Roberto Bellatalla - Giovanni Maier - Michele Rabbia: Bows' Wind

Però, dall'altra parte, occorre anche tenere conto dell'ascoltatore. Banalizzando, viene da dire che se un trio di due contrabbassi e batteria non si era ancora visto, una qualche ragione ci sarà. Una musica così decisamente sbilanciata sul registro grave, non è molto sostenibile su tempi lunghi, men che meno sulla durata di un intero CD. Analogamente, una musica molto focalizzata sull'esplorazione strumentale, può risultare interessante per qualche minuto, ma poi rischia di far perdere di vista l'obiettivo (che è, appunto, la musica, non l'esplorazione strumentale).

Il punto è che dopo le avanguardie e i celebri 4'33 di tacet di John Cage, l'originalità in quanto tale, la ricerca in quanto tale, non sembrano più in grado di darci alcun brivido intellettuale. Nell'epoca del post-tutto, in cui, in qualche modo, è tutto già visto e già sentito, al povero ascoltatore non rimane che chiedersi se quanto sta ascoltando gli sta regalando un'emozione, gli sta comunicando qualcosa, oppure no.

Certo anche la modalità di fruizione della musica è importante. Un ascolto dal vivo trasmette sensazioni ed ha soglie di 'tollerabilità' ben diverse dall'ascolto su CD. E la musica di questo trio è senza dubbio più adatta ad una situazione live che ad essere ascoltata sullo stereo di casa. Ma qui siamo chiamati a commentare il CD, ed ascoltandolo ci siamo spesso distratti e persi nei nostri pensieri, che nulla avevano a che fare con la musica suonata. Brutto segno.

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