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"Chilly" Gonzales al Parco della Musica Roma
"Chilly" Gonzales
Parco della Musica
Roma
11.11.17
Non è facile inquadrare un personaggio come "Chilly" Gonzales, nome d'arte del poliedrico pianista canadese (ma da tempo residente in Europa) Jason Charles Beck, che sfugge ad ogni categorizzazione sia come musicista che come live performer. La sua musica pianistica, seppur ben radicata nel neoclassicismo con punte di minimalismo che sfiorano spesso anche territori new age, prende spunto da tutti i generi (inclusi rap ed elettronica), e i suoi spettacoli (chiamarli concerti è riduttivo) mostrano una grande capacità di intrattenere la platea con monologhi semiseri sulla musica e i suoi vari aspetti. Per il suo recente breve tour europeo, che ha toccato anche l'Italia con due date a Milano e Roma, si è fatto accompagnare dal Kaiser Quartett, un quartetto d'archi tedesco con il quale un paio d'anni fa ha inciso l'album Chambers.
Presentatosi sul palco come d'abitudine in vestaglia e pantofole (per creare un'atmosfera di maggiore intimità col pubblico e impostare da subito il tono assolutamente informale della serata), il pianista ha immediatamente conquistato la platea col suo virtuosismo strumentale e la sua irriverenza nei confronti della troppa seriosità di certi ambienti musicali, ma anche punzecchiando lo stesso pubblico, colpevole di non esibire lo stesso livello di entusiasmo mostrato dai milanesi nella precedente serata. I brani eseguiti, in solo o con l'accompagnamento del quartetto, sono presi dal suo repertorio, e inframmezzati dai suoi irresistibili monologhi, dove ad esempio descrive il Kaiser Quartett come 'il campionatore più costoso del mondo,' usandolo poi come beatbox per creare le basi per i suoi rap. Nel bis finale non manca un omaggio all'Italia con il tema del Padrino da lui eseguito alla melodica sull'accompagnamento del piano prima di farlo diventare un altro dei suoi brani di rap, "Never Stop."
Nella musica di Gonzales il jazz entra solo marginalmente, come uno dei tanti ingredienti musicali affioranti nelle sue composizioni che lasciano ben poco spazio alle improvvisazioni, ma la ricchezza della sua proposta musicale è comunque notevole; al di là degli atteggiamenti istrionici e provocatoriamente trasgressivi, Gonzales è un pianista molto colto e dotato, nonché entertainer di razza, e un suo concerto è un appuntamento da non mancare.
Parco della Musica
Roma
11.11.17
Non è facile inquadrare un personaggio come "Chilly" Gonzales, nome d'arte del poliedrico pianista canadese (ma da tempo residente in Europa) Jason Charles Beck, che sfugge ad ogni categorizzazione sia come musicista che come live performer. La sua musica pianistica, seppur ben radicata nel neoclassicismo con punte di minimalismo che sfiorano spesso anche territori new age, prende spunto da tutti i generi (inclusi rap ed elettronica), e i suoi spettacoli (chiamarli concerti è riduttivo) mostrano una grande capacità di intrattenere la platea con monologhi semiseri sulla musica e i suoi vari aspetti. Per il suo recente breve tour europeo, che ha toccato anche l'Italia con due date a Milano e Roma, si è fatto accompagnare dal Kaiser Quartett, un quartetto d'archi tedesco con il quale un paio d'anni fa ha inciso l'album Chambers.
Presentatosi sul palco come d'abitudine in vestaglia e pantofole (per creare un'atmosfera di maggiore intimità col pubblico e impostare da subito il tono assolutamente informale della serata), il pianista ha immediatamente conquistato la platea col suo virtuosismo strumentale e la sua irriverenza nei confronti della troppa seriosità di certi ambienti musicali, ma anche punzecchiando lo stesso pubblico, colpevole di non esibire lo stesso livello di entusiasmo mostrato dai milanesi nella precedente serata. I brani eseguiti, in solo o con l'accompagnamento del quartetto, sono presi dal suo repertorio, e inframmezzati dai suoi irresistibili monologhi, dove ad esempio descrive il Kaiser Quartett come 'il campionatore più costoso del mondo,' usandolo poi come beatbox per creare le basi per i suoi rap. Nel bis finale non manca un omaggio all'Italia con il tema del Padrino da lui eseguito alla melodica sull'accompagnamento del piano prima di farlo diventare un altro dei suoi brani di rap, "Never Stop."
Nella musica di Gonzales il jazz entra solo marginalmente, come uno dei tanti ingredienti musicali affioranti nelle sue composizioni che lasciano ben poco spazio alle improvvisazioni, ma la ricchezza della sua proposta musicale è comunque notevole; al di là degli atteggiamenti istrionici e provocatoriamente trasgressivi, Gonzales è un pianista molto colto e dotato, nonché entertainer di razza, e un suo concerto è un appuntamento da non mancare.