.
Aperitivo in Concerto
Teatro Manzoni
Milano -30.11.2014
Ma cosa c'entrano i King Crimson con il jazz? Siamo sinceri, poco o nulla. Se non fosse forse per la fortissima inclinazione all'improvvisazione che il gruppo guidato da Robert Fripp ha sempre avuto sin dalle sue origini nel lontano 1969 ,le affinità sono veramente poche. Ma un conto è l'improvvisazione jazz, un conto sono, ad esempio, le improvvisazioni collettive dei King Crimson intenzionalmente tendenti alla dissonanza ben documentate nel box retrospettivo The Road to Red.
Certo è vero fior di jazzisti hanno suonato come ospiti in diversi lavori del gruppo: pensiamo al pianista Keith Tippett, stella del British Jazz e collaboratore fisso nei primi album della formazione, o al cornettista Mark Charig, anche lui presente in diversi lavori. Tuttavia, le complesse strutture formali inventate da Fripp e soci non hanno mai abbracciato l'idioma jazz, i suoi ritmi o i suoi pattern.
Detto questo, nulla vieta che la musica dei King Crimson possa diventare una base per sviluppare un certo discorso anche in chiave jazz. Lo hanno dimostrato, sassofoni alla mano, i quattro membri del Delta Saxophone Quartet lo scorso 30 novembre a Milano al Teatro Manzoni con la prima assoluta del progetto "Crimson!." Per l'occasione i quattro si sono presentati sul palco insieme al pianista Gwilym Simcock, nuovo talento della scena jazz britannica, allievo di John Taylor ed ex membro degli Earthworks di Bill Bruford, ex batterista dei King Crimson.
Sei i brani dei King Crimson riarrangiati da Simcock: "Coda: Marine 475" da Vroom Vroom, "The Night Watch" da Starless and Bible Black, "Dinosaur" da Thrack, "Two Hands" da Beat e "The Great Deceiver" dall'omonimo famoso "cofanetto." Ottima la selezione delle composizioni in scaletta, tutte selezionate da Simcock dopo una certosina supervisione dell'opera omnia dei King Crimson, e ottima anche l'esecuzione dal vivo.
Gli impasti dei fiati e i tappeti armonici creati dai quattro sassofonisti hanno valorizzato il repertorio crimsoniano e dato corpo a inedite prospettive e a nuove e impensabili vie di fuga; nessuna sbavatura e un'intonazione perfetta hanno fatto il resto. Senza contare l'opera di Simcock che si è alternato funanbolicamente alla direzione e al piano, sostenendo anche ritmicamente la performance del quartetto. Il tutto senza mai invadere o prevalere sui solisti e facendo sfoggio di uno stile a "metà strada" tra Glenn Gould e Oscar Peterson.
Non è la prima volta che il Delta Saxophone Quartet si cimenta in riletture di materiale non prettamente jazz e vicino ai mondi del rock e del progressive. È successo nel 2007 quando rielaborarono alcune famose composizioni del repertorio classico dei Soft Machine. Fu un successo di critica e venne pubblicato dalla Moonjune Records un CD Dedicated to You...But You Weren't Listening (inciso con la partecipazione del compianto Hugh Hopper). Un lavoro di rara intensità ed energia che mise in mostra le capacità tecniche e artistiche dei quattro musicisti britannici. Anche per il concerto dedicato alle musiche dei King Crimson si è registrata la stessa tensione insieme a un senso di disciplina che ha fatto venire in mente le esecuzioni degli ensemble cameristici. Non è un caso che nessuno dei quattro Delta sia un jazzista fatto e finito. Tutti vantano un'estrazione classica e nel loro curriculum le esperienze spaziano dalla Steve Martland Band alla London Sinfonietta fino a Terry Riley e alla musica pop.
E proprio qui sta il segreto della buona riuscita dell'esperimento "Crimson!," nel fatto che gli interpreti provengono da mondi "aperti" e molto eterogenei fra loro. In fondo, l'unico autentico jazzista sul palco era proprio Simcock. Forse fin troppo per Mr. Fripp.
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