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Dark Companion: tra novità, fascinazione e nostalgia

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Nata nel 2015 e gestita da un team di otto persone riunite attorno a Max Marchini, la piacentina Dark Companion ha dato alle stampe a fine anno i primi quattro CD di una serie che ci si augura lunga, vista la cura e il livello delle produzioni (anche in termini di grafica, confezione, ecc.).

Keith Tippett
Mujician Solo IV—Live in Piacenza
Dark Companion (2015)
Valutazione: * * * ½

Il primo titolo in catalogo documenta la live performance con cui il 14 gennaio 2012, al Conservatorio Nicolini di Piacenza, Keith Tippett apriva la stagione di "Musiche nuove a Piacenza." I terreni battuti sono quelli più caratteristici del pianista di Bristol, quindi con una cordiera largamente "arrangiata" col ricorso a pezzi di legno, sonagli, catene e oggettistica varia, a generare quel clima onirico, a tratti fiabesco, che permea l'arte tippettiana, giustificando in pieno il termine mujician, che di fatto fonde e riassume le parole (e i concetti) di musician e magician.

Lungo un continuum sonoro di oltre tre quarti d'ora, Tippett alterna frammenti più scuri, pensosi (come in avvio) e impennate repentine, fra liquidità e puntillismo, elementi entrambi tipici del suo pianismo, divergendo e convergendo, a singhiozzo, attorno a un ideale centro fatto di controllo della materia ma anche di capacità di staccarvisi, sempre ricomponendosi, peraltro, inanellando qua e là sequenze ritmico-cantilenanti e melodie scolpite, frammenti gorgoglianti e un lungo décalage di commiato che precede l'agognata epifania che arriva con l'immancabile applauso finale, defaticante e liberatorio (per entrambe le entità: pubblico e performer).

John Greaves
Piacenza
Dark Companion (2015)
Valutazione: * * * ½

Sempre un pianoforte (lo stesso, però più di tre anni dopo, il 22 maggio 2015) è protagonista dell'album firmato da John Greaves, che persegue tuttavia finalità assai diverse, visto che il suo compito è affiancare e sostenere la voce di colui che nel 1969, appena diciannovenne, entrò negli Henry Cow (nati l'anno prima), ensemble che, come membri stabili o ospiti più o meno occasionali, ha visto transitare per le sue fila—fra gli altri—Fred Frith e Lindsay Cooper, Mike Oldfield e Robert Wyatt.

Greaves uscì dal gruppo nel 1976, stavolta anticipandone (di due anni) lo scioglimento. Aveva conosciuto il chitarrista newyorchese Pete Blegvad, presso il quale si trasferì per qualche tempo, entrando fra l'altro nel giro di Carla Bley e Michael Mantler. Tornato in patria, transitò per altri gruppi, imbracciando infine la carriera solistica.

Il disco di cui ci occupiamo illustra appunto quest'ultima sua pelle, affiancando brani interamente suoi (sette, che in tracklist abbiamo indicato senza specificazioni tra parentesi) e scritti in coppia con Blegvad, oppure musicando poesie di Verlaine e Dylan Thomas, mentre come epilogo è stata scelta una notevole versione di "Sea Song" di Robert Wyatt in cui Greaves è raddoppiato, piano e voce, dall'ottima Annie Barbazza, presente anche, più in sottordine (con Paola Tagliaferro), appena prima in "The Song."

L'impatto è ragguardevole: una voce decisa, perentoria, capace però di frastagliarsi anche in rivoli più morbidi (in "The Same Thing" ricorda vagamente Randy Newman, altrove magari più altri ex-frontmen di gruppi vari dedicatisi con gli anni al piano e voce, gente come Jack Bruce, Peter Hammill, John Cale ) o di rasentare il recitativo ("Kew.Rhône"), sempre sostenuta da un pianismo scolpito ed essenziale insieme. Disco abbondante quanto prezioso.

