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Blue Wild Angel: Jimi Hendrix at the Isle of Wight

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Jimi Hendrix
Blue Wild Angel: Jimi Hendrix at the Isle of Wight
Sony Legacy Music
2014

Due di notte all'isola di Wight. La terza edizione del festival, quella più famosa, sta per terminare con l'esibizione del chitarrista mancino che ha cambiato la storia della musica. Era il 31 di agosto del 1970, un lunedì. Nessuno poteva saperlo all'epoca, ma Jimi Hendrix era appena entrato nella sua terz'ultima settimana da cittadino del pianeta Terra. Sarebbe partito, per altre dimensioni, il 18 settembre dello stesso anno, affogato nel proprio vomito, anche per l'incuria degli infermieri inglesi che lo avevano prelevato dal Samarkand Hotel di Notting Hill, a Londra, privo di conoscenza per i troppi sonniferi ingeriti, posizionandolo seduto sul sedile dell'ambulanza, anziché disteso sulla barella. Nessuno saprà mai se la dose letale di Vesparax era stata ingerita per errore (molto probabile) o per scelta. Nessuno potrà mai dire se una più scrupolosa osservanza delle procedure sanitarie di trasporto in ambulanza avrebbe potuto salvarlo.

Non era un periodo particolarmente favorevole per Jimi. Il chitarrista mancino americano era stanco delle tensioni provocate ad arte dal manager Mike Jeffery, aveva difficoltà a capire come si muoveva vorticosamente il flusso di denaro che lo circondava, stava progettando cambiamenti importanti anche da un punto di vista artistico. Dopo il party ufficiale per l'apertura del suo studio di registrazione Electric Lady a New York, il 26 di agosto, Jimi partì con un volo della Air India per raggiungere Londra e dare il via al lungo tour europeo che iniziava proprio con il concerto del festival dell'isola di Wight. Nel tardo pomeriggio di sabato 29 agosto aveva suonato su quel palco anche Miles Davis, mentre Hendrix era previsto come headliner della giornata successiva. Come spesso succedeva nei festival dell'epoca, i gruppi che lo precedevano in scaletta, sforarono di brutto e Jimi si ritrovò a cominciare il suo set quando la mezzanotte era già passata da oltre due ore, precipitando nel lunedì.

Jimi salì sul palco con Billy Cox al basso e Mitch Mitchell alla batteria, fidati compagni di strada coi quali aveva condiviso anche la performance di Woodstock, oltre un anno prima (ma in quel caso erano presenti sul palco anche Jerry Velez, Juma Sultan e Larry Lee). Il nuovo trio di Hendrix era reduce da un lungo tour americano che era partito il 25 aprile al Los Angeles Forum ed era proseguito, con molti stop and go, fino al primo agosto, alle Hawaii.

La formazione era quindi ben rodata, ma inevitabilmente, dopo un mese dall'ultimo concerto live, l'alchimia fra di loro era un po' arrugginita. Per Billy Cox questa era anche la prima esperienza di jet lag dagli States verso l'Europa e lui stesso, nell'intervista compresa in questo DVD, confessa candidamente di essere stato messo in notevole difficoltà da questo fattore. Aggiungete problemi tecnici con i monitor sul palco, le interferenze delle radioline della security che venivano captate dagli stadi iniziali dei massicci amplificatori Marshall, una spaccata sul palco che fece rischiare la rottura degli strettissimi pantaloni di Hendrix e avrete un quadro abbastanza preciso di una partenza di concerto abbastanza difficile.

Jimi si scusa più volte con il pubblico ma prosegue imperterrito, se pure abbastanza perplesso e sconsolato. Dopo alcuni brani la magia sembra tornare a baciare le sue escursioni alla chitarra. Sarà un concerto un po' altalenante, con momenti di grandissima musica (in particolare in alcune sezioni di "Machine Gun" e nella quasi totalità di "Red House") e momenti meno riusciti, ma complessivamente quello di Wight sarà un concerto memorabile, anche con le sue salite e le sue ricadute. Un concerto che rimane come il testamento di un musicista che ha rivoluzionata la musica e anche lo stile di vita di questo pianeta.

Hendrix mischia sapientemente i classici del suo repertorio con brani nuovi che sta 'rodando' per poi inserirli nel doppio album che ha in mente e che non verrà mai alla luce, se non in versione ampiamente postuma e comunque diversa da come lui la stava progettando. La partenza è con una breve versione dell'inno inglese decisamente improvvisata all'ultimo istante (nel backstage Jimi chiede a chi gli sta attorno di ricordagli la melodia), segue un assolo di batteria che serve anche per rimediare alle prime pecche tecniche legate al suono sul palco e si arriva ad un omaggio ai Beatles e alla loro "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band." Poi si entra nel vivo con "Spanish Castle Magic," "All Along The Watchtower," una lunghissima "Machine Gun," "Lover Man" e "Freedom." Ormai il climax è perfettamente giunto al picco. Alla fine di "Machine Gun" Jimi ha già mollato la fida Stratocaster nera col manico in acero, per imbracciare la meno usuale Gibson Flying V (sempre nera, per la cronaca, ma con un grande battipenna bianco e il manico in ebano) ed è quindi prontissimo per partire con una intensa e sofferta versione di "Red House," che sboccia soprattutto dal primo chorus vocale in poi.

Da questo momento esaltante e convincente, la strada corre in discesa e la scorribanda continua con "Dolly Dagger," "Foxy Lady," "Message to Love," "Ezy Rider," "Purple Haze," "Voodoo Child" e "In From the Storm." Mancano un paio di brani ("Midnight Lightning," "Hey Baby") , ma praticamente abbiamo la possibilità di vedere ed ascoltare l'intero concerto nella sequenza originale. Fra i numerosi bonus presenti in questa eccellente edizione BluRay troviamo anche la versione video della celeberrima "Hey Joe" che si pensava perduta e che non era presente nelle precedenti edizioni. Non mancano interviste a molti protagonisti, incluso l'ottimo regista Murray Lerner, che si occupò delle riprese di tutto il Festival. In totale abbiamo oltre tre ore di materiale da vedere, ascoltare, usare come spunto per riflettere sul ruolo di questo grandissimo artista.

Rimane da chiarire l'origine del titolo Blue Wild Angel. Mentre sale sul palco Jimi dà istruzioni al presentatore su quello che dovrà dire al microfono per i 600.000 fortunati abitanti del pianeta terra che stanno assistendo, nel buio profondo, alle due di notte, alla conclusione della terza edizione del festival dell'Isola di Wight. Una folla enorme che, viste le poche luci presenti nella parte riservata al pubblico, veniva più 'sentita' che non vista, da Hendrix e dai suoi compagni di palco. Il presentatore si chiama Jeff Dexter e, modificando un po' le istruzioni fornite da Jimi, lo presenterà con la celebre frase "and the man with the guitar... Jimi Hendrix" che ancora oggi ci emoziona profondamente. In realtà Jimi gli aveva chiesto di presentarlo in maniera abbastanza anonima e gli aveva suggerito di chiamare la sua musica e il suo trio Blue Wild Angel, per poi correggere subito in Wild Blue Angel. Ma ormai la frittata è fatta e allora Blue Wild Angel sia.

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