Home » Articoli » Album Review » Satoko Fujii: Atody Man
Satoko Fujii: Atody Man
By
Secondo album (dopo lo splendido Solo) dei dodici previsti quest'anno da Satoko Fujii per celebrare il sessantesimo compleanno (clicca qui per leggere la sua intervista), questo Atody Man vede la pianista alla testa del suo quartetto Kaze nel quale oltre la tromba del compagno Natsuki Tamura troviamo i francesi Chistian Pruvost, anch'egli alla tromba, e Peter Orins, alla batteria.
La formazione è al suo quinto album, se si include anche June, del 2016, nel quale si allargava a sestetto (era infatti denominato Trouble Kaze), e ha perciò un forte affiatamento che, superando le differenze linguistiche attraverso un dialogo musicale, permette ai quattro musicisti di procedere in modo sostanzialmente libero, usando le composizioni (due a testa per Fujii e Orins, una per ciascuno degli altri membri) come meri spunti per l'improvvisazione.
Questo fa si che ogni brano sia un caleidoscopio di situazioni, complice anche la durata piuttosto lunga (si va dai nove ai diciassette minuti): soffi e ronzii delle trombe (per esempio in avvio della prima e dell'ultima traccia), magmatiche improvvisazioni (la parte finale di "Hypnotique Sympathie"), progressioni dinamiche intense (la conclusione di "Inspiration 2"), passaggi sospesi, fatti di silenzi, sussurri ed esili suoni (l'intera "Atody Man," con le due trombe sordinate), momenti più lirici ("Morning Glow") e -vera essenza del disco -tanti, tanti dialoghi tra i diversi strumenti (predominanti specie in "Méta-Blizzard").
Disco complesso, dunque, ma fruibile a un semplice ascolto attento, come quasi tutti quelli della pianista giapponese. Nel quale tutti i musicisti hanno modo di farsi protagonisti, sebbene tra essi spicchi proprio quello apparentemente più defilato, vale a dire il batterista Peter Orins, che vi svolge un ruolo, più che ritmico, di rifinitore sonoro, perché i interventi entrano con nettezza nelle trame costruite dai compagni, conferendo loro un surplus di colore e di sostanza.
La formazione è al suo quinto album, se si include anche June, del 2016, nel quale si allargava a sestetto (era infatti denominato Trouble Kaze), e ha perciò un forte affiatamento che, superando le differenze linguistiche attraverso un dialogo musicale, permette ai quattro musicisti di procedere in modo sostanzialmente libero, usando le composizioni (due a testa per Fujii e Orins, una per ciascuno degli altri membri) come meri spunti per l'improvvisazione.
Questo fa si che ogni brano sia un caleidoscopio di situazioni, complice anche la durata piuttosto lunga (si va dai nove ai diciassette minuti): soffi e ronzii delle trombe (per esempio in avvio della prima e dell'ultima traccia), magmatiche improvvisazioni (la parte finale di "Hypnotique Sympathie"), progressioni dinamiche intense (la conclusione di "Inspiration 2"), passaggi sospesi, fatti di silenzi, sussurri ed esili suoni (l'intera "Atody Man," con le due trombe sordinate), momenti più lirici ("Morning Glow") e -vera essenza del disco -tanti, tanti dialoghi tra i diversi strumenti (predominanti specie in "Méta-Blizzard").
Disco complesso, dunque, ma fruibile a un semplice ascolto attento, come quasi tutti quelli della pianista giapponese. Nel quale tutti i musicisti hanno modo di farsi protagonisti, sebbene tra essi spicchi proprio quello apparentemente più defilato, vale a dire il batterista Peter Orins, che vi svolge un ruolo, più che ritmico, di rifinitore sonoro, perché i interventi entrano con nettezza nelle trame costruite dai compagni, conferendo loro un surplus di colore e di sostanza.
Track Listing
Hypnotique Sympathie; Moving; Meta-Blizzard; Morning Glow; Inspiration 2; Atody Man.
Personnel
Satoko Fujii
pianoSatoko Fujii: piano; Natsuki Tamura: trumpet; Peter Orins: percussion; Christian Pruvost: trumpet.
Album information
Title: Atody Man | Year Released: 2018 | Record Label: Libra Records
Comments
Tags
Satoko Fujii
CD/LP/Track Review
Neri Pollastri
Atody Man
Circum-Libra
Natsuki Tamura
Chistian Pruvost
Peter Orins