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Cromagnon: Cave Rock

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Cromagnon: Cave Rock
Tra il 1969 e il 1970 venivano pubblicati alcuni albums che saranno - in tempi diversi - assorti a pietre miliari della musica rock: Trout Mask Replica di Captain Beefheart, III dei Led Zeppelin, Fun House degli Stooges, Volume Two dei Soft Machine. Ognuno di questi lavori sarà in seguito a più riprese indicato dai critici come antesignano di una tendenza, di un genere, di uno stile.

Spesso questi dischi verranno poi tirati in ballo dagli stessi giornalisti come punti di riferimento per le bands contemporanee, per le quali è stato utilizzato spesso il sostantivo epigoni. E' una connotazione abbastanza negativa nei riguardi di un musicista, in quanto presuppone anche una inferiorità creativa e una certa carenza di personalità espressiva.

Non si è tenuto conto spesso, tenendo ferme queste ipotesi dialettiche, che allora è sempre possibile fare un ragionamento a "matrioska": sarebbero potute esistere le ipotesi di John Cage senza i futuristi o Nick Cave senza Kurt Weill o Harry Partch? E' una metodologia che purtroppo indica sempre un presupposto di "purezza," come se un'idea artistica potesse essere paragonata ad un'invenzione tecnica, ad un brevetto.

Nel 2000 questo album ha cambiato nome: nel 1969 si intitolava Orgasm, ma nella successiva ristampa venne rinominato Cave Rock. Titolo quantomai esemplificativo poiché dato non a caso a posteriori, tenendo a mente probabilmente la evidente precocità di alcune idee contenute nella musica dei Cromagnon.

In effetti ci troviamo di fronte ad una serie di brani sorprendenti e bizzarri. Ad incominciare dall'iniziale misteriosa e mistica "Caledonia," dove suonano campioni di cornamuse, un potente drumming, chitarre distorte, una voce raddoppiata e a metà tra il sussurro e il metal. Dentro a "Ritual Fest of the Libido" c'è una voce sofferta e mostruosa che si lamenta per qualche tortura più che godere, un tamburello, il campione di un qualche marchingegno.

"Fantasy" è una atea invocazione tribale, un coro, una voce che ride, un orologio a pendolo, una tastiera modulata. "Organic Sundown" è un altro esperimento di musica libera, di nuovo tribale e "senza origine," senza patria. E' una ricerca a ritroso sulle vere origini e sul significato primitivo della musica, l'invocazione di un Dio attraverso l'unione di canto e percussioni, per raggiungere uno stato di trance.

Evocativa e stralunata è la "musica" di "Toth, Scribe I": la potenza di un elemento naturale come il vento, che diviene atomico, un violoncello, la rottura del suono attraverso la saturazione delle onde sonore. Grida acute sovrapposte l'una all'altra come un'orchestra di violini, una voce che invoca, questo si trova dentro a "Genitalia".

Tutto l'album è stato realizzato (pazientemente: il digitale era ancora molto lontano) tramite il nastro analogico, tagliando e ricucendo i vari campioni. In realtà, c'è un solo elemento di cui si ha piena certezza sulla paternità dei musicisti: la voce. La voce, appunto, il primo, ma sicuramente non il più semplice strumento a disposizione dell'uomo.

Track Listing

Caledonia; Ritual Feast of the Libido; Organic Sundown; Fantasy; Crow of the Black Tree; Genitalia; Toth, Scribe I; First World of Bronze.

Personnel

Austin Grasmere: lead vocals; Brian Elliot: lead vocals; The Connecticut Tribe: background vocals, sounds.

Album information

Title: Cave Rock | Year Released: 2009 | Record Label: ESP Disk


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