Etienne Charles: Creole Soul

Il riferimento a Miles Davis è immediato ma il trombettista mostra chiarezza d'idee e fantasia, realizzando una sintesi personale e attrattiva con elementi quanto mai diversi (reggae, rock, calypso, innesti folklorici, blues, funk eccetera).

Da anni residente negli Stati Uniti (ha frequentato la Juilliard ed ora insegna al Michigan State University College of Music), Etienne Charles ha saputo imporsi nel competitivo mondo musicale americano per le brillanti doti strumentali (sound dolce, intonazione perfetta e incalzante fraseggio) e la naturale propensione melodica di assoli e temi.

In questo disco ne troviamo sei (ma anche uno di Monk, uno di Bob Marley e un successo di Dawn Penn, "You Don't Love Me") e sono tutti piccoli gioielli di grazia melodica e impeto ritmico, nonostante l'articolazione variegata. Tra i più interessanti ricordiamo "Creole," il brano d'apertura introdotto da un canto a cappella di Erol Josué e caratterizzato da un ricco gioco di tensioni e distensioni. Altre suggestioni vengono dal fantasioso arrangiamento di "The Folks" e dal ritmico "You Don't Love Me".

Creole Soul è stato concepito nel 2010 durante una fase in cui Charles raccoglieva materiale etno-musicologico da varie zone dei Caraibi e approfondiva la conoscenza della tradizione musicale afroamericana, dal Soul marca Motown all'hard bop degli anni cinquanta. Ne risulta un album molto diverso dai modelli tipici del latin jazz ma che sa essere coinvolgente per il contagioso groove, i cantabili assoli, i cambiamenti di tempo e metro. Una musica fresca, scorrevole e ricca di ottimi interventi: oltre al leader (la bellezza del suo eloquio spicca in "Memories" e "Turn Your Lights Down Low") ricordiamo Brian Hogans al contralto, Alex Wintz alla chitarra, Kris Bowers alle tastiere e il magistrale Obed Calvaire alla batteria.

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