Giovanni Sollima - Alessandro Gandola: Astrolabioanima

Si tratta di una musica che cerca di essere vera “composizione istantanea”, producendosi in diretta ma pretendendo una dignità da musica scritta. Una sfida che l’ascolto del disco permette di riconoscere come affrontata con grande coraggio e coerenza.

La traccia seguita dai due musicisti è quella del dialogo, basato su spunti tematici sviluppati a turno (frequente lo scambio del supporto ritmico) o anche assieme, facendo interagire le voci - come nel corso di “Star Catcher”, ove entrambe si impennano per toccare un vertice catartico.

Voci belle entrambe, quelle dei due strumentisti, l’uno grande conoscitore del violoncello, l’altro sopranista allievo di Steve Lacy; e la ricerca sul suono non è secondaria nel senso di questo progetto, realizzato a casa di Gandola in tre giorni di marzo 2006, poi trasferito su supporto dopo un breve lavoro di editing.

Ne scaturisce così un ascolto che rende conto dell’intensità creativa dal vivo e che, diversamente da quanto accade troppo spesso per questo genere di operazioni d’avanguardia, è anche molto fruibile, proprio grazie alla coerenza del discorso anche melodico che viene sviluppato nel dialogo e al modo sofisticato ma non muscolarmente estremo in cui sono usati i due strumenti.

Un lavoro notevole, di ben ardua etichettatura, ma certo fatto davvero con quell’“anima” evocata nel titolo.

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