Lino Capra Vaccina
Arcaico Armonico
Dark Companion (2015)
Valutazione: * * * *

Altro transfuga da antichi fasti rock prog (nel suo caso alquanto atipici: Aktuala, accanto, fra gli altri, a Daniele Cavallanti), Lino Vaccina, detto Capra, torna con un nuovo album (in questo caso in studio) molto meditato, ponderato, ottimamente costruito attorno alla moltitudine di strumenti (tutti, o quasi, privilegianti peraltro sonorità liquide ed evocative: vibrafono, gong e metallofoni vari, una vocalità decisamente volatile) maneggiati dal Nostro con olimpica maestria, non disdegnando apporti vari che aggiungono ulteriori spezie a un prodotto già di per sé profumatissimo (senza una stilla di enfasi, peraltro), elegante, incruento, sognante, non facile eppure estremamente accogliente, seduttivo e seducente.

Così, in particolare, le doppie ance di Camillo Mozzoni illuminano la tranche finale del lavoro, mentre i vari Camisasca, Tofani e lo stesso Marchini s'insinuano qua e là entro un prodotto in cui sempre nitido appare il disegno compositivo (l'idea, se non la scrittura in quanto tale), generando, nella sua circolarità, un grande senso di ordine e pacificazione.

Paolo Tofani
Real Essence
Dark Companion (2015)
Valutazione: * * * ½

Dagli Area, come tutti sappiamo, proviene infine (e negli Area da qualche anno è riconfluito) Paolo Tofani , che peraltro non ha mai nascosto il suo afflato verso imprese artistiche individuali. Ne è un eloquente esempio il recente Real Essence, registrato in India e a quell'universo artistico (nonché spirituale) fortemente connesso. La tricanta veena acustica è infatti una sorta di sorella gemella del sitar (forse solo un po' più generosa sul registro grave) e lungo quel crinale, indiscutibilmente, la musica si muove (anche perché Tofani è solo da cima a fondo, per quasi ottanta minuti).

Certo quello che regala in fatto di fascino e seduzione, il disco richiede all'ascoltatore in concentrazione e capacità di farsi scivolare addosso questo mastodontico flusso sonoro alquanto monolitico, conchiuso e climaticamente iterativo (ciò che del resto è fisiologico), benché non manchino segmenti più estroversi e una pienezza di fondo che non mancano periodicamente di vitalizzarlo.

Note di copertina (entusiastiche) di Greg Lake. Tanto per chiudere il cerchio con un altro che, in certi anni, la sua parola l'ha detta piuttosto ad alta voce...

Elenco dei brani:
Mujician Solo IV:
Piacenza.

Piacenza:
The Price We Pay; Summer On Ice; Earthly Powers; The Thunderthief (Greaves/Blegvad); The Green Fuse (Greaves/Thomas); La Lune Blanche (Greaves/Verlaine); Chanson d'Automne (Greaves/Verlaine); Walking On Eggshells; The Same Thing; Dead Poets; The Trouble With Happiness; Bad Alchemy (Greaves/Blegvad); Kew.Rhône (Greaves/Blegvad); How Beautiful You Are (Greaves/Blegvad); The Song (Greaves/Blegvad); Sea Song (Wyatt).

Arcaico Armonico:
Echi e frequenze; Dialoghi tra suoni; Andante ancestrale; Arcaico armonico; Improvvisamente (bonus track).

Real Essence:
Deep Emotion; Sari Dance; Holy Mind; Journey Home; Ashram; Hari; Jhana; Sweet Love; Maya.

Musicisti:
Mujician Solo IV:
Keith Tippett: pianoforte, oggetti.

Piacenza:
John Greaves: voce, pianoforte; Annie Barbazza, Paola Tagliaferro: cori in "The Song"; Barbazza: voce, pianoforte in "Sea Song."

Arcaico Armonico:
Lino Capra Vaccina: gong, piatti, vibrafono, tabla, campane, percussioni e strumenti vari, voce; Paolo Tofani: mandhura in "Dialoghi tra suoni"; Juri Camisasca: voce in "Andante ancestrale"; Camillo Mozzoni: oboe, oboe d'amore, corno inglese in "Arcaico armonico" e "Improvvisamente"; Max Marchini: gong, percussioni in "Improvvisamente."

Real Essence:
Paolo Tofani: tricanta veena acustica.

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